Ieri sera cercavo un film da guardare e, dopo aver rufolato senza successo nella libreria Netflix per 20 minuti, mi sono imbattuto nel primo Man in Black. La mia ragazza mi ha guardato, ormai stufa del mio tergiversare: avevamo trovato il film.

Mentre la pellicola parte controllo su Wikipedia, il film é del 1997. La storia la conosciamo, Will Smith inizia a rincorrere l’alieno, lui é giovane e indossa una maglietta da rapper. Il suddetto alieno si suicida, i due protagonisti si incontrano e K lo recluta. Quel che noto con piacere é che sia la fotografia che il primo alieno mostrato sono invecchiati benissimo, sarà quell’aria dei MIB anni ’50, sarà che non hanno voluto strafare con gli alieni, ma l’unica cosa fuori posto é la maglietta di Will Smith.

Appunto

Will Smith diventa J, partono le indagini. Anche qui tutto fila liscissimo, la pellicola non mostra i 20 anni che ha. Incontrano la dottoressa, il love affair, e noto che indossa una minigonna sul lavoro: su questo aspetto oggi staremmo più attenti. Nonostante alcuni particolari abbiamo scollinato la metà del film e ancora risulta più moderno di tanti blockbuster visti negli ultimi tempi. Sono sempre più stupito degli alieni, probabilmente il fatto di usare pupazzi invece che CGI ha davvero contribuito ad evitare l’effetto gioco PS2, un po’ come la trilogia originale di guerre stellari contro i prequel. Noto anche un che l’alieno é interpretato ottimamente da Vincent D’Onofrio (KINPIN) e mi riprometto di guardare quali altri film ha fatto di cui non sono a conoscenza.

Daredeviiiiiiil

Note sparse: la pellicola contiene un sacco di parolacce (la sto guardando in inglese) e mi chiedo se in italiano siano state censurate per essere mandata in onda su reti mediaset. Chissà se il target iniziale erano bambini o adulti, o forse nel 97 non ci si poneva questo problema. O forse, come Robocop, il film era per adulti ma i giocattoli per i bambini.

Ci siamo, combattimento finale: la piattola aliena in effetti non é perfetta, un po’ pupazzosa, ma anche qui non sembra vecchia di 20 anni. La scena finale poi é un esempio magistrale di scrittura, chiude il cerchio della storia e ti lascia soddisfatto, aprendo comunque la possibilità di un sequel.
Penso con nostalgia ai bei tempi in cui i finali erano chiusi, e che un bambino oggi potrebbe ancora godere benissimo di questo film.

…Ma, a tradimento, arriva la scena finale in CGI, e qui i 20 e passa anni che sono passati mi colpiscono direttamente nello stomaco:

Men in Black – 20 anni dopo
Tag:                 

Rispondi