Se l'Italia è il paese dell'amore, allora tutto l'amore è nelle mie mani - Lupin III

Come forse già saprete, da qualche giorno è in onda su Italia 1 la nuova serie di Lupin, intitolata “l’avventura italiana“:
ambientata tra l’Italia e San Marino, questa nuova serie (che noi abbiamo in anteprima mondiale) mi ha incuriosito molto fin dall’annuncio, e non potevo non vederla.

Non commenterò la sigla (cantata da Moreno), perchè ci sono già decine e decine di articoli e video di youtube che lo fanno… inutilmente, a parer mio. È una sigla brutta, c’è poco da dire. Brutta e basta.

Voglio invece parlare della serie, e di come è nata: il successo riscosso dal Lupin in Italia è sempre stato stratosferico, tra i tanti passaggi in onda e le repliche – tale successo non è passato inosservato nel paese del sol levante; se in passato abbiamo avuto il “permesso” di produrre dei fumetti sul ladro gentiluomo, adesso i giappi ci hanno voluto “ringraziare” con questa nuova serie ambientata in casa nostra.

Lo stile del disegno è sempre lo stesso: qualche ammodernamento si vede, ma non è stato stravolto e ha sempre quei tratti spigolosi, i colori non troppo accesi e le figure “stilizzate” che hanno sempre caratterizzato Lupin. Anche Lupin, come personaggio, è sempre lo stesso – sono sicuro che i vecchi fan non saranno delusi; l’influenza di “la donna chiamata Fujiko Mine” si sente ma secondo me fa solo bene alla serie, senza stravolgerla.
Mi ha colpito molto la cura che i giappi hanno messo nel realizzare questa nuova ambientazione tutta italiana: quando ho letto l’annuncio della serie ho pensato che Lupin avrebbe incontrato tutti gli stereotipi dell’italiano all’estero tipo il pizzaiolo, il tizio col mandolino, ecc, e invece no. Probabilmente se noi facessimo un cartone ambientato in giappone ci metteremmo un sacco di samurai e gente che gira coi kimono, ma stavolta gli autori ci hanno trattato davvero bene, si vede che c’è un lavoro molto importante dietro – per dire, i titoli dei quotidiani che si vedono nel cartone sono scritti in italiano, i cartelli stradali sono giusti così come i marchi importanti sono riprodotti in maniera fedele (salvo le ovvie censure anti-pubblicità).

In Lupin – l’avventura italiana il ladro gentiluomo si ritrova nel nostro paese (in realtà inizialmente è a San Marino, dove si svolgono le prime puntate) e verrà subito immerso nel nostro mondo, nel bene e nel male: avrà a che fare con matrimoni, gossip, campioni di calcio, pasta alla carbonara, divorzi complicati, mafiosi, partite truccate, doping… certo, ci sono delle licenze poetiche tipo il San Marino che gioca in serie A contro la Roma o la squadra vincitrice del campionato che, invece dello scudetto, conquista una coppa che somiglia molto a quella dei mondiali, ma ci passiamo volentieri sopra.

Lupin Torre di Pisa
Lupin si è ambientato talmente bene che, ovviamente, invece di andare a vedere i 4 mori è venuto a Pisa

Come ho già detto Lupin è sempre lo stesso, ma in questa serie c’è un’importante novità: la continuità tra gli episodi che, pur restando autoconclusivi, saranno importanti per capire bene i successivi. Vengono introdotti personaggi ricorrenti e situazioni le cui ripercussioni si trascinano per tutta la serie (come quelle tra Zenigata, le autorità italiane e i servizi segreti britannici), cosa mai vista in Lupin. L’ordine cronologico delle puntata diventa quindi importante, e ci dà un Lupin allo stesso tempo classico e moderno.

Insomma, per me è una serie da non pedere. Nonostante la sigla, e nonostante le fastidiose scritte in sovraimpressione aggiunte da Merdaset (che ci ricordano che le partite della juve ce l’hanno solo loro e altre puttanate di cui non frega niente a nessuno).

Lupin III – L’avventura italiana
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