Anno nuovo, serie nuove: la prima a comparire sui teleschermi americani è stata Marvel’s Agent Carter, l’annunciato prequel di Agents of S.H.I.E.L.D. che ha come protagonista Peggy Carter, la tipa-topa del primo Captain America.

La guerra è finita, Cap. è morto surgelato e tutti i soldati tornano nei rispettivi paesi: si avvicinano i favolosi anni ’50 e, nella società post-bellica, le donne che (come Peggy) si erano abituate a fare la differenza adesso si ritrovano circondate da un mondo maschilista e che le ritiene inferiori.
Peggy, da agente speciale che ha collaborato alla sconfitta di Teschio Rosso si ritrova ad essere trattata come poco più di una segretaria dai suoi colleghi del S.S.R. (Strategic Scientific Reserve, l’organizzazione che con ogni probabilità sarà l’antentata dello SHIELD), cosa la mette non poco a disagio.
Per fortuna questa sottotrama femminista (nonostante sia una costante durante tutto il primo episodio) sembra essere solo una nota di colore e non l’argomento principale della serie: nessuno vuol vedere in azione una Wonder Woman dei poveri, e la vera storia inizia quando scopriamo che Howard Stark (futuro padre di Tony Stark) aveva un caveau segreto pieno di armi “troppo pericolose per essere usate”… si, proprio come Everett Ducklair prima di andarsene sull’Himalaya.

 

Ovviamente questo caveau è stato svaligiato e le armi sono finite sul mercato nero… e Stark è stato accusato di tradimento: l’inventore/playboy/miliardario si dà alla macchia ma prima decide di sfruttare la crescente insoddisfazione dell’agente Carter per reclutarla e convincerla a cercare di ripulire il suo nome, ovviamente il tutto all’insaputa dei suoi superiori che continueranno a chiederle di portare i caffè alle scrivanie e battere a macchina.

Ok, ora basta: potrei parlarvi dei personaggi secondari che sono stati introdotti, tipo lo storpio segretamente innamorato di Carter ma che le dà inconsapevolmente la caccia (fa molto Occhi di Gatto) o di Jarvis, il maggiordomo di Stark (una versione effemminata di Alfred) e altri ancora… come pure potrei parlarvi dei cattivoni-senza-laringe che lavorano per il misterioso “leviathan”…

No sul serio, Leviathan? Hanno davvero chiamato il cattivo della serie così? Morrison non sarà contento.

Insomma, è ancora presto per dire se la serie funziona o no… diciamo che una possibilità potrebbe anche meritarsela, ma con un numero così alto di serie tv fumettistiche, serve MOLTO di più per convincermi a proseguire…

Hai sentito Sammy? Ci sono dei Leviatani in giro: corri a prendere la candeggina!
Agent Carter: prime impressioni
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