Sorpresa! Ma che burloni siamo qui a The Nerd Experience? Pensate un po’, per onorare la festa più importante dell’anno dopo le altre feste più importanti dell’anno abbiamo pensato di burlarvi prepotentemente invertendo le due rubriche della settimana: Venerdì Retrò di Martedì e Consigli del Martedì di Venerdì. Per cui se volevate tanto farvi consigliare anche questo Martedì… Nisba! Aspettate Venerdì. O forse no, chissà, è pur sempre il primo di Aprile e a Carnevale ogni scherzo vale.

Ok siete belli caldi ora, cominciamo.

Se avete fatto i compiti a casa ricorderete che giovedì scorso è uscito un bell’articolozzo su Metal Gear Ground Zero firmato dall’implacabile tastiera di Giocatoresingolo. Se poi siete dei NERD come si deve allora avrete anche già giocato (e finito, data l’effettiva brevità della missione principale) il nuovo capitolo della saga.
E allora eccoci qua, ancora una volta ad omaggiare il genio spregiudicato di un uomo che ha fatto innamorare più di una generazione con un qualcosa che mi sembra riduttivo definire un videogioco, direi più… no, non saprei, un’esperienza trascendentale? Un’emozione schiacciante? Un totale coinvolgimento dei sensi? Forse l’unico modo è usare una parola talvolta inflazionata ma che in questo caso proprio non si spreca: capolavoro.
Metal Gear è sicuramente uno dei miei tre giochi preferiti in assoluto (se avete letto lo scorso Venerdì Retrò saprete sicuramente quale altro videogame scalda sempre il mio cuoricino), ha segnato la mia pre-adolescenza (infanzia è troppo mainstream) e mi ha fornito sempre un argomento valido per attaccare bottone con le phiae. Ok quest’ultima è una grossa cazzata. Insomma, tutti voi ricordate Metal Gear Solid no? Bene perché non parleremo di quello, ma di Metal Gear.

Problems?

So che tutti bramate la recensione del più bel gioco di tutti i tempi, e perciò, per tenervi sulle spine, le prossime settimane ripercorreremo un capitolo alla volta la saga, usando come ordine la data di uscita e non l’ordine di continuity perché altrimenti non ci si capisce più un cazzo, infatti il nostro amico Hideo pare caghi Spin-off e Ret-Con con la stessa frequenza con cui Miley Cyrus lecca un oggetto random. Se seguiamo questo ordine allora dobbiamo necessariamente inserire nella nostra DeLorean del tempo come data di partenza il 1987, anno di uscita del primo (non secondo l’ordine di continuity) Metal Gear.

Il primo Snake di sempre: niente fascia in testa e nessuna somiglianza con Kurt Russel. Che ancora Kojima non sappia cos’ha fra le mani?

Questa piccola perla rivoluzionaria venne prodotta per due tipologie di console: i computer e il primo indimenticabile Nintendo (per i NERD il NES). Già allora il videogioco cominciava a presentare alcune delle caratteristiche che lo avrebbero reso leggendario: si trattava infatti di un gioco semi-stealth. Dico semi perché rendere totalmente stealth, e sopratutto rendere bene l’atmosfera del “solo contro tutti”, in 2D non era cosa possibile. Venivano però introdotte delle soluzioni inerenti a quello che si potrebbe definire lo “stile Metal Gear”, ad esempio anziché affrontare i nemici a pistolettate conveniva studiare i percorsi delle sentinelle e sgattaiolare di nascosto evitando di farsi vedere. Come in ogni buon titolo della saga il nostro Snake, che ancora non ha aggiunto il suffisso “Solid” al proprio nome di battaglia, partirà armato solo dei propri pugni, e recupererà le armi direttamente sul campo. La trama è semplice e in linea con la fantapolitica a cui Kojima ci ha da sempre abituati: c’è un paese immaginario dell’Africa noto col nome di Outer Heaven popolato solo da mercenari cazzutissimi. Pare che in questo Paese stiano facendo costruire un arma rivoluzionaria: il METAL GEAR. Viene mandato a investigare un certo Gray Fox, agente di punta della squadra speciale Foxhound capitanata da Grande Capo, descritto come il più grande soldato del XX secolo. Gray Fox (che ai fan della saga dovrebbe far squillare, più che un campanello d’allarme, un sistema di autodistruzione nucleare nel cervello) non ha avuto gran fortuna ed è stato catturato, cosicché Foxhound manda qualcuno a recuperarlo. Nella versione pc sarà la giovane recluta Snake insieme a 3 agenti di cui non sapremo mai più niente (probabilmente sgamati e uccisi dal nemico), nella versione NES andrà solo Snake. La missione del nostro eroe però non è solo questa, egli dovra anche salvare salvare il Dr. Pettrovich (costretto a costruire il Metal Gear causa il rapimento della figlia Ellen) e infine distruggere l’arma. Ovviamente pilotando sapientemente il nostro soldatino pixellato riusciremo a salvare tutti un po’ alla volta e, dopo aver scoperto che il Metal Gear – come suggerisce il nome inglese – nient’altro è che un robottone spara missili (e cosa ti aspettavi dalla nazione che ha inventato Gundam e Mazinga?) lo distruggeremo piazzando sapientemente degli esplosivi in giro per la mappa. L’esplosione delle cariche farà attivare l’immancabile dispositivo di autodistruzione, così cominceremo la nostra fuga fuori dalla base. Ma prima di uscire ci scontreremo proprio con lui: Big Boss.

No, lui è Big BOMB. Anche se resta un cattivo chiaramente temibile.

Scopriremo che il nostro capo Grande Capo è in realta il Presidente/Re/Imperatore/Sindaco/#MatteoRenzi di Outer Heaven e che è lui la mente dietro al Metal Gear, perché lui è un uomo che ama la guerra e vive per essa, perciò ha progettato tutto questo per ricrearla su scala mondiale costruendo una mega marchingegno che avrebbe richiamato l’attenzione di tutto il mondo. Dopo averlo mandato a cagare e, senza esserci accorti che questo strano masticatore di sigari con l’occhio bendato è palesemente la nostra copia con qualche ruga in più (ma in effetti scovare la somiglianza fra tutti quei pixel non doveva essere facile nemmeno per il nostro giovane Snake), ce ne andiamo mentre tutto esplode. Se nel 1987 fossimo stati già quel genere di Übernerd che si guarda tutti i crediti per imparare a memoria persino il nome dall’aiuto co-supervisore della macchinetta guasta del caffè, avremmo scoperto la passione già allora di Hideo Kojima nell’inserire filmati a sorpresa; in questo caso, ma solo per la versione PC, sentiremo la voce fuori campo di Big Boss dire cose tipo “Snake, non è ancora finita… Ci rincontreremo” e, pare anche, “Inutile che fai il furbo: so dove abiti, la prossima volta vengo con quattro amici miei di quelli grossi e il mio cuggino Vincenzo”. Quindi pare proprio ci sarà un sequel. E infatti ci sarà, o meglio c’è, anzi c’è stato. Prima di salutarvi vi dico altre due cose simpatiche su questo Merdal Ghiar, poi torno a controllare un paio di cose su Brazzers che ce n’era una non mi tornava troppo l’ultima volta…

  • Nella versione NES pur dando il nome al gioco non vedremo mai il mostrone sparamissili. Al suo posto dovremo distruggere (piazzando le famose cariche esplosive) un supercomputer che lo controlla.
  • Sempre fra versione NES e PC ci sono delle differenze sui nomi di alcuni dei personaggi (questi nomi sono riportati solo nel libretto di gioco; fin da subito quindi Hideo ci mostra il suo concept di videogame, dove anche il libretto delle istruzioni è parte integrante della storia e non una mera tabella riassuntiva delle combinazioni di pulsanti). Se in giapponese avevano tutti nomi come Cinciuì-Cinciuan e Cinciampino-Cinciampai, nei libretti Americani et Europei l’antagonista (che solo alla fine avremmo scoperto essere Big Boss) si chiama Colonnello Vermon CaTaffy (una parodia del dittatore libico Mu’ammar Gheddafi), mentre il comandante di Snake il s’appelle Commander South (parodia del colonnello coinvolto nell’Irangate, Oliver Queen North).
  • Nonostante Snake sia il più ganzo alla fine non riuscirà a salvare l’agente Gray Fox che rimarrà intrappolato sull’isola.

Questo è tutto per oggi signori miei, buon pesce d’Aprile a tutti!

Venerdì di martedì retro: Metal Gear…
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