Vi capita mai che la memoria vi spari a tradimento un frammento, un’immagine o una canzone di qualcosa che credevate dimenticato, seppellito da tempo? Ecco, qualche giorno fa, placidamente immerso in un fumetto in una attività altamente produttiva e culturale, mi sono chiesto “ma non c’era un road Movie di Pippo e suo nipote?” e subito dopo “eh? Pippo aveva un nipote?

Come al solito, mamma Google è venuta in mio aiuto: sì, il film non me lo sono immaginato, si chiama In Viaggio con Pippo (A Goofy Movie) ed è del 1995, per combinazione lo stesso anno di MMPR, recensito un paio di settimane fa. Non ho resistito e me lo sono rivisto.

Il film si apre con Max, non nipote secondo il canone disneyano ma figlio di Pippo e studente liceale (pure molto anni ’90 aggiungerei, guardando i vestiti), che si muove in un classico contesto da film High School. Per far colpo sulla bella Roxanne, l’ultimo giorno di scuola si inventa un concerto in playback imitando il cantante pop Powerline, aiutato da PJ, figlio di Gambadilegno (che qui non é un ladro ma un rivenditore un po’ losco di macchine). Dopo essersi preso il cazziatone per aver interrotto la cerimonia di fine anno, Max strappa un invito a Roxanne per il gran ballo. E la storia sarebbe finita qua, se Pippo non si mettesse di mezzo.

Il preside, abbastanza innervosito dal concerto a sorpresa di Max, redarguisce il padre “se Max continua così finirà a drogarsi e diventerà un fashion blogger”  – ricordo che dissero una cosa del genere anche a mia madre, magari è per questo che quel film mi piacque. Pippo decide così di portare a pescare Max, rinverdendo una tradizione condivisa con suo padre, pensando così di cementare il rapporto con il figlio. Ovviamente deve partire poco prima della festa, altrimenti dove sarebbe il teen drama?

Max non può semplicemente dire “oh, s’ha di di partire due giorni dopo?”  ovvio che no. Si inventa anzi la peggior scusa del mondo: dice a Roxane che suo padre è amico di Powerline e che andrà a Los Angeles per il concerto della star. Non pago, aggiunge anche “e saliremo sul palco”. Questa ci casca, (alimentando l’idea, in noi poveri bambini XY, che le donne cadano in ogni cagata inventata per conquistarle) e anzi aggiunge “sarà bello vederti in tv”.

Il piano di Max può essere sintetizzato con: dirottare il viaggio al concerto (sì, al tempo non c’era Google Maps, e usavano le cartine). Parte allora la road trip, dove in mezzo a mille peripezie, padre e figlio ricuciono il rapporto, logorato dalle mille figure di merda che Pippo fa costantemente fare al povero Max. Nel momento in cui tutto sembra andare a gonfie vele, Pippo scopre l’inghippo e mette alla prova Max: arrivati al bivio, da una parte la strada per il lago e dall’altra quella per il concerto, Max sceglie quella per il concerto. Dopo una litigata furiosa, finalmente il ragazzo vuota il sacco. Pippo capisce l’importanza della situazione e non solo lo porta al concerto ma riesce, superando la security, pure a farli salire sul palco

…e, una volta saliti sul palco, Max dice al padre di “mimare le mosse del suo lancio speciale della canna da pesca”.

Tornati a casa, Max confessa tutto a Roxanne: il finale disneyano è servito!

Ancora oggi, In viaggio con Pippo risulta divertente: le ambientazioni anni ’90 e le dinamiche da teen comedy cullano, Pippo fa il Pippo e l’esperienza di casa Disney il resto. Continuavo però a essere abbastanza curioso dato che io di sto Max continuavo a non ricordarmi nulla.

Cercando un po’ su internet, scopro che il film è uno spin-off di Ecco Pippo, serie di 79 episodi andata in onda dal 1993:

Pippo decide di ritornare alla sua città natale, Spoonerville, assieme appunto al figlio Max e al gatto Cialda (Waffles). Il loro nuovo vicino di casa, inoltre, è Pietro Gambadilegno, che vive con la moglie Peg (entrambi ex frequentanti dello stesso liceo di Pippo) ed i suoi due figli. Il loro primogenito, l’undicenne P.J., è il migliore amico di Max, mentre la secondogenita si chiama Carabina ed ha quattro anni circa, con loro vive un cane di nome Tigre. Per vivere, Gambadilegno (chiamato però Pietro) non svolge attività criminali, ma vende auto usate, con metodi discutibili mentre Peg lavora nel settore immobiliare. Pasticci, guai, simpatia e problemi di ricchezza fra la banda di Pippo e la famiglia Gambadilegno, soprattutto dovranno vedersela con dei briganti in alcuni episodi.

Max invece è il figlio di Pippo, di madre ignota (negli anni ‘50 è inquadrata in un paio di film sempre di spalle, in questa serie Pippo è vedovo), ha 11 anni nella serie originale ma è Teen per il film. Max è un personaggio creato nel 1951, poi caduto nel dimenticatoio per essere ripescato di recente. Dopo la serie, diventano ospiti fissi di House of Mouse. 52 episodi dal 2001 al 2004.

In HoM confluiranno anche Qui, Quo e Qua, nella versione adolescente di The Quack Pack, serie direttamente successiva alla mitica Duck Tales (Quack Pack ricordo mi piaceva molto – in quegli anni la Disney ne ha tirate fuori di robe).

Nel 2000 è stato prodotto un sequel di In viaggio con Pippo: Estremamente Pippo, con Max al college.  Il film non è mai stato pubblicato in Italia, eccezion fatta per un VHS allegato al Topolino 2001. Una curiosità: nel sequel tornano tutti i personaggi.

Tutti. Tranne Roxanne.

Analizzando la trama: il punto di forza del film è il modo in cui tratta il rapporto padre-figlio, inizialmente incastrato in una dinamica dove l’affetto e le stranezze di Pippo mettono a disagio Max, voglioso solo di essere un normale teen. Si notano le difficoltà comunicative fra due generazioni, i sensi di colpa di un padre che sente di non essere stato abbastanza presente e cerca di risolvere riutilizzando i suoi schemi comportamentali d’infanzia. Pur marginalmente, si parla anche di amicizia cameratesca, molto cara a noi maschi mai cresciuti, e di quegli amori giovanili, tanto forti quanto passeggeri. 

In definitiva, In Viaggio con Pippo è un film invecchiato molto bene. almeno stavolta la memoria non tradisce.

Quando la Disney produceva road movie – In viaggio con Pippo
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