Arrow – Un commento al finale della seconda stagione

Come fatto l’anno scorso con la stagione 1 e pochi giorni fa con Marvel: Agents of S.H.I.E.L.D., ecco un commento al season ending (ma, più in generale, a tutta la stagione) di Arrow. La premessa in generale è che, per chi sta guardando la serie in italiano, ci saranno SPOILER. Detto questo… Partiamo!

 

Una delle cose che dico sempre quando parlo di questo telefilm è che la sua forza sta nell’essere godibile sia per i fan del mondo DC sia per i “profani”, cioè tutte quelle persone che dei personaggi del fumetto non sanno nulla; “Arrow” è, sotto questo punto di vista, pieno di livelli di lettura e di acquisizione e, a voler contare tutti i riferimenti a personaggi, situazioni e strizzate d’occhio al mondo fumettistico c’è da star freschi, specialmente in questa stagione.

Tipo questa scena nella 2×16, per dirne una.

 

Andiamo con ordine, parlando prima della stagione in sé, e poi delle varie menate nerdistiche.

Questa stagione è BELLA, e già qua potremmo chiudere. E la cosa che più mi è piaciuta è che il nucleo fondante della stagione si trova tutto nella prima puntata: non è la storia di Slade e di Shado, perché quella è solo un pretesto narrativo per raccontare qualcosa di più “epico”, di più “supereroistico”, cioè la trasformazione di Oliver da semplice vigilante mascherato ad eroe. È questo il leit motiv della serie, una scelta che nonostante venga presa subito all’inizio, avrà bisogno di una stagione intera per essere assimilata e messa in pratica: essere un eroe, infatti, vuol dire essere superiori alle normali pulsioni umane, ed Oliver dovrà fare l’impensabile (“Unthinkable” è, appunto, il titolo dell’ultima puntata) per suggellare questa trasformazione: fermare Slade senza ucciderlo e consegnarlo alla giustizia mantenendo il giuramento di non uccidere. Volendo essere ancora più iconici, possiamo vedere nello scontro tra Arrow e Deathstroke la lotta per “l’anima” di Oliver: da una parte l’eroe che non uccide, legato alla città di Star City, e dall’altra il killer, legato all’Isola e a tutte le esperienze traumatiche lì vissute.

 

A livello di trama, questa stagione riesce a portare avanti degli elementi lasciati in sospeso dalla prima stagione e a gettare i semi per una terza, già confermata dalla CW.
Prima di tutto, capiamo chi era la donna che stava dietro a Fyers nella prima serie: si tratta di Amanda Waller, agente a capo di una sezione speciale del governo dai metodi molto diretti e con cui Oliver ha avuto a che fare in qualche modo nei 5 anni sull’Isola, dal momento che i due si conoscono.
Cosa non meno importante è che veniamo a conoscenza di chi ha addestrato Malcom (sopravvissuto allo scontro con Oliver): nientepopodimeno che Ra’s al Ghul, leader di una setta di assassini. Il personaggio di Ra’s rimane per noi un mistero, ma in compenso conosciamo sua figlia, Nyssa, “The head of the demon“.
E proprio Nyssa fa da collegamento con il terzo richiamo alla prima stagione. Infatti veniamo a sapere che Sarah, la sorella di Laurel che Ollie si era portato di sgamo sulla barca, è sopravvissuta al naufragio e, dopo esser stata sull’isola assieme a Oliver e Slade e essere naufragata di nuovo (!?!), è stata salvata proprio dalla Lega degli Assassini. Nyssa viene mandata in città a recuperarla dopo che questa era scappata per andare a vedere come stava la famiglia Lance dopo il terremoto nel Glades.

E per vedere come stanno, si veste da megagnocca, per la nostra felicità.

 

È giunto il momento di entrare nella parte nerd della recensione e l’elemento più scottante da affrontare è: la DC sta creando, e a grandi passi, un universo narrativo coerente nelle serie tv. Soltanto in questa serie sono stati inseriti l’A.R.G.U.S., la Suicide Squad, Ra’s Al Ghul ma soprattutto Barry Allen, che con la sua futura serie  darà una nuova possibile collocazione per tutti questi personaggi (un po’ come avviene per i film Marvel, ma con svariate ore di girato in più).

 

Eccolo qua, il nostro velocista preferito!

 

Certo, anche noi abbiamo parlato del futuro film sulla Justice League che vedrà, ovviamente, un universo unificato per il mondo del grande schermo, ma anche a livello televisivo sembra che la DC abbia grandi idee in mente, e se continua di questo passo è molto probabile che altri eroi siano mostrati sul piccolo schermo: che sia in Arrow o in Flash poco importa.

Sarò lì a godere, come ho fatto praticamente per tutta questa stagione.

Arrow – Un commento al finale della seconda stagione
Onizuha

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