Ho notato che questa mia rubrica (ogni tanto anche del buon Silwe37) la state cominciando a seguire in molti da poco, probabilmente perché state seguendo la produzione italiana, mentre io seguo quella americana. Beh, in ogni caso siete i benvenuti: commentate e vivete felici con noi le storie del buon Slott che forse sta per fare il colpaccio.

Classica faccia da:«sto per fare il colpaccio».

Da tre numeri (contando questo) è cominciato Spider-Verse, il megaevento Marvel che vedrà impegnato il nostro Peter a fronteggiare la minaccia forse più grande di sempre.
La Trama in 15 secondi: L’universo Marvel è costituito da un’infinità di universi paralleli, detti anche Multiverso. Ogni universo ha le sue regole e la propria storia, ma a quanto pare in ogni universo parallelo c’è un Uomo Ragno.
Qualcuno sta attaccando tutti gli uomini ragno del multiverso per cibarsi della loro forza vitale (una via di mezzo tra il cannibalismo e il vampirismo). Questo qualcuno è la famiglia di Morlun, lui compreso, vecchia conoscenza di Peter che già in due occasione lo ha fronteggiato, e in una Peter è persino morto.
Per far fronte a questo assalto, Peter Parker con l’aiuto di Spider-Man Uk sta radunando tutti gli Spider-Man del multiverso per creare un esercito con cui assalire la famiglia di Morlun e sistemare la faccenda.

Che poi alla fine, se non avessero quel brutto vizio del cannibalismo, sarebbero anche delle persone tutto sommato piacevoli.

In questi ultimi numeri è successo un po’ di tutto, e ci troviamo di fronte a una pianificazione editoriale eccellente che vede un Dan Slott in ottima forma coordinare un evento mastodontico su più testate.
Sì, perché Spider-Verse non si sviluppa solo su Amazing Spider-Man, ma coinvolge tutte le testate ragnesche esistenti, quali: Spider Woman, Scarlet Spider-Man, Ultimate Spider-Man.
Premettendo che devo ancora recuperare questi numeri e finora ho seguito solo la storia su Amazing, e quindi non so dirvi quanto questi tie-in siano fondamentali, ma pare valga la pena leggerli, finora Dan Slott sta giocando astutamente le sue carte e in questo numero cala dei carichi pesantissimi sul tavolo alzando enormemente l’asticella del gioco.

Non ho mai stimato particolarmente Slott: riconosco la qualità delle sue storie, e mi sono riappacificato con la sua gestione di Superior Spider-Man dopo aver letto questa vignetta, però la sua prosa manca di poetica; personalmente amo autori come Jenkins e Straczynski e penso che siano fra coloro che più hanno compreso il ragno.
Ma devo dirlo: Dan Slott sta facendo a pezzi tutti.
L’autore è cresciuto di numero in numero da quando ha preso in mano le redini del ragno, e se all’inizio le sue storie erano leggermente sopra la media del Dream-Team-Ciofeca che aveva gestito Peter a partire da Brand New Day, piano piano ha osato sempre di più, e a questo giro c’è puzza di capolavoro.

Finalmente “Superior” sarà preso a pedate nel culo.

Questo numero è particolare: non è un numero dove i personaggi compiono qualcosa, ma è un numero dove si sollevano un mucchio di domande veramente interessanti che ci fanno gridare costantemente:«Ancora! Ancora!”».
Innanzitutto c’è una bella scazzottata fra quel cazzone di Otto-Peter e l‘unico vero inimitabile e degno Spider-Man. Dove quest’ultimo insegna a quel pirlozzo di Otto per l’ennesima volta che significhi essere Spider-Man.
Poi c’è una lacrime scena strappa dove Peter si confronta con una Gwen Stacy di un universo alternativo e i due sembrano trovare la pace interiore che da lungo sognano.
Infine scopriamo qualcosa sulla presunta “immortalità” degli Inheritors, ovvero un dispositivo che rigenera i loro corpi ad oltranza.
Moooolto ganzo. Davvero molto ganzo.

Come avete visto di per sé il numero è ricco ma le domande che solleva sono ancora più succulente perché ci creano aspettative pazzesche.
Gli uomini ragno principali sono tutti divisi e, ognuno sta procedendo con un proprio piano e sembra poter svelare qualcosa di ottimo.
È una grande sceneggiatura, ricolma di sottotrame e multi protagonismi dirottati su più testate. Non si tratta di un lavoro qualsiasi ma di qualcosa programmato minuziosamente e nel dettaglio, e perlopiù mentre Slott scriveva Superior Spider-Man, una saga non facile con cui rischiava di bruciarsi una gran fetta di spider-fans.
Per cui sì: Spider-Verse ha tutte le carte in regola per essere una delle più grandi storie di sempre dell’Uomo Ragno.
E lo dice uno che Slott lo odia.

Buona attesa da tutti i ragni del multiverso, ci vediamo ad anno nuovo. (Se gli Inheritors non ci mangiano prima!)
Amazing Spider-Man #11: A un passo dalla Storia

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