Dalle Rovine
di Luciano Funetta
Tunuè
pagg. 184, euro 9,90

Solo un cieco non vedrebbe che la villa è piena di uomini e donne intrappolati per sempre. Io sono uno di loro. Cammino sui loro corpi e sento i miei passi attutiti. Sono i miei passi quelli che sento? Sono i miei passi al piano di sopra?

A spiazzare il lettore sin dalle prime battute del romanzo d’esordio di Luciano Funetta, classe ’86, ci pensa un narratore insondabile che si riferisce a se stesso con una problematica prima persona plurale: sono “loro” che ci raccontano le vicende di Rivera, cittadino dell’immaginaria città di Fortezza, ossessivo allevatore di serpenti, esseri per i quali prova una reale venerazione, tanto da arrivare a filmare una performance sessuale in loro compagnia.
La fama riscossa da questo video diventerà il lasciapassare di Rivera per un mondo fosco: una fittizia industria del porno abitata da personaggi ambigui, come il produttore Jack Birmania o l’enigmatico Alexandre Tapia, autore di una misteriosa sceneggiatura inedita intitolata proprio Dalle Rovine.

Uno stile asciutto, contraddistinto da periodi brevi, fa da contraltare a un incedere narrativo che non si preoccupa di rispondere al coacervo di interrogativi accumulati durante il suo dipanarsi: osserviamo il protagonista inabissarsi in un gorgo di ombre dai tratti sempre più sfocati, costantemente accompagnato da quelle presenze che saranno gli unici testimoni dello strisciare di una vita nella fitta notte.

I Consigli del Martedì: Dalle Rovine di Luciano Funetta
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