Che Lucca Comics & Games sia una manifestazione fantastica, unica nel suo genere, lo sappiamo tutti.
Che poi noi che abitiamo nei paraggi (da Pisa a Lucca ci si arriva in una mezz’ora scarsa) siamo ancora più fortunati che ci possiamo andare ogni anno senza fatica, ne siamo felicissimi.
Come pure tutti sappiamo che, in quei 4 giorni (ma sopratutto nel fine settimana, che quest’anno coincideva col ponte dei morti) c’è una marea di gente che si aggira nella città dentro le mura: ma davvero TANTA.
Chiunque ci sia stato almeno una volta, a Lucca, durante la fiera, pensa la stessa cosa: ma che senso ha? Lucca è una città stupenda, piena di angoli e piazzette interessanti – il che di solito è un pregio ma, in questi casi, è un difetto molto grosso… le piazze sono piccole e (di conseguenza) anche gli stand ed i padiglioni che vi sono contenuti sono di dimensioni limitate, e le vie di accesso sono STRETTE.
Non ci si può fare niente, Lucca è una città antica e le città antiche sono fatte così: stradine strette, viuzze, archi… un sacco di posti in cui una folla si può letteralmente incastrare (solo per sabato 1° novembre si parla di 120000 presenze) causando non pochi problemi e rischi di sicurezza.
Io scrivo questo post sull’onda dell’esperienza di oggi in cui sono rimasto bloccato per 2 ore (misurate ad orologio, non sto scherzando) in piedi, fermo, immobile davanti ad una transenna perchè le vie d’accesso al padiglione Games erano state chiuse per ordine della questura a causa del sovraffollamento del padiglione. Avanti non si andava, dietro la folla si accumulava perchè faceva tappo, nessuno sapeva più niente… io ero in primissima fila ed ho parlato coi volontari del servizio d’ordine (ragazzi e ragazze gentilissimi) ma gli animi, alle mie spalle, si scaldavano – ed anche giustamente, direi.
Alla fine poi, a mente fredda, è stato meglio così – se non avessero chiuso l’accesso la folla si sarebbe bloccata (perchè dentro al padiglione games non ci si entrava più fisicamente) fermandosi dentro al tunnel vicino al Baluardo S. Maria e, se qualcuno avesse avuto un malore, sarebbeo stati guai grossi. Qualche malore (lieve) in realtà c’è stato e per fortuna le persone in attesa erano abbastanza tranquille e l’hanno presa con filosofia ma ci sono stati dei momenti in cui, davvero, ho temuto che scattasse la sommossa. Un plauso ai volontari e agli uomini della questura che (loro malgrado) hanno gestito la situazione ma onta, offesa e disonore agli organizzatori.
Anche senza voler fare i “bacchettoni” – chi è andato alla fiera oggi, mi spiace, ma non se l’è goduta. Al di là del caos per le strade (tanto eh, ma se non sei un bambino e puoi farti largo comunque ti ci abitui) c’erano file e file, ovunque! File per i biglietti (normale, anzi quelle scorrevano anche veloci), file per entrare negli stand (cosa?), file per vedere le cose dentro gli stand (eh?) file per uscire dagli stand… io – e vi garantisco che non ho problemi a spingere – non sono riuscito ad entrare in alcuni padiglioni mentre in altri si, sono entrato ma non ho visto NULLA. Perchè?
Non sono neanche riuscito ad avvicinarmi ai banconi.
Ma forse sono io che amo lamentarmi… già abbiamo digerito l’assurdità (da sempre in voga a Lucca Comics) che chi va lì per comprare debba pagare l’ingresso, mentre invece chi ci va a fare foto alle cosplayer seminude o chi intasa le strade con costumi ingombrantissimi ed improbabili possa entrare liberamente… mah. Pagare per avere il permesso di pagare; noi nerd siamo propio pazzi.
Pazzi, ma comunque umani
Deve per forza scapparci il morto prima che capiscano che la fiera DEVE USCIRE dalle mura? Eppure c’è un sacco di spazio vuoto appena fuori città… ah già, ma i negozietti, bar e attività del centro con quei 4 giorni ci campano per tutto l’anno.
Comodo eh? Ripeto, spero che non sia necessario che qualcuno ci rimanga secco davvero o che succeda qualcosa di grave perchè si diano una svegliata.
Lucca Comics & Games deve uscire dalla città, o almeno cambiare formula. Così, oltre a creare situazioni di oggettivo pericolo, si “soffoca” una manifestazione in continua crescita e, sopratutto, si invitano i visitatori a NON tornare. È una pessima pubblicità!
Ma si sa, come dice il proverbio: chi visse sperando…
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