Da marzo più o meno è uscito il primo numero di una nuova serie, edita in patria da Image Comics, ideata e scritta da Robert Kirkman (apprezzato autore di The Walking Dead e Invincible) e disegnata da Paul Azaceta: Outcast.

La copertina del primo numero

Dopo l’immenso successo di The Walking Dead, il caro Bob ha deciso di affondare le unghie nel genere horror, scavando più a fondo e uscendosene con un racconto di esorcismi.
Outcast è la storia di Kyle Barnes, un uomo del West Virginia, che fin dall’infanzia si è trovato a confrontarsi con i demoni, che prima hanno posseduto sua madre, poi sua moglie. Insomma, il classico protagonista con tutte le fortune del mondo.
Kyle però non è una persona qualsiasi, il suo sangue, scopriremo nel primo numero, dà un certo fastidio ai demoni, ad esempio, senza contare che questi continuano a chiamarlo reietto insistendo che «gli serva» per un non precisato scopo (probabilmente il solito anticristo della domenica, ma non credo sia questo l’importante).

La storia ha richiesto due anni della vita di Kirkman prima di venire alla luce, e lo stesso autore ha detto che per la prima volta nella sua carriera «sa già come andrà a finire il racconto».
In America credono molto in questa sua nuova opera, tanto che Cinemax ha già comprato i diritti per farne una serie tv.

Se vi mangiate le unghie siete figli del demonio.

L’obiettivo di Outcast, a detta del capitano Kirkman, è quello di fare una serie davvero spaventosa, dando nuovamente dignità a un genere – l’horror, appunto – che ultimamente nel fumetto è a mio parere un po’ abbandonato.
Divertente, in un certo senso, la scelta che il protagonista, Kyle Barnes, debba affrontare sia demoni reali che i demoni personali, come ad esempio il doversi riconciliare con la società dopo essersene isolato anni prima.
Ottima la declinazione scelta del tema horror: le possessioni.
L’esorcismo è un tema poco calcato nella storia del cinema/fumetto Horror, rispetto ad esempio alla sputtanatisima “casa infestata” o alla “comunità aggredita da un pazzo assassino”; benché non manchino i film di culto, uno su tutti chiaramente “L’Esorcista” di William Friedkin (datato però 1973).

Leggendo Outcast non si può non trovarsi ogni tanto a pensare al più celebre esorcista del mondo dei fumetti: John Costantine.
A differenza del London Boy però, Kyle Barnes non è certo un punkettone riottoso quanto piuttosto un asociale desideroso di un po’ di pace per sé e per i suoi cari.
Forse manca un po’ questo nel primo numero di Outcast: un protagonista indimenticabile. Mentre in un’opera come Walking Dead a vincere è la coralità, e se il buon Rick Grimes non spacca lo schermo c’è sempre Michonne con le sue katane, o qualche altro squilibrato carismatico, qui la sensazione è che tutto il peso sia buttato sulle spalle di Mr. Barnes, e se lui non spacca lo schermo non ci sarà nessuno a farlo al suo posto.

Il tema dell’esorcismo è un tema forte e ancora largamente da esplorare, quindi Kirkman ha tutte le possibilità di rivoluzionare un genere esattamente come ha fatto con gli zombie di The Walking Dead.
In sintesi però questo numero non attacca come potrebbe, troppa backstory e anche piuttosto scontata, resta da vedere se l’autore riuscirà a trovare quella chiave di volta con cui reinterpretare il genere e dare un’impronta forte e originale al suo lavoro. Nel dubbio, i disegni di Paul Azaceta spaccano, ma questa non è certo una novità.

Per il momento niente di nuovo sotto il sole, quindi. Ma aspettiamo fiduciosi.

Outcast: il nuovo horror di Kirkman
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