Continua il suo percorso la serie Tv di casa Marvel: Agent of Shield.
Siamo arrivati alla sesta puntata e le cose si fanno finalmente interessanti. Questa puntata raccoglie tutti i frutti seminati nelle precedenti puntate aggiungendo pure un paio di nuovi tasselli.
Ma veniamo a noi e commentiamo cercando di spoilerare il meno possibile.

Il Comandante Talcott, figura davvero enigmatica (non si capisce se ci è o ci fa), sta tenendo un discorso all’ONU quando la sala riunioni viene invasa da sedicenti agenti Shield che uccidono un po’ tutti partendo però da un dimenticabile e discutibilissimo politico italiano. E qui una piccola e breve osservazione: il già mitico politico italiano non è credibile fin dal primo momento, in quanto parla un inglese perfetto (politici italiani che parlano bene inglese?!?), se poi mentre muore gli fate esclamare «Oh, Diavolo!» senza una pronuncia corretta noi sentiremo «Ow diavelow» e questo rovinerà per sempre tutto.
Comunque sia, si capisce subito che i finti agenti Shield sono dell’Hydra, ma ovviamente all’ONU non lo hanno capito e parte una mega campagna politica per distruggere definitivamente lo Shield, tipo legge anti-mutanti negli x-men.
Ok questi erano i primi cinque minuti della puntata, per cui non li considero un grande spoiler.

Questo episodio mi ha provocato sentimenti contrastanti. Abbiamo una partenza vivace ma con una regia piuttosto mediocre che quasi ci convince di essere di fronte all’ennesimo episodio di costruzione della trama futura (e il puzzo di un ritorno qualitativo alla prima metà della scorsa stagione si fa forte nelle nostre narici). Poi accade qualcosa che stravolge tutto; e quel qualcosa si chiama Grant Ward.
In questo episodio abbiamo la conferma di ciò che nel finale spettacolare della scorsa stagione avevamo solo intuito: non è Coulson (il mio preferito) il motore intorno a cui ruota la serie; la chiave per accendere questa meravigliosa macchina che è Marvel’s Agent of S.H.I.E.L.D. è il bellimbusto dallo sguardo tenebroso e che ancora una volta ci dimostra che non è stato preso nel cast solo per il suo bel faccino.
Finora Grant se ne era stato buono buono nella sua cella senza fare granché, a parte incuriosirci con le sue storie sul padre di Skye, ma sapevamo che un personaggio in grado di ribaltare le sorti di una serie non poteva restarsene seduto da una parte e basta. Quello che più stupisce è che Ward in questa puntata non fa praticamente niente tutto il tempo

eppure riesce a tenerci inchiodati alla poltrona.
Sul finale poi il crescendo emotivo è talmente ampio che si passa ad una regia quasi da cinema più che da serie tv e il godimento è totale.

Dunque nulla da dichiarare a questo giro, solo applausi.
Possiamo sintetizzare così:

Contro: Questa serie è Ward-dipendente. Se non si infila lui nella trama la puntata non si accende.
Pro: Quando parte Ward il telefilm raggiunge picchi di spettacolarità e causa dipendenza.

Caro Grant, ti va male che gli Oscar alle fiction non li danno!

Con questo è tutto, non perdetevi la prossima puntata né la nostra recensione!

Agent of Shield 2×06: un po’ di movimento

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