Visto il successo ottenuto da Justice League War – impressioni formato supposta abbiamo ben pensato di scrivere un altro articolo con lo stesso format. La ghiotta occasione è stata la fine della saga di Superior Spiderman (sì, in questo articolo ci saranno SPOILER mi sa!), sulla quale abbiamo avuto tutti opinioni divergenti… soprattutto Pennastanca e Marco, ma ve lo racconteranno loro (Giocatoresingolo sta ancora pulendo dopo l’ultima gentile discussione fra i due)

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Parto io, visto che nella squadra sono stato il primo ad interessarmi alla faccenda (qui per il commento al primo numero e qui per il nuovo costume). E sì, me la tiro, perché il caro Pennastanca mi disse “Doc Ock nel corpo di Spidey? Io mi rifiuto di leggere una boiata del genere”. E come lui lo dissero tanti. Invece Superior Spider-Man si è rivelata una serie nuova, fresca e avvincente, un uomo ragno che finalmente usa il cervello e finalmente apprezza le sue fortune (il pranzo a casa di Zia May dove Otto commenta quanto fosse fortunato Peter è impagabile), ma soprattutto è una saga DIVERSA. ed è da Civil War che, personalmente, la aspettavo in casa Marvel. Cosa fa Otto una volta nel corpo di un ragazzo in salute come Peter? si mette con una nana. Può godersi la vita e cosa fa? Riprende il suo dottorato. Cerca di creare un futuro al nome Parker. Vuole sposarsi. Il cattivo si convince di essere un eroe. E di poter far del bene. E quando Peter riprende possesso del suo corpo, si ritrova con un dottorato, a capo delle Parker industries e con sua zia che non deve più camminare con un bastone. Caro Peter, Otto in poco tempo ti ha mostrato cosa potresti fare se ti impegnassi davvero. Il mio commento finale? Ho adorato la saga, e se siete appassionati di storie non canoniche (insomma, se vi fanno schifo Batman e Superman) allora leggete Superior Spider-Man. Tra l’altro uno dei migliori costumi di sempre!!! unico difetto, per me la saga finisce troppo velocemente…ma si sa, nei cinema c’è Spider-man 2

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Detesto ammetterlo ma questa saga mi è piaciuta.
Premessa: tanto tempo fa incominciò in Italia l’epopea ragnesca: “Fino alla fine del mondo”, dove il puzzo di polipo obeso cominciava a farsi pesantissimo. Giocatoresingolo, che è tipo il mio guru come io sono il vostro (diciamo che io sono tipo Dr. Strange e lui è L’Antico), mi informò che i miei sospetti erano fondati: Otto sarebbe entrato nel corpo di Peter sostituendosi a lui come Spider-man. Io nella mia vita ho sempre odiato Green Goblin più di Hitler, Dan Slott è riuscito nel miracolo di farmi odiare Octopus ancora di più.
Bene, confesso che la mia reazione in principio fu: non comprerò mai più l’Uomo Ragno. Per poi aggiungere “…fino a che non torna Peter”, e così è stato. Chiedetelo agli altri.
Ho cominciato Superior partendo dal finale, dal numero 29, quello prima che Otto decida di far tornare Peter al suo LEGITTIMO posto. Purtroppo il numero mi è piaciuto fin dalla prima vignetta, e mi sono odiato per questo. Così ho recuperato, in maniera assolutamente illegale, gli albi  americani e mi sono letto tutta la storia. E la storia è valida. È bella, e si beve meglio di uno spritz ben mescolato.
Una saga è bella quando ti pone delle domande scomode, quando ti obbliga a dire da che parte stai, come fu ai tempi di Civil War, e Slott ti chiede questo:«Otto o Peter?». Il problema (che poi è la forza stupefacente, anzi amazing, anzi superior, della saga) è che non c’è una risposta netta. Beh sì, ci sono le persone tipo Marco che non capiscono niente della vita e che preferiscono i metodi à la Frank Castle per intendersi; ma la verità è che non si può dare una vera risposta netta. Slott non ci mostra uno Spider-Man davvero Superior, ma un ragno che lo è a volte. O meglio: nei primi numeri Otto sistema quelle cose che Peter non si è mai dato la pena di sbrigare, perso sempre a tuffarsi di avventura in avventura, ottenendo un dottorato, costruendo dei nano-bot che lo avvertono dei pericoli nella città e sfruttando a pieno il proprio genio sia nei panni di supereroe sia in quelli di scenziato fondando le “Parker Industries”. Ecco in questo l’abusivo si rivela superiore, ma col passare dei numeri la morale reganiana di Octavius e la sua incontenibile superbia si rivelano inadeguati a sopportare il carico di responsabilità che Peter, pur con qualche intoppo, ha sempre sostenuto. Per cui ci troviamo divisi, spezzati, perché Otto è un calcolatore migliore dell’impulsivo Parker, ma Peter ha la forza d’animo del vero super-eroe che l’usurpatore non avrà mai… oppure sì?
Il finale al mio collega e amico Silwe37 non è piaciuto, io invece penso sia un capolavoro. È vero, è veloce, tutto si risolve in circa 5-8 pagine, eppure non potrebbe essere altrimenti. Nel finale l’abusivo è schiacciato dal Goblindimerda contro un muro, messo di fronte alle proprie responsabilità (che per chi come Marco non lo avesse capito, è e deve essere il tema portante non solo della saga ma di tutto l’universo ragnesco) non ha il tempo di pensare, e per un calcolatore come Ottavio questa è la condizione esistenziale peggiore al mondo, e lui cosa fa? Cede. Cede perché non ha la stoffa, e lo ammette a Peter in una vignetta stupenda. Però, dopo aver consacrato Pietro Parcheggiatore come VERO Superior Spider-Man (mossa con cui Dan Slott si riappacifica con tutti gli affezionati del ragno giustificando così questi due anni horribiles) scopriamo anche che il motivo per cui l’abusivo sta facendo tutto questo è alla fine uno: salvare Anna Maria Marconi, l’amore della sua vita. Perché Otto un calcolo è riuscito a farlo, ovvero ha capito che Peter è l’unico in grado di farcela e così si suicida per far tornare l’eroe e salvare la ragazza.
In questo modo Slott ce lo mette in quel posto dove non batte il sole a tutti: ai fan dell’abusivo, perché dimostra la sua inferiorità, ai fan di Peter, perché alla fine Otto un cuore dimostra di averlo, e il vero eroe farebbe di tutto per salvare la ragazza, persino morire. Come ci insegna Zeus nel cartone animato Disney Hercules:«Un vero eroe non si misura dalla potenza dei suoi muscoli, ma dalla grandezza del suo cuore».
Per concludere: bellissima saga, immancabile sul vostro scaffale. Voglio però vedere cosa si inventerà il nostro Dan adesso, perché perculare un personaggio con 700 numeri Amazing di back-ground è relativamente semplice, adesso viene la prova del fuoco. Ma sospetto, piacevolmente, che Slott se la caverà molto bene.
P.S.: Quando siamo andati a vedere Amazing Spider-man 2: il potere di Electro all’uscita del cinema Marco ha indossato un auricolare che lo fatto assomigliare particolarmente a questo soggetto qui. E poi non mi dovevo arrabbiare…

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Questa cosa che Slott sia sempre stato sul cazzo a tutti – non si capisce, poi, perché: quando per la pelata, quando per la sua mole molto yankee, come se l’archetipo del nerd bazzicatore di forum fumettistici fosse noto per la sua somiglianza con Gabriel Garko, no? – me lo ha fatto stare simpatico fin da subito.
Io con i perdenti c’ho empatia abbestia, come direbbe il mio amico Drago di Livorno, biascicando, con la bocca piena, fra una forchettata di cacciucco e l’altra; c’è chi rimane affascinato dal vincitore e gli corre dietro stregato dalla coppa luccicante, appena sollevata, e chi, come me, fissa curioso il triste ometto rimasto, magari, seduto in panchina, che si conforta in silenzio confidando nel fatto che un giorno, vicino o lontano, arriverà anche il suo turno.
Ecco, quel giorno per Dan Slott è arrivato: alla Marvel qualcuno si è alzato una mattina con in testa l’idea che lui sarebbe stato Deus ex machina di uno dei personaggi più importanti della casa delle idee, e così è stato. Se poi volete anche sapere come la pensa il sottoscritto allora vi dico che decisione migliore sarebbe stata difficile prenderla.

Superior è forse l’azzardo più grosso della gestione del nostro paffuto autore, quello che, per capirci, gli è costato pure qualche minaccia di morte; ma si è anche rivelato uno dei passi più divertenti (e divertiti) delle recente storia ragnesca. Nel suo complesso la serie è un immenso atto di amore nei confronti di Peter Parker e di quello che il personaggio rappresenta, condito da una massiccia dose di ironia e gioco. Con il senno di poi penso che proprio l’elemento del gioco, sia stato quello più urtante per la sensibilità (e qui fate come abbia messo un numero di virgolette tendente a infinito) dei fedelissimi del Ragno. Spider-Otto è un personaggio grottesco, le sue continue trovate pseudorisolutive o vendute, apparentemente, come razionali, sono una carrellata di espedienti assurdi utili a strappare ben più di un sorriso al lettore. Una variante originale dell’Ispettore Gadget, sempre pronta a stupire. Slott (ma anche Ramos e Camuncoli, che non stiamo colpevolmente considerando in questo frangente), tenendo ben saldo il timone portante, regala alla testata un potente elemento ludico, talmente riuscito da fare quasi rimpiangere, nelle coerenti e ben gestite battute conclusive, la fine dell’esperimento. Chi si aspettava, quindi, un Back in Black parte seconda, è rimasto deluso, e chi credeva in una versione parkerizzata del polipone si è trovato spiazzato. Quelli che, invece, gli albi se li sono comprati/scaricati/evocati/costruiti solo per leggerli, caso strano, si sono divertiti.

Posto strambo il mondo. Lo dice anche Drago.

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Di Marvel ho sempre letto poco o nulla, se non qualche volume da edicola tipo “Offertissima! Per 45 settimane insieme alla rivista ‘Il tuo amico cinghiale’ ti tiriamo dietro al pratico prezzo di 9,99€ tutte le migliori/peggiori saghe Marvel”. Perciò il Marvel Now! è stato il momento migliore per accostarsi a due serie che ritenevo più vicine alle mie corde: “Daredevil” di Waid, e “Superior Spider Man” di Slott. Ovviamene, se per l’Uomo senza paura l’avvicinamento è stato abbastanza tranquillo, con “Superior Spider-Man” ho avuto bisogno di un ripassino di storia. Anche perché insomma: Octopus dentro Peter Parker. Peter Parker dentro Octopus. Octopus che muore ma in realtà è Peter Parker. Peter Parker che vive ma in realtà è Octopus. Ma dentro Octopus c’è ancora un po’ di Parker.

Mal di testa.

Però l’idea di base non è malvagia, e segue una domanda che tutti i fan degli eroi si sono posti almeno una volta: cosa succederebbe se le parti s’invertissero, facendo diventare così i cattivi gli eroi della situazione? Se nella DC il tutto si è visto su Terra-3, questo è uno dei casi in cui il tema viene affrontato nella Marvel. E gli esiti mi sono veramente piaciuti. Soprattutto perché arrivi a provare simpatia ed empatia per Octopus, e in qualche misura arrivi pure a “capirlo”, perché nonostante tutto le sue idee ed i suoi metodi funzionano (nello stesso modo in cui durante il fascismo, in Italia, “i treni arrivavano in orario!”). La grande differenza sta nel fatto che però lui “non è l’Uomo Ragno”, e su questo bisogna soffermarcisi un attimo.
La figura di Spider-Man non è come quella di Batman, in cui alla fine non è poi così importante chi si celi sotto il mantello (abbiamo visto un credibilissimo Dick Grayson portare la maschera durante la fase di creazione della Batman Inc.). L’Uomo Ragno è caratterizzato non solo dalla maschera, ma anche dal suo comportamento, dal suo stretto rapporto con New York, da tutto il background che ruota intorno alla figura.
Per questo Ock non è Spider-Man: è privo di quel sentimento di familiarità, di serenità, sia con la città che con il lettore. È questa la sua epifania finale, che lo porta a dare di nuovo il timone del corpo a Peter: l’Uomo Ragno non è solo una maschera, ma anche qualcosa di più, che soltanto Parker può rappresentare.

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Io premetto che non l’ho ancora finito di leggere, devo recuperare qualche numero in mezzo e quindi sono fermo a poco prima di metà run: però, per quanto ho letto, Superior Spider-Man mi garba un casino. Io non sono un grande fan dell’Uomo Ragno… o meglio, sono un fan di tutti gli Spider-Man che NON sono Peter Parker. Sì, pure il clone.

Perchè Parker è troppo coglione. Ha la tipa più gnocca di tutto l’universo Marvel che gliela sbatte in faccia di continuo e lui si mette a dondolare in calzamaglia dietro a un tizio col body da rinoceronte o un altro con un cupolotto fumoso al posto della testa, perché la responsabilità blablabla grandi poteri blablabla. Cioè in quale mondo un filo di ragnatela tira più di quella cosa che tira più di un carro di buoi? Nel mondo malato di Penna Stanca, forse.

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Superior Spider-Man: dopo la conclusione, le nostre impressioni!
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