Una delle mie “mancanze” sul lato nerd sono sempre stati gli anime. Cioè, ho visto gli imprescindibili: Dragon Ball, Ken il guerriero, Pokèmon, Digimon, Saint Seiya; ho pure alcune visioni che mi porto nel cuore come medaglie al valore, vedi Guru Guru e Medarot, ma negli anni delle superiori ho un po’ abbandonato questo mondo, preferendo la controparte cartacea della produzione giapponese.
Ecco perché con l’arrivo di Netflix in Italia, ho colto la palla al balzo per spulciarmi un po’ gli anime a disposizione sulla piattaforma, e non sapendo bene da dove iniziare ho scelto quello con la trama che m’incuriosiva di più e l’ho iniziato (seguendo la metodologia preferita dal famoso regista René: a ca**o di cane).
Beh, René, ti devo una birra,
L’anime capitatomi sotto mano è Ajin – Demi Human, una storia in 13 puntate (la prima stagione) che è riuscita a prendermi veramente tanto.
La trama è breve, assodata ed efficace: nel mondo compaiono gli Ajin, persone all’apparenza comuni ma che hanno una particolarità non da poco, quella di essere immortali; come muoiono, si risvegliano poco dopo in qualche modo “resettati”, con arti riattaccati (o se troppo lontani, ricresciuti), ferite guarite e colesterolo nella norma.
Ed in più possono controllare un mostro nero che esce dal loro corpo e che soltanto gli altri Ajin possono vedere.
Il nostro protagonista dopo essere stato investito da un furgone, scopre di essere un Ajin e deve quindi scappare dal governo che lo vuole catturare, ma allo stesso tempo scopre che gli altri Ajin giapponesi non sono così bravi come sembrano.
Come ho già detto, non è che la trama sia proprio tutta ‘sta novità, ma si sofferma su un elemento che in tante altre produzioni simili manca: la parte governativa. Fondamentalmente, dipinge una realtà molto verosimile a quello che succederebbe se davvero comparissero esseri immortali nel nostro mondo: i governi li prenderebbero e inizierebbero a studiarli.
Questa parte è un elemento chiave della storia: questi esseri vengono trattati dagli scienziati e dal potere non come esseri umani, ma come cavie da laboratorio, come semplici burattini da usare per capire il loro potere: vengono uccisi nei modi più dolorosi possibili, per vedere fino a dove può arrivare il loro potere; ed il protagonista si trova in mezzo a questo dilemma morale: uccidere i propri carnefici, o dimostrarsi superiore a loro risparmiandoli, sapendo che loro non avrebbero fatto altrettanto?
Certo, la serie non è tutta oro: la grafica non è delle migliori, con alcune animazioni che sembrano scattose il più delle volte, ed alcuni personaggi sono buttati lì e lasciati a sé stessi senza mai più essere nominati, ma la storia dietro e le varie chiavi di lettura che le si può dare coprono questi piccoli difetti.
E per chi è interessato, Ajin viene pubblicato in Italia come manga dalla Star Comics, quindi se siete incuriositi dall’anime, potete pure leggervi la controparte cartacea comodamente in Italiano!
Alla prossima, qua si The Nerd Experience!