L’indiscutibile meglio del 2019 – secondo noi

Se non siete morti prima, anche quest’anno è giunto alla fine. Nonostante più o meno tutti ci stiamo trattenendo dalla tentazione di scrivere sui social quanto sia stato brutto questo anno, qui in redazione ci siamo sforzati e abbiamo trovato delle cose belle fra film, fumetti, serie tv e videogiochi. Abbiamo stilato quindi ciascuno la propria top 3, cercando il più possibile di riportare opere uscite quest’anno ma in alcuni casi semplicemente sono lavori in cui ci siamo imbattuti quest’anno e che ci hanno colpito talmente tanto da non poterli trascurare. Oltre ai migliori tre abbiamo dato spazio anche ad alcune menzioni speciali, sia in meglio che in peggio.

Buona lettura e buon 2020!


Difficile dire cosa ho apprezzato di piu in questo 2019, di sicuro ho letto, visto e giocato un sacco di cose anche se poco ha fatto davvero breccia.

Terzo Posto: Avengers Endgame

Al terzo posto va sicuramente Endgame, che nell’enorme frullatore nel quale viviamo ci sembra già vecchio… ma è uscito in primavera. È stato commentatissimo e vivisezionato, ma piaccia o no non si può ignorare il suo impatto sull immaginario collettivo.

Secondo posto: TMNT

Al secondo posto metto la serie delle tartarughe ninja IDW. Va avanti da diversi anni e mi sono sempre un pò rifiutato di leggerla, invece quest anno l’ho recuperata e devo ammettere che è fatta proprio bene, curata nei disegni; è un reboot della serie a cartoni in chiave “più seria”, che riprende moltissimi personaggi secondari. L’avevo sottovalutata ed invece è un ottima lettura, non sfocia nel dark delle origini e non vuole essere neanche per adulti. Un reboot molto ben fatto che non cerca di essere “cool” come il primo film di Bay che all’epoca mi piacque, ma rivisto oggi è davvero invecchiato male. Indubbiamente il miglior prodotto delle tartarughe degli anni 2000

Primo Posto: Tex Willer

Tex Willer Fantasmi di Natale

Il primo posto invece è naturale e penso condiviso per acclamazione… va alla serie “Tex Willer”. Non sono mai stato un grande fan del personaggio, forse per il suo essere “per vecchi” o forse perchè spaventato dalla sua enorme storia. Questa serie non volevo neanche iniziarla ma poi Iago mi ha regalato il numero zero (la prima dose è sempre gratuita) e da li non l’ho mai abbandonato. Indubbiamente l’uscita mensile che aspetto con più ansia, delle storie ben disegnate e assolutamente coinvolgenti. No, non mi sono messo a leggere il canonico Tex: aspetto ancora che Iago mi convinca.

Altre sorprese e delusioni

Menzione d’onore a Morgan lost: dopo Tex il fumetto che aspetto con più ansia. Questo metodo delle stagioni sta pagando e la qualità degli albi, sia grafica che di storia, è incredibilmente alta da qualche anno a questa parte.
Insomma nel 2019 la Bonelli si è ripresa il mio cuore, dopo che ho perso interesse per le nuove storie di Nathan Never.

Passiamo ora alle delusioni. Al terzo posto va di diritto Dark Phoenix: ok che non sono un fanatico della saga, ma da ultimo episodio mi aspettavo un po’ di più di una robaccia svogliata.

Secondo posto per la Lanterna Verde di Morrison: un fumetto di avventure spaziali anni ’70, che non c’entra una cippa con LV e che non menziona il corpo.

Primo (pardon, ultimo) posto indiscusso per il Superman di Frank miller: parliamoci chiaro, tutti aspettavamo la sua visione del kriptoniano dopo averlo perculato per 30anni… e tutti siamo rimasti delusi da una storia inconsistente e dimenticabile.


 

Il 2019 è stato un anno in cui sentimenti di rammarico e nostalgia hanno dominato sia sul mio scaffale che nella mia vita. I titoli che mi hanno colpito sono stati diversi ma quasi tutti hanno a che fare con la mia adolescenza o nascondono comunque un retrogusto passatista. In altri casi sono invece sane tamarrate.
Fuori lista ho dovuto mettere un’opera (in questo caso un videogioco) che mi ha colpito così forte da non poter far parte di alcuna classifica.

Citando Super Mario: Let’s-e go!

Terzo Posto: Cosmic Ghost Rider, Baby Thanos Deve Morire

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Ero in fumetteria con i miei colleghi quando tutti siamo rimasti colpiti dall’audace copertina di questo fumetto di Donny Cates: Ghost Rider rombava nello spazio stringendo un entusiasta baby Thanos. L’ulteriore pompata è che quel Ghost Rider era un Frank Castle, cioè il Punitore, di una linea temporale alternativa, che per qualche ragione aveva ottenuto i poteri cosmici e i poteri infernali. Era troppo, dovevo averlo.
Nonostante le premesse fossero ultra demenziali, leggendolo mi sono ritrovato per le mani un lavoro solidissimo: ritmi gestiti alla perfezione, disegni (dell’ottimo Dylan Burnett) dal richiamo kyrbiano ma anche futuristici, tematiche inaspettatamente serie. Donny Cates è un texano e i suoi fumetti sono esattamente i fumetti di un texano: pieni di pistole, uomini veri e un fortissimo senso della famiglia. Cates è diventato in breve tempo una super star del fumetto e un nome importante in casa Marvel anche grazie a questa storia, una storia dove ogni pagina spara più in alto della precedente e dove ogni volta che pensi sia arrivata al suo apice ti stupisce nuovamente. La storia dove il Punitore si occupa dell’educazione morale e umana di Thanos, il distruttore dei mondi. Serve davvero altro per convincervi?

Secondo Posto: Resident Evil 2 Remake PS4

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L’importanza che Resident Evil ha ricoperto nella mia vita non è quantificabile. Per provare a spiegarla vi dirò che i film tratti da questa saga a me sono piaciuti. Questa è la forza del mio amore per il più bel bambino di casa Capcom.

Resident Evil 2 è il miglior titolo della saga, per cui il remake l’ho giocato con un’ansia da prestazione indescrivibile. Eppure, nonostante mi aspettassi tantissimo, sono stato totalmente ripagato. La ricostruzione degli scenari è fenomenale, gli zombie tornano di nuovo protagonisti dei nostri incubi e Mr. X è una macchina inarrestabile.
Le luci sono la parte migliore del remake e giocano un ruolo fondamentale nel cagarsi addosso. Le zone d’ombra sono davvero buie e impenetrabili, il cono di luce formato dalla nostra torcia è tutto ciò che possiamo vedere e si sposta in continuazione mentre corriamo e ci guardiamo intorno (è un lavoro di programmazione gigantesco). I suoni sono strepitosi e crano una situazione claustrofobica e ansiogena perenne che ci accompagna dalle strade di Raccon City fino all’uscita dal tunnel dei laboratori Umbrella.

Primo Posto: The Boys – Serie Tv

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Amazon ha deciso di giocare un campionato a parte nel mondo dello streaming televisivo. Fondendo il servizio prime delle consegne con Prime Video, può vantare un bilancio perennemente in attivo e una pletora di iscritti volenti o nolenti numerosissima. Questo ha permesso la creazione di diverse serie interessanti e libere (o quasi) da censure o, peggio ancora, dal bisogno di coccolare i fan. Il lavoro di adattamento di The Boys è stato in questo senso spettacolare e ha permesso di migliorare molti aspetti dell’originale fumetto di Garth Ennis, ad esempio definendo meglio il mondo della Vought-American ma soprattutto rendendo Homelander il miglior villain mai visto su uno schermo televisivo.

Abbandonati i toni demenziali del fumetto (tipo supereroi sovietici che non riescono a correre a causa di un’erezione troppo ingombrante) ma mantenendone lo spirito grottesco e di denuncia (non mancano le bombe formato supposta e supereroi in miniatura che si lanciano – letteralmente – dentro vagine). La critica allo star system americano, alla schiavitù dell’opinione pubblica dei social, sono il fulcro di una narrazione spassosa ma sempre puntuale, dove tutte le incongruenze fra l’essere e l’apparire sono mostrate in tutta la loro paradossalità.

Menzioni speciali:

God Country – Donny Cates

Ho voluto menzionare un’altra opera del buon Donny. In generale più che l’opera in sé vorrei consigliare l’autore. Cates ha a cuore il tema della famiglia e tutte le sue storie si concentrano su questo fattore: in God Country una famiglia texana deve fare i conti con il nonno affetto dal morbo di Alzheimer almeno fino a quando durante una tempesta sulla terra arrivano demoni e un gigantesco spadone che dona poteri sovrumani ma anche la memoria, di nuovo, al vecchio capofamiglia. risulta evidente fin dalle prime pagine come l’autore voglia raccontare altro rispetto a una storiella di gladiatori giganti e vecchi cazzuti (non che ci sia niente di male in questo). Ne esce fuori una profonda riflessione sul senso della memorie e delle storie, su quale sia il vero segreto per vivere per sempre e quale ruolo la famiglia ricopra in tutto questo.

Big Mouth – Stagione 3

Big Mouth è una serie di animazione prodotta da Netflix che parla di preadolescenti alle prime scoperti sessuali. Come da titolo è sboccata, irriverente ma anche profonda e nostalgica. Ha il potere di restituire tutte quelle sensazioni e paure che credevamo superate e invece albergano ancora ben salde nei lati bui della nostra psiche dai tempi delle scuole medie.
La stagione 3 ha picchi di genialità assoluti, in particolare la puntata sulla prima volta di Duke Ellington, il fantasma “mentore” del celebre jazzista che vive nella soffitta di Nick per non meglio precisati motivi (ma ha davvero importanza?).

Read Dead Redemption 2

Potrei passare il resto dei miei giorni a spiegare l’importanza di questa opera per il mondo dei videogiochi, così come potrei tenere intere conferenze sul perché Arthur Morgan sia il più grande personaggio mai scritto di sempre, ma proverò ad essere sintetico.
RDR2 è l’opera più ambiziosa di Rockstar Games, noti anche come quelli di GTA, una ricostruzione maniacale del vecchio West di fine ottocento. Racconta le vicende della banda di John Marston, il protagonista del primo numero. Il vero colpo di genio di quest’opera è scegliere un protagonista mai narrato prima: il braccio destro del boss. Arthur Morgan non è un carismatico leader come Dutch Van Der Linde e nemmeno un antieroe tormentato come John Marston. Arthur è un fantasma vivente di un’epoca ormai al tramonto, la sua esistenza devota a Dutch è giunta al culmine e di fronte a un mondo che non vuole più “quelli come lui” si trova a fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni e a chiedersi se ci sia qualcosa che può fare davvero per dare un senso alla sua esistenza.

John: Well, what about loyalty?
Arthur: Be loyal to what matters.


Mai come quest’anno, leggendo le top 3 degli altri, mi accorgo che le nostre opionioni sono piuttosto simili: mi perdonerete quindi qualche ripetizione ma quando ce vo’ ce vo’

Terzo Posto: D&D 5a edizione

Iniziamo con una roba che esiste già da anni MA che ho imparato ad apprezzare solo quest’anno, cioè quando ho iniziato a fare il Master in una campagna luuunghisssimaaaaa e riadattata da un’avventura scritta per la 3a edizione.
Proprio il dover “riadattare” l’avventura mi ha consentito di apprezzare la semplicità e la rapidità della 5a edizione, e mi ha “convertito” definitivamente.
Addio D&D 3.5, ti ho tanto amato ma non ti mastererò (si dice così?) mai più.
Un grazie speciale ai miei giocatori Francesco, Filippo, Alessandro, Michele e Maddalena che mi hanno sopportato per un anno intero (e che ancora mi sopporteranno per un bel po’, visto che sono circa a metà strada nel loro eroico cammino)

Secondo Posto: Tex Willer

Si, sono banale: un’altra roba western di cui hanno già parlato gli altri tra l’altro, ma gli elogi per la serie dedicata al giovane Tex non sono mai abbastanza. Non mi dilungherò oltre, mi limito a continuare a consigliarvi questa serie davvero bellissima.
In alternativa, se proprio non digerite la ripetizione, propongo Batman: Cavaliere Bianco, di cui ho già parlato in un precedente articolo.

Primo Posto: Red Dead Redemption 2

Lo so, il gioco è uscito a fine 2018, ma io lo sto giocando adesso quindi stica.
Fin dal suo annuncio (e dai primi gameplay) rdr2 mi ha lasciato con la bava colante alla bocca; il genere western è uno dei miei preferiti ed ho apprezzato un sacco il primo capitolo, anch’esso giocato con colpevole ritardo.
Purtroppo non ho una PS4 e comprarne una per fare solo un gioco mi sembrava un po’ eccessivo, quindi ho sempre rimandato l’acquisto a tempi migliori – cioè quando sarebbe uscita PS5 ed i prezzi della 4 sarebbero crollati.
Mi ero preparato psicologicamente ad attendere un’altro paio d’anni quando, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata Stadia. Niente più console necessaria nè pc pompato, mi basta una buona connessione (e grazie a Dio ce l’ho).

È proprio grazie a Stadia che, giusto in questi giorni, mi sto godendo quello che non esito a definire il capolavoro di Rockstar Games; un mondo in cui mi immergo totalmente e mi smarrisco, in cui le ore di gioco passano come minuti ed in cui ogni cavalcata è un’esperienza fantastica.
Viaggio veloce? E chi lo vuole? Io voglio percorrere ogni centimetro di quel mondo, insieme ad Arthur Morgan: nel momento in cui scrivo sono circa a metà gioco (quindi no spoiler, sennò vi spezzo a metà) e ringrazio che Stadia non ha visibili le ore giocate, altrimenti mi vergognerei… evito le missioni principali come la peste, preferendo fare tutte le secondarie possibili e passando ore intere a cazzeggiare a cavallo per il mondo. Non mi era mai capitato, con nessun rpg (no, neanche con Skyrim); voglio perdere tempo, non voglio che finisca. E non mi pento di nulla.


Per quel che mi riguarda, tutto il podio dovrebbe essere occupato da Tex, in particolare dalla serie Tex Willer, dal suo speciale natalizio e dal Tex l’inesorabile di Boselli e Villa.

Questo, per me, è stato l’anno del ranger di Gianluigi Bonelli, sia per quantità che per qualità, e non mi stancherò mai di dirlo

Ma, visto che le nominations mi sono state ciulate brutalmente qui sopra, mi sono sforzato di proporre tre valide alternative.

Terzo Posto: Goblin Slayer (anime)

Scoperta per sbaglio – visto che mi avevano consigliato di vedere Demon Slayer ma ho confuso i nomi – la serie animata di White Fox che adatta le light novel di Kumo Kagyu, da cui è stata tratto anche un manga, è stata una vera rivelazione.

È incredibile che la persona che sia riuscita a trasporre nel migliore dei modi lo spirito di Dungeons & Dragons, un gioco di ruolo cartaceo partorito dalla mente di un game designer americano del ’38, sia stato uno scrittore giapponese di light novel contemporaneo, eppure mai mi ero trovato davanti un’opera che riuscisse così bene a rendere le dinamiche di un party e lo spirito di una quest vissuta a suon di serate passate a lanciare un D20.

Imperdibile per tutti i giocatori di ruolo, vecchi e nuovi.

Secondo Posto: Doom Patrol (serie)

Ok, non è perfetta, è troppo lunga e si incarta pure un po’ negli episodi centrali, inoltre ha dei momenti davvero cringe… MA, in mezzo a una pletora di prodotti supereroistici scritti con la fotocopiatrice e girati da dal robottino Emiglio di Giochi Disneyosi, Doom Patrol, la serie creata da Jeremy Carver per il DC Universe e portata in Italia da Netflix, si distingue per la voglia di spiazzare lo spettatore e di metterlo davvero alla prova – ancora più di Umbrella Academy che, pur condividendo con DP la tematica della famiglia disfunzionale e non avendo alle spalle una Major incazzosa con cui fare i conti, non riesce ad affondare il coltello con altrettanta forza.

I 15 episodi di Doom Patrol sono un manicomio e, in quanto tali, alle volte non molto confortevoli da vivere. 
Però sono vivi, come i suoi personaggi che si battono, fuggono, si contraddicono e sanguinano molto più di tanti eroi (e film/serie) più blasonati.

Primo Posto: Conan – La figlia del gigante dei ghiacci di Robin Recht (fumetto)

Star Comics sta traducendo per il nostro mercato i fumetti francesi della Glénat dedicati a Conan il cimmero, il barbaro figlio dello scrittore americano Robert E. Howard, in bei volumi cartonati.

Tra questi bei volumetti cartonati si nasconde una piccola perla disegnata da Robin Recht: La figlia del gigante dei ghiacci è il secondo racconto del cimmero scritto da Howard, il primo pensato appositamente per Conan – il precedente, La fenice sulla spada, era stato originariamente scritto per il personaggio di Kull -, Recht (date un’occhiata anche al suo Elric) non solo riesce a trasporlo meravigliosamente ma lo rielabora trasformandolo in qualcosa di originale e maestoso.

Eros, vita e morte danzano insieme in mezzo ai ghiacci in tavole al contempo liriche e brutali.
Un paradosso, proprio come paradossale è la storia di innamoramento, seduzione, fuga e violenza vissuta da Conan.

Leggere per credere.

TNE Awards 2019

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