Buonasera, oggi parleremo del più grande male (narrativo) del decennio: il fanservice.

Che cos’è il fanservice?

Fan service ( ファンサービス fan sābisu ) o fanservice è un termine gergale usato, soprattutto con riferimento agli anime ed ai manga, per indicare l’attenzione prestata da parte della produzione circa particolari marginali o gratuiti che non hanno un peso reale sulla trama, ma sono presenti solo per soddisfare le richieste di un certo tipo di pubblico (per dare, appunto, un servizio ai fan)

da Wikipedia

In realtà il fanservice, negli ultimi anni, è diventato qualcosa di più: è quando un autore pilota e piega la sua trama per andare incontro alle richieste e ai desideri del pubblico. Oggi, grazie ai social e alla rete, le grandi case produttrici (o editrici) hanno a disposizione uno strumento molto accurato per capire cosa i loro spettatori/lettori vogliono, quali personaggi o elementi hanno più apprezzato e utilizzano queste informazioni per “correggere il tiro”: questa pratica è di fatto la prassi per le serie TV americane, per cui su 20 puntate programmate ne vengono prima prodotte (e girate) 5 o 6, poi si sondano le reazioni dei fan e si girano le successive apportando modifiche di conseguenza.

E questo è un bene, giusto? Se il pubblico ha adorato un personaggio secondario (citiamone un paio a caso: Felicity in Arrow o Castiel in Supernatural) perchè non arricchirlo e renderlo co-protagonista?
In fondo danno al pubblico quello che vuole – e dare al pubblico ciò che vuole è la chiave del successo…

Stocazzo!

Quando a scrivere non sono gli scrittori

Sondare il terreno per capire cosa va e cosa non va può anche andar bene, entro certi limiti; ma ciò non deve cambiare radicalmente la linea dell’opera in questione.
Uno sceneggiatore (o uno scrittore, o un mangaka) è un artista – e l’artista è una persona che crea un’opera perchè ha qualcosa da dire, e se ne deve sbattere di cosa pensa il pubblico.
Se piace, avrà successo – altrimenti no.
Credete forse che Van Gogh, dipingendo i suoi girasoli, si sia mai preoccupato di chiedere cosa ne pensasse la gente?
O che Bansky si abbia chiesto il permesso ai vigili urbani di Venezia di denunciare la presenza di grandi navi nella laguna?
O ancora, che George Lucas abbia chiesto ai fan se volevano Jar Jar?

Quindi, perchè gli autori di Game of Thrones avrebbero dovuto chiederci se volevamo i Jonerys (si, hanno lo ship name) o no?
E quando ce li hanno dati, cosa abbiamo ottenuto?

Esatto, una merda.

Rimaniamo su GoT; quand’è che vi siete appassionati alla serie? Quando seguiva la trama ben delineata scritta da Martin (che non è che sia un genio eh, intendiamoci) o quando ha iniziato ad inseguire i sogni dei fan(boy & girl) della rete, facendo limonare quelli che volevamo limonassero e facendo sopravvivere quelli che volevamo sopravvivessero?
Quali sono i personaggi che vi hanno appassionato di più? IL FOTTUTO RE DEL NORD o Jonny “lei è la mia regina”?

Game of Thrones il più lampante (ma non unico) caso di opera di narrativa rovinata dall’eccessiva volontà di inseguire il pubblico.
Nei grandi comics americani è quasi la norma; difatti le testate Marvel/DC chiudono e riaprono continuamente, nel tentativo di piacere sempre di più ai nuovi lettori o di non perdere quelli vecchi MA, come si vede, facendo così forse si tira avanti economicamente, ma si scontenta sempre un po’ tutti.

Quindi un consiglio, cari autori: non ascoltateci.

Ci sarà sempre qualche fan scontento, che dirà che “il libro era meglio”, che vi siete venduti e siete diventati “troppo commerciali” o che apriranno delle utilissime petizioni online per farvi cambiare questo o quello; ignorateli.

L’opera è vostra: seguite la vostra strada, a testa bassa, ma almeno avrete scritto quello che volevate.

Siate artisti, non mercenari.

Quando a scrivere non sono gli scrittori
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