Come disse Pipino, sarò Breve.

No, non lui

Breve, ma spoileroso. quindi se non avete ancora visto Joker, siete avvisati.

La locandina del film, con tanto di logo che ci ricorda che ehi, ha vinto il Leone d’oro a Venezia!!
Se siete intenditori di cinema (o se volete fingervi tali per far colpo sulle studentesse di lettere) dovete vederlo e commentarlo per forza!

Innanzitutto bisogna scindere l’interpretazione di Joaquin Phoenix e il resto del film: l’interpretazione non si discute, e non mi stupirei se dovesse arrivare l’Oscar come miglior attore protagonista.
Non si discute e basta.

Bene, veniamo al resto.
Joker non è un brutto film, ma non è neanche un bel film: non so se lo consiglierei a qualcuno, ma non mi sono pentito di averlo visto.
Diciamo che, secondo me, il Leone d’oro non se lo mertava (ma non so chi altro ci fosse in gara, quindi boh); fotografia eccellente, scrittura discutibile ma non da buttare, regia che fa il suo lavoro e colonna sonora calzante, forse la cosa che resta più impressa del film (dopo l’interpretazione del protagonista).

Per il resto… questo Joker è sì Joker, ma potrebbe anche non esserlo; nessuno mi leverà mai dalla testa l’idea che mi sono fatto della genesi di questo film, in cui uno sceneggiatore vaga da un produttore all’altro proponendo una storia di pazzìa, depressione, disagio e denuncia sociale vedendosi chiudere tutte le porte in faccia finchè qualcuno non ha l’ideona di cambiare il nome del protagonista da “pazzo schizofrenico generico” a “joker”, modificando solo qualche elemento di contorno per farlo “incastrare” nell’universo di Batman.

Ecco, devo ammetterlo: un po’ Batman mi è mancato, anche se non è il problema principale del film.

Il problema (o pregio, dipende dai punti di vista) principale del film è che questa pellicola è essenzialmente la storia di un folle: un folle che sì, subisce notevoli ingiustizie sociali MA che era già bello sciroccato prima – la sua pazzìa non ha nessuno sviluppo, nessun crescendo, nessun cambiamento. Arthur Fleck era già matto prima di diventare Joker e tutta la (passatemi il termine) merda che il mondo gli rovescia addosso non lo fa cambiare di una virgola – il messaggio politico che il film vuole mandare investe il personaggio e lo trascina in una direzione che, probabilmente, prima o poi avrebbe preso lo stesso.

Già, il “messaggio”.
Mettiamo subito le cose in chiaro, Joker NON è un film di supereroi; è prima di tutto un film politico, che denuncia una società che abbandona e deride gli ultimi.
Si tratta di un tema sempre attuale, non a caso non si capisce mai bene in quale epoca il film sia ambientato; potrebbe essere un periodo qualunque tra gli anni ’50 e i ’90 ed il concetto non cambierebbe.
Concetto che viene letteralmente urlato per tutto il film, fino a quasi a diventare la parodìa di sè stesso.

Si vede che il film vuole dirci questo, vuole denunciare che i ricchi ignorano i poveri, che lo stato li abbandona, che il mondo è una merda e che questo clima porta solo odio violenza e male… ma lo dice così tanto e così forte da diventare quasi scontato, anche perchè tutto ciò sul protagonista non ha alcun effetto: come ho già detto lui era già pazzo prima, non ha bisogno di nessuna scusa per diventarlo. Non ha vissuto la “giornata storta” del Killing Joke nè il piano geniale del White Knight, è matto e basta e la sua pazzìa non ha quasi nessuna evoluzione.

Una cosa però è certa: questo film mi ha (ri)messo addosso una depressione veramente notevole, e forse chi ha (o ha avuto) problemi di tipo psicologico viene toccato in maniera diversa dalla pellicola.

Chissà.

Joker – la recensione
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