Proprio su queste pagine vi avevamo già parlato di 5Fumettisti5, il documentario incentrato sui fumettisti italiani residenti a Parigi  Alessandro Tota, Manuele Fior, Giacomo Nanni, Luigi Critone e Piero Macola; oggi abbiamo invece l’onore di proporvi un’intervista che il responsabile del progetto, Gabriele Orsini, ci ha concesso in esclusiva.

Gabriele Orsini

 

1) Ciao, Gabriele, lieti di averti qui sulle confuse e incasinate pagine di TheNerdExperience. Prima domanda, classica che più classica non si può: Parlaci di te? Chi sei, che combini e come ‘azzo ti vengono in mente queste idee folli che qui in Italia, di solito, appena uno mostra un barlume di originalità viene sedato con dardi da caccia al T-Rex?

 

La storia è questa: dopo la laurea in Storia contemporanea a Pisa e un paio di anni di collaborazione con Il Tirreno sono andato a Milano per provare a fare il giornalista. Sono rimasto un anno e mezzo, lavorando come web editor per diversi siti del gruppo Banzai. Per usare un eufemismo ti dirò che non amavo particolarmente la città meneghina, per questo nel settembre 2012 sono venuto a Parigi, dove ho raggiunto la mia fidanzata pisana, anche lei espatriata un paio di anni prima. Qui mi sono occupato di marketing per un sito di e-commerce, continuando ne frattempo a produrre vari filmati. Col video ho cominciato a Milano, dopo un corso alla Scuola di Cinema e Tv.

 

2) Come sei riuscito a entrare in contatto con Fior, Tota, Nanni, Macola e Critone; li hai pedinati fino a casa e minacciati con un revolver acquistato su ebay o si sono mostrati subito entusiasti nei confronti del progetto? Avevi in testa, da subito, i loro nomi o sono capitati quasi per caso?

 

L’incontro con i fumettisti è capitato per caso.
Molto semplicemente, Alessandro Tota, Manuele Fior e Piero Macola hanno tutti (in diversi momenti) abitato in un appartamento del quartiere della Gare du Nord dove, da qualche anno, abita una mia amica. Luigi Critone e Giacomo Nanni, a loro volta, sono amici di Tota e gli altri. 

Da quando sono arrivato a Parigi ho cominciato ad interessarmi molto di più al fumetto, che qui è onnipresente, facendo una specie di corso accelerato. Oltre ad aver speso un sacco di soldi nelle fumetterie ho conosciuto tante persone che lavorano nel campo, visitato mostre e gallerie, scoperto librerie fantastiche. 

Poi è arrivato a Parigi un amico fotografo e videomaker e ci siamo detti che avevamo voglia di girare un documentario. L’idea di concentrarsi sui fumettisti è venuta di conseguenza. Abbiamo cominciato con Giacomo Nanni e siamo andati avanti, ritrovandoci dopo qualche mese con 5 interviste belle corpose. Riascoltandole mi è sembrato che raccontassero cose molto interessanti, adesso sta a noi lavorare bene al montaggio!

La scelta deriva dal fatto che mi interessava concentrarmi su un gruppo di amici, oltre che di colleghi, che hanno scelto di vivere e lavorare nella stessa città e che si confrontano continuamente dal punto di vista professionale. 

Tutti i protagonisti del documentario sono stati disponibilissimi fin da subito, quindi nessun revolver è stato necessario e nessun fumettista è stato maltrattato durante le riprese. 

Yeti di Alessandro Tota
Yeti di Alessandro Tota

 

3) Ai ragazzi di Fumettologica hai dichiarato: “L’idea è quella di raccontare una scena piuttosto sconosciuta. Anche se ognuno segue il proprio percorso, nonostante tra di loro ci siano grandi differenze dal punto di vista stilistico, vengono tutti (meno Critone) dall’esperienza Coconino e con i loro libri hanno contribuito a rilanciare il fumetto indipendente in Italia dopo il vuoto degli anni Novanta. A Parigi hanno cominciato a frequentarsi, si confrontano quotidianamente sui risultati delle ore passate al tavolo da disegno. Sono amici e colleghi“. 


Da quello che hai potuto capire torturan…ehm, chiacchierando amichevolmente con questi cinque fumettisti, durante la realizzazione del documentario, quali sono le principali differenze tra il mondo del fumetto francese e quello nostrano?
Racconti anche, nella solita dichiarazione, che la lettura di Gipi è stata uno dei tuoi primi momenti di contatto con il fumetto: cosa pensi della sua candidatura allo Strega

 

Domanda seguente? Scherzi a parte, è difficile darti una risposta in poche righe. La differenza principale ha a che fare, come ti dicevo, con l’importanza molto maggiore che riveste il fumetto (ed il discorso intorno al fumetto nel dibattito culturale) in Francia. Ciò deriva dal fatto che questo linguaggio, per una serie di ragioni culturali, ha acquisito una dignità che non lo mette in secondo piano rispetto ad esempio alla letteratura. 

Mi chiedi di Gipi, la candidatura di Unastoria al premio Strega secondo me è un esempio lampante in questo senso. Per esaltare l’opera di Gipi si è scelto di farla partecipare ad una competizione riservata da sempre alle opere di letteratura. Come se considerarlo semplicemente un fumetto fosse in qualche modo riduttivo. In Francia nessuno si sognerebbe di candidare un libro di David B al prix Goncourt. 

Cinquemila chilometri al secondo di Manuele Fior
Cinquemila chilometri al secondo di Manuele Fior

 

4) Dalla pagina di presentazione del progetto su Ulule, possiamo leggere che per la realizzazione del documentario sei stato aiutato dal giovane videomaker (leggi: quelli che, al posto della GoPro, usano una cazzo di camera seria) Gabriele Dente e dall’animatore Michele Bernardi: quanto avete smoccolato in turco? Quali sono state le difficoltà effettive  dell’organizzazione di un simile lavoro? C’è mai stato un momento in cui ti sei detto “ora volo giù dal terrazzo il portatile con tutti i filmati e vado a mangiarmi  crepes alle lumache finché non moio”?

 

L’organizzazione di tutta la produzione in generale è stata molto stimolante. Grazie a Skype e affini abbiamo messo in piedi una collaborazione sull’asse Milano (dove vive Gabriele Dente)-Parigi-New York (dove abita Francesco Marcocci, il musicista che compone la colonna sonora)-Finale Emilia (dove abita Michele Bernardi). Ti rendi conto che invecchi quando pensi che solo 10 anni fa sarebbe stato impensabile. Mi diverte molto anche la parte di promozione, che per il crowdfunding è vitale. 

Sinceramente fino ad oggi è andato tutto abbastanza bene, ma il momento dello sconforto arriverà sicuramente. Magari proprio quando Gabriele arriverà a Parigi e cominceremo a montare effettivamente.

 

5) Siamo arrivati alla fine dell’intervista e…smettila di esultare, guarda che ti vedo! Comunque, dicevamo; siamo ormai alle battute conclusive e anche questa volta ci buttiamo su un evergreen: qualche idea per il dopo 5fumettisti5? Hai già iniziato a pensare a qualche altra iniziativa, magari sempre relativa al fumetto, su cui buttarti quando 5fumettisti5 si sarà realizzato, e siamo sicuri che lo farà (non è una gufata, non odiarci)?

 Per adesso sono concentrato sulla promozione sinceramente, visto che se non otteniamo il budget minimo entro 10 giorni non potremo procedere alla produzione. Se riuscissimo davvero a produrlo ci piacerebbe presentarlo a qualche festival, magari dedicato al fumetto o all’animazione. Ci ha già contattato il responsabile del festival Imaginaria (in Puglia), dicendoci che ha visto il trailer e che ci tiene d’occhio. Speriamo in bene!

 

Vi ricordiamo che manca ancora più di una settimana al termine della raccolta fondi iniziata sul Ulule, quindi siete ancora in tempo per dare il vostro contributo.
Forza, Mollate quel Big Mac e andate a mollare du’ spicci, che il progetto è in dirittura di arrivo e sarebbe veramente un peccato se non si concretizzasse.

 

Per ulteriori informazioni:

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/5fumettisti5?fref=ts

Pagina Twitterhttps://twitter.com/5Fumettisti5

 

 

 

5Fumettisti5 – Intervista a Gabriele Orsini, responsabile del progetto
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