Una piccola analisi del “remake” di Altrimenti ci Arrabbiamo
Si lo so, anche a me sembrava una bestemmia – l’ho pensato fin da quando qualche anno fa lessi l’annuncio che avrebbero fatto un remake dello storico film di Bud Spencer e Terence Hill; ma dovevo fare un lungo viaggio in treno e mi ero scocciato di sentire trenitalia che si scusava per il disagio… quindi ieri ho deciso di vederlo
Ma, alla fine, che cos’è questo film?
Ci venne presentato come “reboot” dai trailer e dagli annunci: già questo mi suonava strano perchè i reboot si fanno delle saghe, o di quei film che comunque hanno dato il via ad un filone e di certo Altrimenti ci Arrabbiamo (quello vero) non rientra certo tra questi, se non in senso (molto) lato… ma si sa, noi italiani con gli inglsesismi non siamo molto bravi: magari intendevano remake, quindi andiamo avanti e iniziamo con la visione
attenzione: da qui in poi ci saranno dei piccoli spoiler
Un film come Balto
Il film inizia da dove finisce il suo predecessore, con tanto di riassuntino nei titoli di testa: i due amici riescono a recuperare la loro carriola, anzi due, poi però una si rompe e sono di nuovo punto e a capo… si ritrovano a discutere (rigorosamente dietro ad un vetro offuscato) e la scena si sposta sui due nuovi protagonisti, cioè i figli adolescenti del personaggio che era interpretato da Bud che decidono di farsi un giro sulla Dune Buggy all’insaputa del padre
“Ah quindi non è un remake, è un sequel” direte… beh, non esattamente.
Non è proprio un sequel perchè a parte questa scena iniziale, il film prosegue esattamente come l’originale; e no, non intendo solo lo schema generale – intendo proprio tutte le singole scene.
Ogni scena di questo nuovo Altrimenti ci Arrabbiamo riprende o cita quello vecchio: la sfida a birre e salsicce, la gara automobilistica in pareggio, il luna park che deve sloggiare, il cattivo infantile, la gang di motociclisti, la giostra cavalleresca in moto, il coro dei pompieri… c’è proprio tutto.
Forse anche troppo.
In pratica del vecchio film mancano solo il killer Paganini e lo psicologo del boss cattivo (il cui personaggio viene però in parte assorbito dal ruolo interpretato da De Sica)
Quindi è un remake?
Probabilmente si. Anche se io lo definirei più un omaggio, una lettera d’amore, o anzi meglio – se un gruppo di fan del duo volesse mettere su una recita scolastica o una rappresentazione teatrale ispirata ad Altrimenti ci Arrabbiamo, ecco… probabilmente la farebbe così. O ancora, se un ragazzino vedesse Altrimenti ci Arrabbiamo una sera e si addormentasse poco dopo la visione, beh… sognerebbe una roba del genere.
E intendiamoci, quando parlo di “recita scolastica” non voglio affatto alludere che il film sia brutto o di scarsa qualità (anche perchè non è vero) ma solo al fatto di voler interpretare quello che tutti sanno essere un capolavoro ben sapendo fin dall’inizio che il risultato non sarà paragonabile all’originale.
Si vedono l’impegno e la volontà di non dissacrare il film del 1974 (che comunque bisogna aver visto, e questo forse è il vero difetto di questa pellicola – non riesce a prescindere dall’originale) ed il risultato è perfettamente centrato… se si sa cosa aspettarsi.
Cioè un film leggero da guardare in streaming la domenica pomeriggio (o in treno mentre si gela per l’aria condizionata troppo alta).
Giudizio finale
Dall’alto della mia esperienza da non critico cinematografico come giudizio finale direi che questo Altrimenti ci Arrabbiamo (2022) by Netflix è un film che fa il suo lavoro, un buon compitino dove traspare l’amore per l’originale del duo ma, se vi aspettavate di più, sarete di certo delusi (e per colpa vostra, a parer mio)
Un film che sta bene dove sta, insomma.
Cioè su Netflix.
Di certo non al cinema.