Questi sono gli anni dei remake: tutto ciò di buono (e non solo) che è stato prodotto tra gli anni ‘80 e ‘90 viene rimaneggiato, modernizzato e riproposto al grande pubblico.
A volte, queste operazioni hanno successo (vedi A-Team, Star Wars, Tron) , altre meno (Ghostbusters) ma non è questo il punto; le grandi industrie dell’intrattenimento trovano più vantaggioso ri-proporre brand collaudati che tentare di lanciare nuove saghe e, nonostante i mugugni degli hipster e dei fan di vecchia data, il trend non sembra avere intenzione di cessare. Almeno, non a breve.
Sfruttando l’occasione del 20° anniversario della serie originale, quei marpioni della Toei hanno recentemente realizzato Sailor Moon Crystal, una versione interamente ridisegnata dei primi due archi narrativi (che però è già stata prolungata per un terzo) del manga di Sailor Moon.
Se vuoi ti aiuterò, Orgoglio Lunare per noi!
Per una volta, mamma Rai ne ha azzeccata una: si è aggiudicata la trasmissione di Sailor Moon Crystal e l’ha fatta adattare e doppiare a gente seria.
Scordatevi quindi di Bunny, Marzio e amenità simili: anche se forse alla prima puntata vi suoneranno strani, vi abituerete presto a chiamare i protagonisti coi loro nomi originali; Usagi, Mamoru, Minako, ecc.
La serie ha anche un’altra piacevole particolarità: è fedelissima al manga.
Quindi niente perdite di tempo, niente episodi extra, niente trasformazioni che durano 20 minuti a puntata; per capirci: il primo arco narrativo dura appena 13 puntate (contro le 43 della prima serie trasmessa su Canale 5 negli anni ‘90) e va dritto al punto, con episodi eleganti, concisi e (devo dire) anche ben animati.
Paradossalmente proprio la trasformazione di Usagi è l’aspetto che convince di meno, visti i tratti eccessivamente allungati assunti dal corpo della protagonista, mentre le altre guerriere sono disegnate in modo più proporzionato e armonioso (sempre per i canoni degli anime).
Anche la sigla italiana è, secondo la mia modesta opinione, azzeccata: la melodia resta quella giapponese, il testo è un adattamento, più o meno libero, di quello originale (che comunque non è che sia un granché di suo, quindi più di tanto non si poteva fare). Nonostante ciò, il “popolo del web” non sembra aver apprezzato: preferivano forse l’ennesima sigla di Cristina D’Avena?
Sailor Moon Crystal è stato acquistato dalla Rai e dal 18 dicembre 2016, ogni giorno, Rai Gulp trasmette un episodio – che viene prontamente caricato sul sito di Rai Play, pronto per la visione dei nerd internettari; al momento in cui scrivo si è appena concluso il primo arco narrativo, e non vedo l’ora che inizi il secondo!
Nonostante sia un maschio, quasi trentenne, eterosessuale, questa serie mi ha preso; eppure da bambino non l’avevo mai considerata perchè era “da femmine” (se non un episodio o due ogni tanto, giusto perchè dopo c’erano le Tartarughe Ninja): ho iniziato a vederla quasi per caso, in una sera in cui me ne stavo a casa da solo ad annoiarmi e non ho più smesso. Penso che a colpirmi sia il dualismo presente in tutti i personaggi della serie: Usagi, per esempio, è una ragazzina viziata e anche un po’ cretina (qualcuno direbbe bimbaminkia), ma ha dentro di sé doti da leader e la capacità di far sorridere sempre le altre; Makoto si nasconde dietro una scorza da dura ma in realtà è una ragazza dolcissima; tutte le Sailor hanno un lato nascosto, e si tratta di solito di quello migliore.
Chiaramente stiamo parlando di uno shōjo, quindi questi aspetti sono estremizzati fino all’inverosimile ma mi piace pensare che qualcosa del genere valga anche per le persone nel mondo reale.
Io ve lo consiglio caldamente: correte sul sito di Rai Play a vederlo!
P.S. Resterò comunque convinto si tratti di un anime “da femmine”, ma ce ne importa forse qualcosa?