Film, serie tv… chi più ne ha più ne metta. Per questo non è facile – neppure per Netflix – aggiungere al nutrito panorama un nuovo concorrente. Ma anche stavolta i boss statunitensi delle web tv sembrano aver fatto i compiti a casa, ed ecco nel catalogo, disponibile dal 20 novembre una nuova eroina: Jessica Jones.
Dopo il grande, infinito e meritatissimo successo di Daredevil, Netflix prende in custodia un altro personaggio da buttare nel “quartiere” di Hell’s Kitchen (ho messo le virgolette perché ci vivono 300.000 persone solo a Hell’s Kitchen), esattamente lo stesso di Matt Murdock. Furbescamente, proprio dato il successo dell’avvocato cieco, ai piani alti sapevano che un altro superfusto avrebbe subito la loro stessa concorrenza, così hanno apportato una semplice modifica: pupe con superpoteri.
Jessica Jones era ed è la scelta giusta per una marea di motivi, che non mancheremo di elencarvi con dovizia nerdistica.
Innanzitutto l’universo Marvel è caratterizzato da tanti supereroi ma pochissime supereroine, ma questo è un male di cui soffrono anche alla Distinta Concorrenza. Jessica Jones riporta equilibrio nella forza, là dove fino a ieri l’altro c’era solo Skye/Daisy a contrastare i vari Iron Man, Capitan America, Thor etc, adesso c’è un altro personaggio niente male.
Secondo motivo, sicuramente Skye è un personaggio ben riuscito e inserito in un contesto molto accattivante (Marvel’s Agents of Shield migliora di stagione in stagione), ma in Maos l’attenzione è focalizzata sul gruppo, e non sui singoli. C’era bisogno insomma di una donna in un mondo di uomini, la quota rosa del supereroistico cielo.
Effettivamente sembra proprio questo, a un primo e superficiale sguardo, l’intento degli sceneggiatori: una donna in un mondo di uomini. Una donna forte in un mondo di uomini spietati.
L’antagonista non a caso è nientepopòdimenoche l’Uomo Porpora, infelice traduzione di Purple Man, nemico macchiettistico dei fumetti Marvel anni ’70 il cui potere consiste nel piegare la volontà altrui al proprio desiderio. Da sempre trattato come un pirla di serie zeta, fu Brian Micheal Bendis a rendersi conto di quanto forte fosse il potere di questo personaggio, decidendo di utilizzarlo nel fumetto da cui è tratta questa serie Netflix: Alias (di cui consigliamo caldamente la lettura).
In questa serie i panni di Kilgrave (Purple Man) saranno vestiti da David Tennant (sì signori: l’unico e inimitabile DOTTORE), e già dai primi due episodi si capisce che sono cazzi amari per tutti.
Ecco, una cosa di cui ci siamo accorti subito in Jessica Jones è che rispetto a Daredevil si gioca ancora più pesante.
L’avvocato cieco non aveva una serie leggera, tutt’altro. Nella sua serie la gente moriva con il cranio fracassato a colpi di sportellate della macchina, per dirne una, e non veniva davvero risparmiato nessuno; per far questo però si aspettava di andare più avanti nella serie, si preparava lo spettatore. Per questo le prime due puntate di Daredevil non sono poi un granché, anzi, addirittura le trovo fuorvianti. Jessica Jones non ha bisogno di preparare – ingenuamente – lo spettatore, sia perché la maggior parte sono gli stessi di Daredevil, sia perché le premesse di una storia vanno create nel pilota della serie, e non a posteriori in corso d’opera.
La serie gioca durissimo fin da subito: pozzi di sangue, noir disilluso e marcio, sesso violento, malvagità e doppiezza. Non parlo di malvagità alla The Avengers, parlo di gente che costringe a farsi donare due reni nuovi dal paramedico che lo ha soccorso, condannando un innocente a una vita di dialisi e di stato vegetativo permanente; bambini rinchiusi nell’armadio che si pisciano addosso (letteralmente) dalla paura.
Per il momento non ho ancora visto nulla che mi faccia gridare al capolavoro, e i dialoghi mi sembrano leggermente sotto di qualità rispetto a Daredevil. Però la qualità di questi primi due episodi (al momento ho visto solo questi due) è molto più alta rispetto ai primi due di Daredevil, e stavolta evitano anche di aspettare così tanto a far vedere l’antagonista di serie (benché in faccia Tennant non si sia ancora visto).
Insomma: carne al fuoco ce n’è molta e mi sembra tutta di qualità. Ci sono le possibilità di creare la prima supereroina per donne che piaccia anche agli uomini, anziché il solito supereroe che se ha abbastanza pettorali piace anche alle donne.
Premessa 1: Non ho mai visto/letto Alias, non avevo idea di chi fosse Jessica Jones fino a 2 giorni fa, in generale della Marvel mi interessano poco gli eroi principali, figuriamoci quelli insignificanti come JJ. Non mi esprimerò quindi su adattamento, coerenza col personaggio originale, il nome ridicolo dello sgravatissimo-nonchè-quasi-onnipotente cattivo (uomo porpora), ecc.
Premessa 2: al momento in cui scrivo, ho viso solo la prima puntata della serie.
Ok, ora che ho messo le mani avanti posso dare il mio giudizio serenamente: Jessica Jones mi piace, ma non quanto DareDevil.
Già dalla prima puntata traspare che questa è una serie fatta per piacere alle donne, ma senza fare schifo agli uomini.
Scherzosamente, con gli altri, l’ho definita “la serie più lesbica di tutti i tempi”; il che non è necessariamente una critica nè un pregio, è semplicemente un’impressione (e non per le tipe dello studio per cui JJ lavora, proprio per l’atmosfera della serie).
Da profano, la recitazione ed il doppiaggio mi sembrano eccellenti (come per altro lo erano in DareDevil, a dimostrazione che Netflix ci tiene ai suoi prototti – contrariamente a mediaset) e Krysten Ritter – per gli amici miss “rana dalla bocca laaaaarga” è calata più che mai nella parte, riuscendo a trasmettere la durezza e la sofferenza di certe tematiche (una su tutte, lo stupro) in maniera molto efficace.
In conclusione, per il momento il mio giudizio su Jessica Jones è positivo – e chissà che col passare delle puntate non diventi molto positivo, come per DareDevil.