Sono passati quasi quattro mesi da quel fatidico 27 agosto quando, durante una calda giornata palermitana, ho trascinato la mia ignara ragazza dentro un game stop per accaparrarmi una copia del tanto agognato Captain Tsubasa.

Si, lo ribadisco, agognato. Da più di un anno con i miei amici della redazione ci stavamo scambiando video di quel videogioco che aspettavamo dalle elementari, un videogioco che ci avrebbe permesso di rivivere le avventure di Holly e Benji. Perché per noi resterà sempre Holly, mai Tsubasa.

Ed ora, 4 mesi dopo, sono soddisfatto o deluso?

Lo dico chiaro e tondo, io sono rimasto soddisfattissimo. Limpido, senza se e senza ma. Questo è il videogioco di Holly e Benji, lo compri se ti piacciono Holly e Benji e lo giochi se ti piacciono Holly e Benji.

In quest’ottica è perfetto: il gameplay è fluido e semplice, la modalità storia ripercorre il torneo delle medie (dove Lenders è alla Toho, per intendeci) e il mondiale junior, seguendo la storia (e la grafica) dell’ultima serie animata.

Ce n’è per divertisi e dopo quattro mesi durante i quali ho provato tutte le squadre sono felicissimo del mio acquisto. NB: ho giocato la versione PS4, anche se mi dicono che quella per Switch é ugualmente godibile, e sono stato  molto poco online.

Difetti? Ovviamente ce ne sono. Molte, troppe cutscene ed un gameplay un po’ ripetitivo alla lunga. Ma sono piccolezze. Questo gioco alla fine é un arcade, io amo definirlo un PES che incontra Dragon Ball, e se volete un simulatore di calcio comprate FIFA.

Concludendo, ho fatto giocare Captain Tsubasa ad altri amici: quelli che guardavano il cartone sono rimasti ammaliati (e si ostinano come me ad usare i nomi veri) gli altri invece si sono divertit per un paio di partite e poi hanno preferito passare ad altro.

You get what you pay for dicono gli americani: se compri un gioco di Holly e Benji é perché vuoi sfinirti di tiri della tigre. E in questo Captain Tsubasa non delude.

Captain Tsubasa: 4 mesi dopo
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