Dove eravamo rimasti? Ah sì, Amichevole Olanda-Giappone, prima perdono ma poi pareggiano, grande prova di carattere dei nostri Samurai e tutto è bene quel che finisce bene. Fantastico vero? No.
Adesso arrivano i guai.
Ps: chi si fosse perso la prima parte può rimediare al più grande errore della sua vita cliccando qui.

Tutti tornano verso la città della propria squadra col primo volo charter disponibile (d’altronde basta notare che Holly a parte la divisa da allenamento del Barcellona ha soltanto una felpa con cappuccio, un borsone dell’Adidas vuoto e il solito paio di Jeans per tutto il cartone, per cui figuriamoci se vola con Fly Emirates o, tantomeno, in business class), tutti pieni di speranza e fiducia in se stessi rinnovata dal pareggio ottenuto contro l’Olanda.
Una volta arrivati però le cose si fanno dure per tutti, nessuno escluso.
Si comincia con Holly: primo allenamento con il Barcellona, stampa giapponese in delirio, decine di giornalisti a bordo campo che attendono il suo primo allenamento… Ma Holly non c’è! O meglio, c’è ma è a terra svenuto, di fronte a lui l’onnipotente RivOldo (nooo, non c’entra niente con il Brasiliano RivAldo, è una vostra impressione quella che abbiano gli stessi capelli, la stessa carnagione, la stessa nazionalità e lo stesso ruolo in campo). Rivoldo ha anche la classica faccia di chi ha appena gonfiato di botte un calciatore giapponese, e effettivamente la circostanza induce, me compreso, a pensare che qualcosa fra i due non sia andato positivamente. Holly si risveglia nell’infermeria dove un simpatico dottore si fa raccontare cos’è successo attraverso il pilastro fondamentale della tecnica narrativa di Yoichi Takahashi: il flashback.

“Dottore”, io cominciai, ed egli a me “Narra o’ pigmeo:
quale dolore ti reca in mia presenza? Quale fadiga che non sia giocare in Liga?”
Dottore, ancor rimembro in cuor mio lo dolor antico che già mi porta in vostra presenza.
Presentommi in anticipo al campetto catalano per ben impressionar lo mio mentore,
fin quando non sopraggiunse con cotanta vis un moro di nota fama, lorsignor Rivoldo.
Costui invitommi a dilettarmi con lo medesimo ne lo giuoco de lo calcio,
ma nell’entusiasmo della tenzone ebbi a battere la testa, cosicché or’ giaccio,
infine,
caduto, come i frondi da li salici piangenti,
come lagrime cocenti su pallido viso.
Galeotto fu il contrasto e chi lo vinse, da quel momento più non ricordo avanti.

Finito il racconto il medico (che avendo fatto il liceo scientifico Ulisse Dini a Pisa non capisce nulla di letteratura tantomeno di poesia) dichiara Holly insano di mente e gli consiglia di andare da un dottore in quanto lui è un medico sportivo e quindi la medicina non l’ha mai studiata, è lì solo perché nipote di Prandelli.
Oliviero, anche se ha subito un trauma cranico che lo porta a parlare in antico volgare (ma questo non deve stupire, dal momento che in Holly e Benji, da sempre, tutti sono sempre stati in grado di parlare con qualsiasi persona indipendentemente dalla sua nazionalità senza bisogno di alcun traduttore) decide di tornare subito in campo perché il miste’ lo deve vedere all’op’ra anzi il chiarir dell’alba.
Così il nipponico torna in campo scavalcando in un solo balzo una rete di recinzione alta due-tre metri (sic) e prende parte alla partitella in corso.
Gli occhi sono tutti puntati sul duello Holly-Rivoldo e i due ovviamente non mancano di monopolizzare il gioco strafottendosene dei compagni di squadra.
Botte da orbi, con Holly che in un primo momento sembra essere riuscito a driblare l’avversario sfruttando proprio una sua mossa segreta, quand’ecco che Rivoldo mette in scena la sua “difesa acrobatica”. Allenati dalle varie meraviglie del cartone fra cui l’insensata e stupefacente catapulta dei gemelli Derrick, la difesa acrobatica di Rivoldo non ci può stupire, anzi, viene quasi da chiedersi come mai nessuno l’abbia mai usata prima nel cartone. Voglio dire: i portieri rimbalzano sui pali della porta, cosa sarà mai appoggiarsi al prato per darsi la spinta all’indietro? Questa cosa però stupisce tutti i presenti e mostra come anche il nostro idolo circense ne abbia da mangiare ancora di pagnotte.
In ogni caso però Holly si mette in mostra agli occhi del suo allenatore che lo prova in vari ruoli, ala, trequartista, mediano, alla ricerca di una migliore collocazione possibile (e questa rimarrà un’altra delle pochissime cose plausibili e realistiche del cartone). I giornalisti, dimostrando come sempre la propria incompetenza, ma soprattutto il loro bisogno di vedere problemi ovunque, persino nel primo allenamento stagionale di un neoacquisto giapponese, cominciano a discutere sul perché il mister provi Atton in tutti quei ruoli. Alla fine vedendo che il giocatore se la cava bene in tutti i ruoli decidono che quella versatilità invece di garantirgli il ruolo di riserva di lusso o di titolare Jolly, come accadrebbe in una qualsiasi squadra del mondo, è invece un handicap perché così l’allenatore non sa dove farlo giocare; infatti nel mondo di Holly e Benji se nasci difensore centrale devi morire difensore centrale. Anche Buffon che ha iniziato la sua carriera come centrocampista non è un vero portiere, in relatà si traveste così per ingannare gli arbitri, e di fatto questo sistema permette di schierare un uomo in più in mezzo al campo e contemporaneamente di avere un portiere – ecco spiegato perché la Juventus ha vinto così tanti scudetti, altro che Calciopoli.
La sera dopo l’allenamento il mister chiama nel suo ufficio Holly per chiedergli in quale ruola desidererebbe giocare. Segue l’ennesimo flashback dove il nostro ripensa a tutti i ruoli che ha praticato dall’infanzia ad oggi (io sinceramente non me ne ero mai accorto, mi era sempre sembrato che giocasse da solo e basta) e decide per il trequartista. Il ruolo è già occupato da Rivoldo, ovviamente, e questo ci fa già capire che il mister deve decidere fra uno dei due; infatti anche nel mondo reale gli allenatori tengono in altissima considerazione i desideri dei propri giocatori, e se questi non vogliono giocare in un ruolo figuriamoci se il mister ce li schiera! Chiedetelo a Kevin Prince Boateng che si è fatto vendere allo Schalke 04 perché nel Milan giocava mezz’ala nonstante lui si sentisse un grande trequartista.
Il bello però deve ancora venire.
In un normale universo un giocatore non ancora pronto fa la cara vecchia panchina, oppure viene ceduto in prestito per farsi le ossa. Già. In Holly e Benji un giocatore impreparato deve essere invece umiliato e deriso: Il mister relega Holly nella squadra B del Catalunya e gli chiede di firmare dieci goal e dieci assist in tutta la stagione a venire.
Ad onor del vero il Barcellona ha realmente una squadra B (come anche il Real Madrid e altre squadre spagnole di primo piano) e la utilizza proprio per dare spazio e continuità ai calciatori del suo vivaio, la famosa cantera, ma non si è mai sognata di mandarci, che so, Alexis Sanchez neo acquisto dall’udinese perché facesse esperienza con il campionato spagnolo.
Ma soprassiedo, dopotutto un po’ di tensione a questa trama andava pur data no? Finora Holly aveva sempre fatto un figurone, e il pubblico si stanca dopo un po’.

Nel frattempo Landers è tornato a Torino, dal suo F.C. Piemonte, e deve dimostrare di essere all’altezza del calcio italiano. Durante L’allenamento dopo una figuraccia nello svolgimento di un esercizio – che stranamente non era una partitella – Mark fa sfoggio del suo tiro della tigre sganciando una mina all’incrocio dei pali lasciando tutti di stucco, compreso il mister Carlo.

Sì, proprio lui.

Durante dei test fisici però verrà fuori che Landers ha una parte del corpo più sviluppata, la destra. Questo provoca in lui uno squilibrio fisico (fin qui tutto vero) che lo può portare oltre a danni fisici (ad esempio la scoliosi, vero vero, bravi) a non sfruttare il suo potenziale, ad esempio la spinta che gli dà la gamba sinistra mentre corre non è potente quanto quella della destra (ancora giusto, mi sto sorprendendo) e di questo sicuramente se ne accorgeranno i difensori avversari che gli prenderanno il tempo e lo bruceranno sulla corsa (Ma nooooooo!!!!!).
E ovviamente come volete che vada la storia? Mark giocherà la sua prima partita perché gli attaccanti titolari sono infortunati e lui non riuscirà a fare goal all’ Parma Emilia perché il difensore Thurom (questa cosa di cambiare le “A” con le “O” nei cognomi comincia ad essere fastidiosa) si accorge subito di questo deficit. Landers sarà sostituito dopo poco e uscirà in lacrime fra i fischi giurando però di non arrendersi.

Passiamo a Benji.
Bengiamino è il portiere dello Schutzstaffeln Lever-Dortmund, una squadra con i colori del Werder Brema ma la cui residenza ufficiale è ignota.
Quando lo raggiungiamo è il momento più atteso del girone di andata della bundesliga: la sua squadra sfiderà il Wusterl Vereint capitanato dal Kaiser Schneider.

No, non (di nuovo) lui.

Ora può essere interessante ricordarsi il vecchio Holly e Benji, in particolare la finale della youth league, Germania-Giappone, e ricordarsi chi fossero i giocatori tedeschi di punta. Oltre al biondissimo Keiser figurava l’indimenticabile sosia di Braccio di Ferro: Hermann Kaltz.

Lo stuzzicadenti non deve trarvi in inganno, l’attore che interpreta Braccio di Ferro e Hermann Kaltz è infatti lo stesso. La pipa sostituisce lo stecchino un po’ come gli occhiali camuffano perfettamente il passaggio di Superman ai panni di Clark Kent

Benji, Sneijder e Hermann un tempo giocavano tutti e tre nell’Amburgo, ed erano grandi amici. Sneijder è poi passato al lato oscuro perché convinto (proprio come Skywalker) da suo padre, neo-allenatore della squadra bavarese. Gli altri due, che potrebbero fare lo stesso, decidono invece di restare all’Amburgo perché è lì che sono cresciuti e si sono affermati come professionisti. Questo crea degli attriti principalmente fra Kultz e il biondo Kaiser.

La partita comincia e subito Sneijder prova un tiro da centrocampo così, per scaldarsi. Benji ovviamente lo para, e Sneijder parlando con se stesso si rimprovera di essere stato impulsivo e di non essere ancora entrato in partita. Meno male se lo è detto da solo.
Dopo altre azioni pirotecniche, sugli sviluppi di un contropiede Kultz (che sarebbe un mediano/libero in realtà) fa un goal ignorante sfasciando la rete – tutto questo senza mai sputare lo stuzzicadenti.
A questo punto Benji non deve fare altro che difendere il risultato e plurime volte si mette in mostra con salvataggi notevoli sui soliti tiri impensabili di Sneijder.
A metà secondo tempo durante un contrasto Kultz commette un falletto di reazione su Snejder, roba tipo prenderlo per il bavero incazzato nero e dargli uno spintone. Trattandosi di un cartone per bambini è un po’ come se gli avesse sparato, per cui l’arbitro sfodera una cosa mai vista prima in Oliviero e Bengiamino: il cartellino rosso.
Espulso il nostro amico e parata la punizione di Sneijder, come ogni allenatore sano di mente che al 70′ si trova in vantaggio di un goal ma in inferiorità numerica chiede ai suoi ragazzi di difendere il risultato, tradotto: possesso palla sterile, difesa col peggio catenaccio, tutti chiusi dietro al centrocampo, perdere tempo in ogni modo possibile.
In Italia i cronisti di ogni redazione sportiva sono totalmente in lacrime, commossi dall’improvviso e ritrovato senso tattico in un cartone che non sembrava sapere dove il calcio stesse di casa. Ma secondo voi a Takahashi gli frega delle pagelle della Gazza?

Esattamente.

Il rompiballe biondo accusa Benji di comportamento antisportivo, probabilmente sperando di avere due volte la stessa fortuna e di far espellere anche Bengione. Benji è sempre stato il “maturo” del cartone, quello più razionale e calcolatore; non a caso nella prima serie quando sono in ritiro con la nazionale Benji si finge infortunato apposta perché Eddy Warner possa trovare il coraggio di parare al posto suo, e allo stesso modo sempre in ritiro fa apposta di fare lo stronzetto perché tutti sfoghino la propria rabbia e frustrazione su di lui anziché sul mister. Ma sopratutto è lui il primo, addirittura sempre nella prima serie, a trasferirsi in Europa per migliorare la propria tecnica calcistica per cui non ci si aspetta proprio che possa cadere in una trappola del genere. E infatti non ci cade. Fa di peggio.
Sullo scadere l’Amburgo del nostro portiere col cappello ancora è in vantaggio e ha appena guadagnato una punizione dal limite. I giocatori stanno sistemando la palla per calciare la punizione prendendosela comoda, cosicché Benji parte a rotta di collo dalla propria area gettandosi a battere la punizione, cercando ovviamente il goal a differenza di tutti i suoi compagni meno “sportivi”. Il tiro però sbatte catastroficamente sulla barriera, che non si fa molti problemi a dare la palla al Kaiser. Comincia la corsa disperata di Benji per salvare la propria porta sguarnita, ma in un moto di strana realisticità nessuno è così veloce da potersi fare tre quarti di campo più rapido di un pallone scagliato a 120 km/h, e così il Bayern pareggia.
La partita finisce e Benji è un cretino.

Riusciranno i nostri eroi a riscattare il nome del Giappone?

Tutto sta crollando a rotoli: il cammino intrapreso dai nostri tre intrepidi samurai del pallone si è improvvisamente arrestato, le difficoltà riscontrate nel calcio europeo a quanto pare sono superiori alle loro aspettative. Riassumendo:

  • Holly è stato relegato nel Catalogna B, nel cartone una specie di incrocio fra la primavera e il realmente esistente Barcellona B. Il mister gli ha chiesto di fare 10 goal e dieci assist nel corso della stagione se vuole essere reintegrato in prima squadra
  • Marc Landers a causa del suo squilibrio fisico non è adatto al campionato italiano, ha giocato una partita partendo titolare ma è stato sostituito dopo neanche 45 minuti
  • Benjiamin Price dei tre è quello che se la passa meglio: è il miglior portiere del campionato tedesco e la sua squadra, l’Amburgo, è seconda dietro al Bayern Monaco. Purtroppo però nello scontro diretto fra le due corazzate proprio a causa di un’uscita scellerata dello stesso Price l’Amburgo anziché riuscire a vincere e a portarsi in testa alla classifica ha finito col perdere.

L’alba del giorno dopo vede un Holly piuttosto amareggiato per la scelta del mister, che sfoga la propria frustrazione correndo lungo le strade di una Barcellona deserta. Arrivato a Parc Güell, o a qualcosa di simile, incontra il dottore del Barça che lo esorta a non mollare e a mettercela tutta per soddisfare il mister. Nel frattempo lo porta a vedere una partita del Barcellona B e gli narra la storia del club, mostrando un tunnel che collega lo stadio B al Camp Nou e, come il sogno di ogni giocatore sia di attraversare quel tunnel rinominato “il Tunnel della maturità”. Nella realtà lo stadio B è realmente molto vicino al Camp Nou, e sicuramente tutti sognano di fare il passaggio da quello stadio all’altro ma non mi pare esista anche il tunnel in questione, anche perché credo costerebbe dei fantamiliardi e sarebbe discretamente inutile. In ogni caso un po’ di simbolismo non guasta, e questa storia del tunnel trasmette anche un certo fascino che non stona affatto con lo sport e i sogni degli sportivi in generale. Durante la partita poi Holly ha anche modo di vedere il grande attaccamento della città alla propria squadra, tanto che pur trattandosi di una partita di una squadra e di un campionato minore lo stadio è pieno.
Tornato a casa rinfrancato dalle parole del dottore e da quanto visto, squilla il telefono. Dall’altro capo della cornetta c’è Mark Landers che invita Oliviero a raggiungerlo in Italia, dove, a parer suo, la gente farebbe follie per averlo in squadra e sicuramente mostrerebbe a tutti quanto vale senza farsi umiliare in serie B. Holly però declina l’offerta perché non vuole andarsene da sconfitto e vuole dimostrare a tutti quanto vale anche a costo di fare la peggio gavetta.
Più tardi a chiamarlo sarà anche Benji Price che ha letto la notizia del declassamento sui giornali. Il nostro razionalissimo portiere lo invita a fare una cosa niente male:«Ehi ma perché non fai vedere a tutti chi sei e dieci goal e dieci assist non li fai tutti nella partita di esordio?», Oliviero invece di fargli una supercazzola o dargli del cretino cosa potrà mai rispondere? «Ma certo! Che grande idea!». In tutto questo è apprezzabile l’umiltà di Atton.

E così ci siamo, ecco il momento del riscatto: l’esordio col Barça B.
Subito al primo tocco di palla si dimostra una dato di fatto ineccepibile: Holly è troppo forte per la segunda divisiòn. Infatti l’avversario verrà asfaltato dal nostro che lo riempirà di goal. In totale Holly segnerà 7 goal e fornirà tre assist già nei primi 20 minuti. Sembra più che possibile quindi fare quello che Bengiamino gli aveva suggerito al telefono. Ma – colpo di scena – l’arbitro sospende la partita. Motivazione? Netta inferiorità dell’avversario.
Sinceramente non so se esista questa regola, credo di sì – per quanto assurda sia – ma non penso sia mai stata applicata prima d’ora. Specialmente al giorno d’oggi in cui le tv pagano bei soldoni per le esclusive e con tutto il business che c’è dietro. So per certo per esempio che il quarto uomo può chiedere all’allenatore della squadra che sta perdendo in maniera plateale se quest’ultimo voglia o meno giocare i minuti di recupero finali, come successe alla Roma di Zeman che perdeva 4-0 dal cagliari (lui però decise di continuare e in quel frangente la Roma rimontò di due goalssss), però sulla sospensione per inferiorità dell’avversario non ci metterei la mano sul fuoco.
In ogni caso questo è ciò che succede e quindi Holly perde l’opportunità di fare i suoi 400 goal+assist in una partita, ma dimostra di essere un megafusto oltre ogni dubbio.

Siamo quindi giunti alla fine della serie: restano solo due puntate, per un totale di 21.
Il finale è molto sbrigativo e sommario e lascia aperte le porte all’ignoto, o meglio ha la classica conclusione aperta in stile seconda stagione del tuo telefilm preferito che è appena diventato famosissimo e che ti fa girare il cazzo a duemila perché vorresti sapere cosa sccede dopo etc.

La penultima puntata si apre con Holly che segna l’ultimo goal necessario per il passaggio in prima squadra. Nel frattempo carrellate varie sugli altri giapponesi che si allenano senza sosta: Mark fa i pesi, Julian Ross corre per Parigi, Benji para le bordate di Kuntz a oltranza con quest’ultimo che implora pietà per la stanchezza.
Ci spostiamo in un bar brasiliano dove ritroviamo Roberto il mentore di Atton (tutte le volte che inquadrano Roberto nel cartone è sempre seduto a bere il caffè in questo bar. Da cui si deduce che o il bar è suo, oppure usa il vecchio trucco del calciatore Adriano che per non farsi sgamare mentre beveva birra se la faceva mettere nelle tazzine da caffè). Nel bar scopriamo che una nostra vecchia conoscenza, il Dio del calcio Carlos Santana, è stato comprato dal corrispettivo HollyeBenjiano del Valencia (che in quegli anni era al vertice del calcio spagnolo più del Real Madrid).
Carlos alla stampa confessa che è stata proprio la presenza di Atton nel Barcellona a spingerlo laggiù.
Ovviamente arriva il momento del match ma Holly è in panca perché il suo posto è occupato da Rivoldo. Rivoldo fra l’altro è connazionale di Santana e questo crea molta attesa del pubblico.
Entrambi i brasiliani si fanno valere e sfasciano le reti avversarie, la puntata finisce con Santana che involontariamente infortuna Rivoldo e Holly che deve entrare al suo posto.
Manco a dirlo scontro apertissimo fra i due con botte da tutte le parti. Segnano entrambi – ovviamente in rovesciata – e in egual misura. La partita non finisce, o meglio non si sa come andrà a finire perché la telecamera si sposta su Rivoldo e i suoi pensieri: egli si accorge del grande talento dei due in campo e con la mente viaggia al futuro mondiale, pensando a come sarà tosto emergere con tutti questi futuri campioni in giro. Carrellate varie su tutti i protagonisti, passando prima su Landers che si sta scaldando durante il match Piemonte-Calabria. Mancano cinque minuti e per sbloccare il risultato il mister Carlo si affida al Giapponese facendolo entrare. Il Calabria, che sembrerebbe la Fiorentina a giudicare dal colore delle divise, mette subito pressione al nuovo entrato che però si smarca facilmente duettando con Willem fino al momento clou in cui un difensore avversario entra in contrasto con Mark urlando:«Conosco il tuo punto debole!» riferendosi al suo squilibrio muscolare. Landers però mica si è grattato in tutti questi mesi, tanto che l’avversario si sfracella letteralmente contro la spalla sinistra di Mark emettendo un sonoro :«Uaaaah» e rovinando a terra. Continua il duetto con Willem, vengono anche inquadrati diversi stop col piede sinistro, per far vedere che non rappresenta più un handicap, e alla fine su cross dalla destra il nostro spara una bordata della tigre a mach 2 che sfascia la rete e il Piemonte vince la partita.
Si passa a Benji che gioca il ritorno contro il falso Bayern Monaco di Sneijder e si esibisce in una parata favolosa. Una volta rinviato il pallone per favorire il contropiede della propria squadra dice al biondo Kaiser che lui non segnerà mai e tutti diranno che lui è il miglior portiere del mondo e, che questo non lo fa per se stesso ma per la nazionale giapponese.

Ci siamo, tutti tornano in Giappone: è ora del mondiale!
Julian Ross da Parigi, Rob Denton e Mark Landers dall’Italia, Holly dalla Spagna e Benji dalla Germania, tutti si ritrovano di nuovo insieme per l’imminente torneo.
Le immagine sono veloci: un’intervista pre-torneo, immagini di allenamento, inquadrature sulla curva dello stadio e infine l’ingresso in campo con il telecronista tutto carico che annuncia nome e numero dei giocatori della nazionale nipponica.
Ovviamente l’avversario è il Brasile, dove figurano Rivoldo, Santana e Pepe, nostre vecchie conoscenze. In panchina del Brasile, addirittura c’è Roberto. Viene spontaneo quindi chiedersi: come ha fatto a diventare allenatore del Brasile se ha passato il suo tempo a bere birre e guardare le partite di Holly al bar?
Ma nessuno ci svelerà mai questo arcano perché purtroppo su queste immagine si chiude uno dei più spettacolari, è il caso di dirlo, e insensati cartoni di sempre.

Cose che abbiamo imparato guardando Holly e Benji Forever (Road to 2002)

  1. Il gioco di squadra è inutile. Se vuoi fare goal prendi palla e scarta tutti i tuoi avversari.
  2. Si può fare goal solo in rovesciata
  3. Se i tuoi compagni ti fanno notare che ci sono anche loro allora devi fare goal su azione, ma di solito l’azione viene svolta da due massimo tre persone, per cui si capisce che per avere una squadra forte bastano tre giocatori bravi
  4. I portieri sono tutti scarsi e inutili, a meno che non si chiamino Benjiamin Price. In tal caso per fare goal dategli dei fifoni antisportivi e lasciate che siano loro a battere le punizioni
  5. La prima volta che giochi in un ruolo fai quello per tutta la vita
  6. Le lingue non esistono, tutti parlano la stessa a seconda del paese in cui viene distribuito il cartone animato
  7. Il vero calcio si gioca in Brasile, ma anche in Europa
  8. Se la tua squadra è troppo forte l’arbitro sospenderà la partita
  9. Se hai una gamba più forte dell’altra muori
  10. I falli non esistono.

Infine, e questa è la vera ed autentica morale del cartone, non importa quanto talento hai, da dove vieni o che lingua parli (visto che tutti parlano la stessa), senza applicazione, sacrificio e voglia di vincere non potrai mai essere il numero uno né avere successo nella vita. Chi si sacrifica però presto o tardi vedrà i propri sforzi ripagati, sempre.
E questo, dopotutto, e uno dei seimila motivi per cui amo Holly e Benji.

Forza New Team!

Le Oscure Trame di un cartone fantastico: Holly & Benji forever (road to 2002) parte 2
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