TITOLO: The Stinky Cheese man and other fairly stupid tales
AUTORE: Jon Scieszka
ILLUSTRATORE: Lane Smith
PAGINE: 56

La più mirabolante raccolta di storie che un giovane cinico potrebbe mai sperare di leggere.

Riuscite a immaginare una dinamica versione di Cappuccetto Rosso che, in shorts, arriva a casa della nonna prima del lupo, deridendolo senza pietà? Avete mai letto una fiaba in cui l’indice crolla sui protagonisti, mettendo fine alla storia, o in cui l’introduzione chiede a gran voce di essere non essere letta?
E se Cenerentola non avesse accettato la profferta d’aiuto della Fata Madrina perché “non le è permesso parlare con gli estranei?”
In barba all’inflazionato happy ending, a cui l’industria Disney ci ha assuefatti, lasciate ogni
speranza: il Brutto Anatroccolo non diventerà un cigno, ma resterà brutto fino al proverbiale
termine dei suoi giorni – e vissero tutti infelici e scontenti.

Ne volete di più?
The Stinky Cheese Man and other fairly stupid tales, una raccolta di “quasi-fiabe, ma non del tutto” per piccoli e grandi cinici, fa al caso vostro.
Nove storie all’insegna di inalterazione e rovesciamento, in cui Jon Scieszka capovolge e distorce brillantemente la struttura di genere. Non-fiabe che, proprio per il loro esser mal costruite, inducono il lettore adulto – doppio destinatario mon amour – a riflettere sull’arte di comporre fiabe.
Si tratta di storie a grande discontinuità – il narratore, a un certo punto, si dà alla latitanza lasciando una deliziosa pagina bianca – narrativa e tipografica, che eliminano gli elementi suggestivi e incantati delle versioni parodizzate, per sostituirli con un realismo prosaico e cinicamente comico; come dimenticare il principe-ranocchio che mente, riguardo l’incantesimo, alla fatidica principessa, e fugge nello stagno ridacchiando dopo il proverbiale bacio?

And the princess wiped the frog slime off her lips. The end.

L’effetto comico-straniante, al di là delle conclusioni provocatoriamente dissacranti, è quindi
dato in primis dai metodici stravolgimenti strutturali: se la fiaba tradizionale – popolare o letteraria che sia – esige che avvenga qualcosa, che alla situazione iniziale segua una complicazione, e successivamente una lisi, in buona parte delle storie di Scieszka è la stasi a trionfare: non accade assolutamente niente – come in The tortoise and the hair e in Cinderumplestiltskin – o, ancor più semplicemente, la vicenda si esaurisce da sola.
È la riproposizione, con conseguente storpiatura di memi universali, che innesca un inevitabile confronto con la versione tradizionale, a destabilizzare il lettore e a far quasi apparire la fiaba canonica ridicolmente scontata e acromatica. Le fiabe sono quindi implicitamente considerate, dall’autore, precari assemblaggi di convenzioni strutturali, contenitori di cliché impossibili da prendere sul serio.

Una raccolta di fairly stupid tales, divertente, dissacrante che, visti i diversi livelli di lettura, è adatta a grandi e piccini, piccini che verranno così avviati alla scagliosissima arte del cinismo.

 

Fonti:

– Assandri Pino, Bertolino Paola e Mutti Elena, Circoli di Lettura Modulo A, Bologna, Zanichelli
Editore, 2000 pp. 78-79.
– Tosi Laura, La fiaba letteraria inglese – Storia e metamorfosi di un genere, Venezia, Marsilio Editore, 2007, pp 62-63.
– Zipes Jack, La fiaba irresistibile – Storia culturale e sociale di un genere, Roma, Donzelli
Editore, 2012, pp 24-25.

 

Le non-fiabe del cinico Jon Scieszka

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