Visto che a febbraio partirà in America la nuova serie di Katana per la DC Comics (personaggio di cui potete già leggere le peripezie sulla serie Birds of Prey, pubblicata in Italia da RW Edizioni/Lion), il noto sito di informazione fumettistica Comics Alliance si è preso la briga di andare a porre qualche domanda alla sceneggiatrice ufficiale della serie: Ann Nocenti, scrittrice americana famosa per avere dato vita a personaggi come Typhoid Mary e Blackheart sulle pagine di Daredevil.
Di seguito vi proponiamo una versione, tradotta per intero da noi*, dell’intervista:
CA: Comics Alliance AN: Ann Nocenti
CA: Nel passato abbiamo generalmente visto Katana all’interno di un gruppo. È stata negli Outsiders, nelle Birds of prey e si sta avvicinando alla Justice League. In che modo ti avvicini ad un personaggio quando questi ha sempre lavorato in un gruppo o in una squadra?
AN: Cerco sempre di basarmi su quello che è stato fatto prima e ho notato che su Birds of Prey, [Katana] si è dimostrata abbastanza misurata. Porta con sé molti segreti, e quando sei in un gruppo tendi a chiuderti. Sta facendo un lavoro ed è brava a fare gioco di squadra, ma quando si parla dei suoi fatti personali, la situazione implode. C’è differenza fra quella che sei in pubblico e quella che sei a casa, quando ti trovi da sola. Birds of Prey mi ha dato un grosso aiuto per caratterizzare il suo essere lupo solitario: perché è così riservata? Non ride molto, né sorride o fa scherzi. Parla seriamente del fatto che suo marito è sigillato nella spada, cosa per il quale viene scherzosamente canzonata dalle sue compagne. Ma pensano che lei sia pazza o che l’anima del marito sia realmente rinchiusa nella lama?
Si parla di una questione focale da porre: “chi sei quando ti trovi a stare sola con te stessa?”. Katana si dirigerà a Japantown a San Francisco, fondamentalmente perché spinta dall’enorme sete di vendetta. Suo marito è stato assassinato e lei pretende vendetta.
CA: È questo il nucleo della tua storia? Almeno inizialmente, sarà solo una questione di vendetta?
AN: Hai detto bene: inizialmente. Adoro parlare delle meccaniche dei fumetti e una di queste è che io faccio piani per andare avanti anni, che vengono puntualmente gettati via o modificati. C’è differenza tra la pianificazione e cosa succede effettivamente durante la vita, e i fumetti hanno una loro vita propria. Inizi ad incanalare qualcuno per la sua strada e improvvisamente ti ritrovi a dire “aspetta un momento!”, specialmente se vedi gli artwork. Ho visto cosa sta facendo Alex [ Alex Sanchez, disegnatore della serie] e “whoa, mi è venuta un’idea”. Da questo momento in poi tutto inizia a mutare.
Ma, inizialmente, sì, è partita coma una storia di vendetta, e, dal terzo numero, tutto è cambiato drammaticamente, in maniera clamorosamente drastica, tanto che niente sarà più lo stesso per lei.
CA: Katana è uno di quei personaggi meno utilizzati che ho sempre messo tra i miei preferiti. È stata negli Outsiders, ma poi non l’abbiamo più vista tanto fino ad ora, quando all’improvviso è stata inserita nelle Birds of Prey, la Justice League, e sarà pure nel cartoon “Beware the Batman”, di prossima uscita: è veramente sotto l’occhio dei riflettori. È qualcosa di cui sei felice e che vedi come un’opportunità, o aumenta soltanto la pressione sull’essere capace di arricchire il personaggio?
AN: Penso che entrambe le cose siano vere. La pressione è forte. Nessuno sa se i fan accoglieranno bene una serie a fumetti incentrata su una combattente di arti marziali, cioè quello che è questa saga. Mi ritengo una grande amante sia di armi sia di film giapponesi sulle arti marziali. Amo queste cose e quindi, fosse per me: sì, voglio questo fumetto. Ma la domanda è: lo vorrà anche qualcun altro?
Si tratta di un genere che non viene molto trattato in America, e quindi siamo da soli con il resto di voi. Io mi sto divertendo parecchio e Alex Sanchez sta firmando probabilmente il migliore lavoro della sua carriera. Vi hanno mandato la prima pagina?
CA: Sì, è fantastica.
AN: Ci sono dentro parecchi stili diversi. Trovi una mano delicata nel tratteggiare foglie e sfondi, ma poi c’è tutto questo nero fumoso e un atteggiamento grintoso dipinto sul volto di lei. Sono riuscita a distinguere almeno cinque stili di disegno diversi solo nella prima pagina. Sta interpretando splendidamente il concetto che questa serie è moderna e proviene dal passato contemporaneamente. Stiamo cercando di creare qualcosa che trasporti il lettore nel Giappone antico e nella modernità contemporaneamente.
CA: Hai parlato del dubbio riguardante la risposta del pubblico verso un fumetto con protagonista una ragazza che fa arti marziali, che è ciò di cui stiamo parlando. Questa è soltanto la terza serie DC con protagonista una ragazza di colore e, di nuovo, è una cosa che ha il suo bel carico di pressione.
AN: Ci sono molti fumetti cinesi, ma solitamente questi ultimi tendono a essere più storici e conservatori. La cultura giapponese, già solo i fumetti sono fantastici. Sono più simili ai film, con meno dialoghi, e succedono veramente tante cose in queste serie con centinaia di pagine. Si tratta di un approccio al fumetto diverso, si potrebbe anche solamente sfogliarli e apprezzarne l’azione. Secondo me stiamo cercando di arrivare ad un tipo di fumetto simile.
CA: Uno dei temi che ho notato in Daredevil e che torna sempre nel tuo lavoro è il modo in cui ti approcci alla violenza. È più una sovversione della tradizionale storia supereroistica, dove tu rappresenti l’atto violento più come un fallimento che come una soluzione. Se si arriva a questo, allora qualcosa dev’essere andato storto nella vita del supereroe. È qualcosa che tu affronti raramente, ma con Katana, ti trovi con un personaggio che ha avuto questo trascorso violento, tragico, ma che allo stesso tempo è letteralmente caratterizzata da un’arma. Come pensi che tutto questo possa funzionare con la tua visione della violenza?
AN: Adoro il genere supereroistico e la maniera in cui tutte le cose in esso confluiscano in uno scontro. Pensiamo a questo: quanto volte i fatti della vita culminano in una zuffa, anche solo dialettica? Questo genere ha le sue regole, che io adoro. Sei portato a combattere per le cose in cui credi, contro gli avvenimenti brutti della tua vita. Si tratta di qualcosa di diverso dalla violenza tipica della società di oggi, dove le persone tendono ad uccidersi vicendevolmente in maniera casuale o a prendere parte a guerre in cui non vorrebbero essere coinvolte. Nei fumetti di supereroi la violenza trova una sua giustificazione, ma è necessario guardarsi bene dall’intera cultura della violenza.
Quando si preferisce una spada a una pistola, come fa Green Arrow [Freccia Verde] quando sceglie una freccia alla pistola o Catwoman quando opta per la frusta, bisogna necessariamente essere altamente qualificati e allenati. Io posso anche impugnare l’arco di Green Arrow, ma non sarò mai abbastanza forte per tenderlo. Posso impugnare la frusta di Catwoman, ma avete mai provato a far schioccare una frusta? Non è semplice. Quindi credo che quando un personaggio usa un’arma che necessiti di una reale abilità per essere usata se non vuoi che qualcun altro te la tolga per usarla contro di te, sia in possesso di un potere maggiore di quello che avrebbe usando una semplice pistola o qualche altra cosa che faccia uscire delle raffiche dalle sue mani.
CA: Allora questo rappresenta la sua dedizione alla missione?
AN: Certo. Io ho studiato Karate, Judo e Aikido. Ormai non lo faccio più, ma ero una studente di arti marziali molto versatile, e il tuo insegnante ti insegnerà sempre modi per disarmare o rendere inoffensivo qualcuno senza ferirlo, sempre tu abbia un buon insegnate. Non colpisci qualcuno in un punto che potrebbe causargli la morte, colpisci qualcuno in modo da disarmarlo, o, ancora meglio, se pratichi aikido, lo colpisci in modo da usare la sua forza contro di lui. Un alto grado di qualifica nella pratica delle arti marziali non comporta il brutale assassinio, comporta il disinnesco. Proprio perché avevo queste competenze, anche se ora non le possiedo più tranne che per qualche trucchetto simpatico, voglio che Katana pratichi le arti marziali ad alto livello.
CA: Kyle Baker disse una grande frase riguardo la storia di Hawkman che fece per Wednesday Comics, quando affermò che Hawkman è un ragazzo che colpisce le cose con una mazza, quindi la sfida nello scrivere la sua storia fu quella di trovare dei problemi che si potessero risolvere colpendoli con una mazza.
AN: [ridendo] Fa molto Nietzsche. Se hai un martello vedi tutto come un chiodo.
CA: Esattamente. Quando hai un personaggio come Green Arrow o Katana, qualcuno strettamente legato ad un’arma, è proprio quella la difficoltà? Trovare una sfida che combaci con ciò che rende il personaggio unico, dinamico, e visivamente interessante, ma che allo stessi tempo infiammi il lettore e giochi con la sua personalità?
AN: Proprio quello che sto cercando di fare, e parlavo di questo prima: sono molto interessata alla cultura dei samurai, dei ninja e degli yakuza. Tutte e tre hanno le loro radici nell’antichità e, prima delle pistole, c’erano le spade. Nel Giappone antico c’era questo sistema giudiziario che non prevedeva avvocati o tribunali. Non c’erano poliziotti. Immaginate un mondo senza avvocati, giudici o polizia, che cosa accadrebbe?
Per questo motivo i nobili ingaggiavano allenati maestri di spada: perché li proteggessero. I ninja erano spie, raccoglievano informazioni. La Yakuza è stata la rovina di questo sistema, probabilmente con il fiorire di un sistema giudiziario, i clienti dei maestri di spada si sono spostati dietro le quinte in modo da architettare truffe ed estorsioni, prendendo il controllo del mercato criminale, ma questo periodo non si è ancora concluso. Membri della Yakuza sono sempre in Giappone, ma anche a New York e in diversi posti, soltanto che hanno cercato di legittimare il loro business, come la Mafia americana. Quello che voglio fare è usare Katana come un antico samurai, con la Yakuza moderna e i diversi clan della spada che addestrano qualcuno per i propri affari, nascondendosi dietro attività legali. Non c’è solo la sua lama, tutti quanti hanno una spada, cambia il modo in cui la utilizzano. Nel primo numero combatterà il clan della spada a Japantown, successivamente si batterà con quello del pugnale, e ogni arma diversa comporterà una differente mentalità. Il pugnale è corto e infido, e impone che ti mantenga a contatto. Con la spada invece mantieni una certa distanza, è più elitaria come arma. Ogni clan si affiderà ad un’arma diversa. Katana sarà completamente dedita alla sua spada.
*Precisiamo che la traduzione è nostra e NON è assolutamente letterale. Abbiamo infatti preferito optare per un adattamento italiano più scorrevole e comprensibile, piuttosto che riproporre in modo pedissequo espressioni che nel nostro idioma avrebbero avuto poco senso.
Devil é il mio personaggio preferito, il mio supereroe del cuore fin da quando ero bambino, e il ciclo della Nocenti é stato uno dei periodi che ho apprezzato di più.
Recentemente é tornata in attività, peraltro scrivendo per un altro dei miei supereroi preferiti, Freccia Verde: chiaramente esultai alla notizia, ed ero così ansioso di leggere la sua versione del personaggio che ordinai subito il fumetto in lingua originale, senza aspettare la versione italiana. Purtroppo della Nocenti che conoscevo sembrava non essere rimasto proprio nulla, quindi abbandonai la serie dopo 3 numeri (per poi riprenderla quando ha iniziato a scriverla Jeff Lemire).
Ho deciso di dare alla Nocenti un’ altra chance, ordinando Katana # 1. E’ stato un ottimo inizio, quindi spero che lei continui su questa strada e torni, se non ai livelli di Devil, quantomeno ad essere una scrittrice di qualità.