La prima console War era agli sgoccioli, vinta dal Nes di Nintendo – anche se il SMS di Sega, negli ultimi anni di vita, ebbe una ripresa – quando la IV generazione di Console, che agli occhi di noi Italiani era in realtà la seconda, si affacciò nelle nostre case.
Metà anni ’90: la Generazione X stava cedendo il passo agli ultimi figli degli anni ’80 (ribattezzati da alcuni “Generazione Y”, categoria di cui noi autori di questo blog siamo gli ultimi esponenti), e la console war – l’ultima in cui Sega e Nintendo saranno grandi protagonisti – è in pieno svolgimento.
Abbiamo già detto che il primo round lo vinse Nintendo, ma la sua non fu una vittoria schiacciante: Sega, nel 1990 (anche se in Italia iniziò a diffondersi solo qualche anno dopo, diciamo intorno al 1994) caccia fuori il leggendario Sega MegaDrive (Genesis per gli americani), mentre Nintendo risponde prontamente col Super Nintendo Entertainment System (SNES, per gli amici).
La quarta generazione ci ha regalato alcuni dei giochi più belli di sempre, molti dei quali (tra reboot, sequel, prequel, cambi di console e vicessitudini varie) sopravvivono ancora oggi: citando così, a memoria, mi vengono in mente Mortal Kombat, Zelda, Super Mario World (il secondo miglior Mario di sempre, imho), Mario Kart… fu anche la prima generazione in cui la guerra fu combattuta su due fronti – in questo periodo nacquero anche le prime console console protatili… ma ne parleremo più avanti.
Concentriamoci sui due maggiori contendenti, Sega e Nintendo; anche stavolta la battaglia era praticamente solo tra loro, anche se si merita una menzione d’onore l’outsider NeoGeo, che però uscì solo negli USA. Nonostante le vendite basse rispetto alla concorrenza, NeoGeo ebbe un’enorme importanza storica – basti pensare che fu ufficialmente supportato fino al 2004… tutti i cabinati che noi vediamo sulle spiagge con metal slug, puzzle bubble e simili sono “figli” del NeoGeo, se non addirittura delle grosse “scatole” con un NeoGeo dentro.
Però noi non l’abbiamo mai vista, quindi ciccia.
Ma insomma, tra SNES e Mega Drive chi ha vinto?
Le vendite
Ecco i numeri, secchi e duri.
SNES –> 49.10 milioni di console vendute
Sega MD –> 40 milioni di console.
Se guardiamo alle vendite, indubbiamente SNES – con notevoli distinguo però… sul mercato USA e nord europeo Sega vinse tu tutta la linea, mentre in giappone Nintendo dominò alla grande: ma non è questo il fatto importante di questa console war… no, la cosa veramente importante, secondo me, furono gli errori delle due case produttrici.
Errori che nel giro di una decina d’anni scarsi saranno fatali a Sega, e porteranno anche Nintendo sull’orlo del fallimento… ma piano con gli spoiler, andiamo con ordine.
Il fronte portatile
Sul fronte portatile non ci fu storia. Sega propose il Game Gear, praticamente una versione portatile del vecchio Master System mentre Nintendo tirò fuori il celebre Game Boy.
Game Gear era tecnicamente superiore: era a colori (mentre il suo rivale in bianco e nero), luminoso, aveva un modulo aggiuntivo per diventare una TV portatile… ma aveva anche un enorme difetto: la batteria.
Durava pochissimo. 6 ore, contro le 36 del Game Boy. E la console costrava molto di più del rivale.
Risultato? Il Game Boy vendette 70 milioni di pezzi, il Game Gear si fermò a 10.
Ciò permise a Nintendo di regnare incontrastata sul mondo delle portatili… praticamente per sempre. Questo suo monopolio “di fatto” spinse la creazione di nuovi titoli che poi diverranno fondamentali (penso a Kirby e, sopratutto, a Pokémon); e fu proprio grazie al successo delle portatili che Nintendo riuscì a stare a galla nei primi anni 2000…
Un supporto “stretto”
Anche se al bambino dell’epoca non gliene fregava un cappero, guardando i dati tecnici di queste nuove console casalinghe col proverbiale senno di poi salta subito all’occhio una cosa: SNES e Mega Drive erano poco più che versioni “pompate” dei loro predecessori, con giochi sì più belli e più potenti, ma stop. Si vendevano praticamente da sole, forti del successo di NES e SMS e del fatto che sia SEGA che Nintendo misero a disposizione degli accessori per giocare i titoli delle vecchie piattaforme, ampliando così a dismisura il loro parco giochi.
SNES aveva una qualità video e audio leggermente superiore (oltre che più ram), ma l’utente medio non percepiva questa differenza; i difetti ed i pregi erano gli stessi delle console precedenti (cassette costose da produrre e poco capienti, sopratutto), ed i passi avanti erano pochi.
In particolare la cosa delle cassette: gli sviluppatori cominciavano DAVVERO a starci stretti… emblematico è il caso di Sonic The Hedgehog 3: il progetto era enorme, ambiziosissimo (addirittura fu coinvolto Michael Jackson per le musiche) ma… non ci stava. Servivano cartucce più potenti, più capienti… ma non ce n’erano!
Era chiaro che, ormai, il loro tempo era finito. Bisognava guardare avanti, al futuro… e il futuro era il CD-ROM.
La tattica di Sega
Sega decise di portarsi avanti lanciando il “Sega CD”, un accessorio da attaccare al MegaDrive che gli permetteva di leggere e giocare giochi sviluppati su CD.
Questo fu il primo errore di Sega: sembrava un’ottima idea quella di anticipare la concorrenza (sviluppare una nuova console avrebbe richiesto altri tempi) appoggiandosi al già vasto pubblico del MegaDrive ma… forse era una cosa troppo avanti per l’epoca.
In pratica non c’erano giochi per il Sega CD, sopratutto al di fuori degli USA – ricordiamoci che all’inizio degli anni ’90 i CD, anche in campo musicale, erano una novità al di fuori degli Stati Uniti. Inoltre costava un sacco e quello che poteva essere un punto di forza (ovvero il non essere stand-alone ma dipendere dal MD) si rivelò un freno – il MegaDrive era andato molto forte in Europa e negli USA, ma in Giappone non se lo filò quasi nessuno. Nintendo inoltre, aveva da poco stretto annunciato che la sua prossima console avrebbe supportato anche giochi su CD – finora le due case erano in sostanziale parità, ma bisognava muoversi per non restare indietro…
e forse fu anche questo annuncio che portò Sega a compiere il suo secondo errore.
Volendo bruciare le tappe, Sega accelerò lo sviluppo della gen. successiva: il Saturn non era ancora pronto, ma la Sega riuscì a rilasciare un add-on che, a basso prezzo, potenziava il MegaDrive portandolo a 32-bit e che doveva fare da “ponte” tra le due generazioni, anticipando così la concorrenza. Peccato che questa nuova piattaforma non avrebbe supportato i futuri giochi del Saturn, nè il Saturn avrebbe mai potuto leggere i giochi del Sega 32X nè tantomeno del MegaDrive o Sega CD… gran parte sviluppatori inoltre, sapendo che da lì a breve sarebbe uscito Saturn, si rifiutarono di perdere tempo a programmare per quella “via di mezzo” che era.
I piani di Nintendo
Nel frattempo, lo SNES macinava successi su successi, sfornava giochi fantastici ma con SEGA era ancora testa a testa.
Oggi sappiamo che lo SNES uscì vincitore dalla contesa, ma all’epoca la situazione non era così ben definita.
La concorrenza, col Sega CD, stava facendo un mezzo autogol ma anche Nintendo percepì che, in fondo, l’idea era buona. Il futuro era nei CD-ROM, e le cassette erano destinate a scomparire negli anni a venire.
Nel 1991 (il Sega CD era appena uscito in giappone) Nintendo annunciò una partnership con un’azienda leader nel settore dell’elettronica per una nuova console che, negli anni a venire, avrebbe potuto riprodurre sia i giochi dello SNES in cassetta che futuri giochi su CD. Il nome in codice di questa console (che ovviamente non vide mai luce) era “Play Station”, e l’azienda partner era Sony.
Qualcosa non quadra, vero? Questo fu, probabilmente, il più grande errore di Nintendo, in tutta la sua storia; errore che porterà alla nascita di Sony come colosso dell’industria videoludica…
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