Ben ritrovati cari nerdozzi, l’estate è finita e fra chi è tornato a scuola, chi all’università e chi a lavoro, oltre alla pioggia ha fatto ritorno anche la noia.
Per combattere il logorio della vita moderna potete tracannare liquori al carciofo oppure continuare a leggere.

Lo scopo della foto sopra è solo quello di farvi entrare nel mood giusto per l’articolo. Oggi parliamo infatti delle versioni “fan-made”, o per usare il termine corretto “Hack-Rom”, di quello che forse è il gioco per Game Boy più famoso di tutti i tempi: Pokémon.

Asciugate la lacrima nostalgica che vi è scesa (lo so che vi è scesa, non vergognatevi) e partiamo.
Quando ero un giovine e mi sfasciavo pollici e pupille su Pokémon Blu l’unica cosa che non sopportavo erano le differenze con il cartone animato. Il gioco era stupendo e regalava davvero quelle emozioni che avevo sempre sognato guardando le gesta intrepide di Ash e di quello sfrangiamaroni di Pikachu, però mi faceva incazzare tantissimo che lui gli starter li recuperasse tutti mentre io potevo scegliere solo uno tra Charmender, Squirtle e Bulbasaur. Non solo, mi dispiaceva che Brock e Misty non diventassero miei amici e che il mio fosse un viaggio solitario, visto che a differenza del topo giallo di Ash i miei pokémon non avevano problemi a stare nella loro sfera poké.
Tutte queste frustrazioni a quanto pare non erano solo mie, infatti non molto tempo dopo uscì la versione Gialla.
Questa versione che teoricamente doveva ricalcare fedelmente l’Anime, si limitava in realtà a pochi cambiamenti: il tuo starter era pikachu (l’unico pikachu di tutto il gioco fra l’altro), Pikachu non stava mai nella sua sfera poké, trovavi tutti  e tre gli starter. Il resto del gioco era paro-paro a Pokémon Blu e Rosso.
Di pokémon giallo infatti l’unica intuizione geniale fu quella di mostrare un Pikachu che ti seguiva ovunque (anche al cesso) e di poterci parlare in ogni momento registrando con un fumettino le sue emozioni.

Le emozioni di Pikachu variavano dall’odio profondo fino all’amore per il proprio allenatore in base a non ho ancora capito quale fattore.

Questa cosa in un adulto cresciuto a pane e debito pubblico non scalda particolarmente il cuore, ma in un bambino che ancora non sa quale futuro di merda lo aspetta una volta finite le scuole elementari poter parlare col proprio pokémon è un’emozione paragonabile a quella di azzeccare un multiplo alla Snai scommettendo a fiducia sulla terza categoria ucraina.
Restava comunque una grande amarezza: la storia non era quella di Ash Ketchum.

Guanti di gomma verde per lavare i piatti e Jeans col risvoltino. A dieci anni credevo seriamente fosse un look da figo.

Qualcuno nell’universo deve aver vissuto la mia stessa identica frustrazione, perché in data 2009 (così recita il sito perlomeno) mister “Metapod23” ha rilasciato quella che è la più famosa hack-rom di pokémon: Ash Gray.

Per chi non masticasse l’inglese, Ash Grey è un gioco di parole molto indovinato, riprende il nome del protagonista e lo combina con il classico accostamento ad un colore (poi anche minerali) della saga, facendo però forza sull’ambivalenza del nome di Ash, che in inglese significa cenere. Così in italiano il titolo sarebbe “Pokémon: Grigio Cenere“.

Questa versione ovviamente illegale, pirata e valente un ergastolo ad Arcore sia per il progettatore che per chi la scarica, riprende testualmente e graficamente tutti e 116 gli archi narrativi dell’Anime, portando il giocatore a rivivere le stesse difficoltà di Ash.

Proprio come lui ci sveglieremo a Pallet Town, anziché alla storica Biancavilla, arriveremo in ritardo dal Professor Oak e ci accontenteremo di un Pikachu disobbediente (almeno fino a quando non lo salveremo dagli Spearow, proprio come nel cartone).
Non fatevi fregare, il gioco è molto più difficile di quello che sembra e rende l’idea di quanto sia stata dura per Ash inseguire il suo sogno. Proprio come nel cartone il Kadabra di Sabrina sarà imbattibile, il nostro Charizard non ci obbedirà, lasceremo andare Butterfree nel bosco e tanto altro ancora.

Quello che sorprende è la cura dei dettagli. I luoghi sono identici al cartone, e ogni singola battuta corrisponde a quelle pronunciate nell’Anime.

Per giocarci non vi occorre niente di eccezionale, basta andare qui: http://www.pokecommunity.com/showthread.php?t=180722 e scaricare il gioco. Ogni tanto buttate un occhio al forum perché viene aggiornato continuamente, e ogni volta vengono inseriti nuovi episodi o particolareggiati ulteriormente altri tratti.
Se non avete lo sbatti di giocarvelo in prima persona un pazzo ha caricato la sua partita su youtube, vale la pena di vedere un video per ammirare l’immenso e certosino lavoro dietro a quella che di fatto è una  (per niente) semplice fan-art.

Ben diversa, ma molto più leggera e divertente, è l’avventura che ci aspetta con Pokémon Marron Merda.

Se fosse veramente esistito il gioco per Game Boy Advance lo avrei comprato.

Il gioco è stato partorito nel 2007 dalla mente malata di due tredicenni che invece di masturbarsi 7 volte al giorno come tutti i ragazzi della loro età hanno deciso di perculare tutti quei bug e incoerenze tipiche della serie pokémon (ad esempio il fatto che se entri in casa di gente sconosciuta vieni accolto a braccia aperte anziché a fucilate nel naso).
Il gioco ha anche una trama assurda e perfettamente coerente con l’atmosfera (di merda): Tonio Cartonio (avete letto benissimo) vuole conquistare il mondo e solo voi coi vostri pokémon potete impedirlo.

Cesare Lombroso non avrebbe dubbi: con quella faccia si può fare solo il terrorista

Nel gioco è possibile allenare pokémon assurdi tipo: il Detective Conan, la Fanta, Crash di Crash Bandicoot, la Troll-Face, Stewie dei Griffin.

Ovvio che lo scopo del gioco non sia quello di una sfida probante ma di divertirsi a più non posso, basti pensare che gli starter di questo gioco sono Hentei, Suicune e Raikou: i cani leggendari di Pokémon Oro e Argento.

Le fulgide menti che si nascondono dietro a questo capolavoro sono riportate nel sito ufficiale del gioco. Fra l’altro, nel 2013 è stata rilasciata la “seconda versione”, che non è un aggiornamento del vecchio gioco ma un vero e proprio secondo capitolo in cui torneremo ad affrontare Tonio Cartonio impadronitosi di tutte le Tv del mondo per mandare in onda il suo diabolico messaggio (per scoprire poi che al giorno d’oggi i ragazzetti la tv non la guardano più perché c’è lo streaming).

Se siete interessati a perdere l’ultimo brandello di sanità mentale e giocarci allora cliccate qui: http://pokemonmarronmerda.com/.

Altrimenti degli altri pazzi hanno giocato e caricato sul tubo le loro eroiche gesta (questa è la “storica” versione uno fra l’altro).

 

I capitoli “apocrifi” dei Pokémon: Ash Grey e Marrone Merda
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