Ok, questo non è un articolo facile: non è facile spiegare cos’è (e cosa è stato) Kiss me Licia a chi non c’era, ma ci proverò lo stesso.

Kiss me Licia – (愛してナイト Ai shite Naito, “Amami mio cavaliere” in originale, Love me Knight in inglese) è un cartone – ancora non eravamo abbastanza grandi da chiamarlo “anime” – che andava forte, ma veramente forte sul finire degli anni ’80 e le cui repliche si sono trascinate sulle reti mediaset almeno per una decina d’anni… il che è abbastanza strano, visto che, in Giappone, non se l’è filato quasi nessuno.

Ma allora perchè qui ha avuto tanto successo? Non lo so, e sinceramente non mi interessa: fatto sta che dopo la fine dell’anime, il seguito riscosso tra i giovani italiani era talmente grande che, siccome i giappi non ci pensavano neanche lontanamente a fare una seconda serie, la Fininvest decise di produrre in proprio non una, non due, non tre ma ben quattro nuove serie che continuassero la storia dell’anime. Il come la continuavano, ovviamente, era a discrezione della Fininvest

Silvio annuncia dal predellino la nuova serie di Kiss me Licia alle folle plaudenti, garantendosi così la vittoria alle elezioni del 1994

Ma non produsse altri cartoni, no.
Fece delle serie in Live Action… che in realtà non ebbero tutto ‘sto grande successo ma almeno all’inizio si difesero bene: in fondo, quella che sembrava un’idea stupida, cioè la telenovela per ragazzi (perchè di fatto quello era) oggi è una realtà consolidata e macina milioni e milioni di fan – e dollari. Si, sto pensando a Violetta, il mondo di Patty e altre bimbonovelas musicali sudamericane. Non so se siano figlie di Kiss me Licia o meno, ma a me piace pensarla così.

Cosplay aler – occacchio no, sono davvero loro. ‘sticazzi.

 

Ma non distraiamoci, torniamo a noi – la storia di Kiss me Licia è abbastanza semplice: un giorno di piogga Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso – Poi Mirko finita la pioggia incontra e si scontra con Licia e così il dolce sorriso di Licia nel loro pensiero ora c’è.

Entriamo un po’ più nel dettaglio; Licia (Yaeko in originale, detta Yakko) è una ragazza liceale giapponese (anche se nel manga ha iniziato da poco l’università) figlia di un certo Marrabbio (wow che nome fantasioso… è vero che il personaggio è sempre arrabbiato, ma non potevano chiamarlo, chessò, Furio?), il gestore di un chioschetto okonomiyaki.

Se non sapete cosa sono gli okonomiyaki tranquilli… immaginatevi Marrabbio come il porchettaro più unto che conoscete, e avrete inquadrato bene il personaggio

Comunque… Come dice la siga, Licia un giorno – di pioggia, appunto – si imbatte per caso in un bambino dell’asilo di nome Andrea che era scappato di casa col suo gatto Giuliano perchè… perchè si.
Licia ovviamente ferma il bambino e lo riconsegna a suo fratello maggiore Mirko (Go Kato) – un punkabbestia dai capelli biondi e col ciuffo rosso che anche se dal nome potrebbe sembrare livornese è in realtà giapponesissimo, nonchè un ganzo da paura che sfoggia la sua acconciatura psichedelicha esibendosi come frontman della sua band, i Bee Hive.
Ovviamente un tipo così non poteva lasciare indifferente la tenera e dolce Licia che, guarda caso, si innamora subito perdutamente di lui.
Oddio, subito… in realtà Licia ha già una mezza tresca con Satomi, il tastierita (capellone) dei Bee Hive, quindi le cose non saranno poi così semplici per loro… inoltre nella trama si inseriranno anche altri personaggi a complicare l’intreccio amoroso ma non voglio annoiarvi raccontandovi tutto (se proprio vi interessa, leggete wikipedia) – mi soffermerò solo su un paio di cose.

Prima di tutto, il finale: come finisce Kiss me Licia?

Questa è molto facile da raccontare: l’anime termina quando Marrabbio acconsente (a malincuore) al matrimonio tra Licia e Mirko che avverrà al termine del tour americano dei Bee Hive, quando Mirko tornerà in Giappone.
Il manga contiene molte differenze rispetto all’anime (l’età dei protagonisti, le relazioni che legano alcuni di loro, la dubbia sessualità di Satomi, il gatto Giuliano che non parla…) ma il finale resta lo stesso: Mirko e Licia si sposano, e vissero tutti felici e contenti.

O almeno, più felici di così

Ok, ora che ci siamo tolti questo dente veniamo alla cosa veramente interessante: forse non lo sapevate ma girano molte storie su Kiss me Licia e sulle censure che avrebbe subito da parte di Finivest prima della messa in onda italiana… in particolare pare che, in giappone, Kiss me Licia fosse in realtà un manga sull’educazione sessuale ma che, siccome in Italia c’è il Papa, siamo bigotti e italiamerdamerdamerda l’anime fosse stato pesantemente tagliato, censurato e rimaneggiato tanto da rimuovere completamente questo aspetto, trasformandolo così in una storiella d’amore tra adolescenti.
A sostegno di questa storia troverete spesso spiegazioni del tipo

avete notato che Licia nella sigla è bionda e sbarazzina, mentre nell’anime è castana, pura e timorata di Dio? È colpa della censura che ha tolto la Licia bionda, che nell’originale era una sorta di “voce fuori campo”, una “narratrice” che spiegava ai bambini cosa succedeva quando i protagonisti limonavano, facevano sesso, avevano rapporti omosessuali e altro. Perchè si, lo facevano, ma la censura bigotta cattocomunista malvagia vi ha ingannato e ha nascosto tutto.

Intrigante eh?

Peccato che sia una balla colossale.

Davvero. Non so come sia possibile che questa storia si sia diffusa così tanto da diventare una vera e propria leggenda metropolitana (è arrivata pure sul fatto quotidiano, pensa un po’) ma… non è così.

O meglio, non esattamente.

Perchè si è vero, l’anime in Italia è stato censurato (nè più nè meno di tutti i cartoni che passavano in tv all’epoca, comunque) ma… non parlava affatto di educazione sessuale!
Ok ok, Licia e Mirko fanno sesso e questo è stato censurato, come pure è vero che, a volte, Satomi è un po’ “ambiguo” ma… siamo lontani dal gombloddo di cui si parla su internet. Si tratta semplicemente di una storia d’amore che, per gli standard degli anni ’80 (almeno quelli italiani) era un po’ troppo spinta, ma niente di straordinario.

Se invece vogliamo trovare qualcosa di straordinario a Kiss me Licia, bè… è stato il primo anime a contenere al suo interno delle canzoni originali che hanno generato dei veri e propri album, avendo anche un discreto successo.
Le canzoni della versione “in carne e ossa” dei Bee Hive (si, quelli del telefilm con Cristina D’Avena, ve l’avevo accennato…) ha addirittura vinto un disco di platino.
Quindi… Miley Cyrus non sei nessuno, prima di te l’aveva fatto Licia!

Sigla kiss me licia
Ah già, resta il mistero della “Licia bionda” … è presto detto: banalmente, Yakko nel manga è bionda e per i primi bozzetti dell’anime fu mantenuto quel colore di capelli. Il biondo fu poi eliminato nella versione definitiva – sapete, di giapponesine bionde non è che ce ne siano molte… sopratutto se si parla di ragazze “acqua e sapone” come Licia. Nonostante ciò, il biondo rimase in alcune sequenze della sigla (un po’ come citazione, un po’ perchè non gliene fregava niente a nessuno)
Kiss me Licia, intrighi e leggende metropolitane
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2 pensieri su “Kiss me Licia, intrighi e leggende metropolitane

  • 23 Novembre 2015 alle 11:28
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    Rimane ancora irrisolto l’arcano della voce gigante che gira sul fatto che in realtà si tratti (nell’originale) di una storia di scambismo e che al di sotto dei vari intrighi e accordi ci sia anche lo stesso padre della ragazza che, per questo, si oppone a qualsiasi contatto tra Licia e i musicisti (facenti parte -sempre in questa presunta leggenda- anche loro di questo “club” di scambismo).
    Ecco…questo è un altro aspetto potente di sto cartone: ha generato tante leggende quante Dragon Ball GT Ultimate Battle dove “potevi sbloccare 67 personaggi fusi anche con il tostapane”.

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