Scrivere quest’articolo è molto dura.
La colpa non è né dell’oggetto dell’articolo, il primo arco narrativo dell’ultima serie dedicata al nostro amato Becco di Falco, né della tipologia dell’articolo, i classici Consigli del martedì, e nemmeno delle tempistiche ristrette in cui sono costretto a batterlo, vista la mia disorganizzazione mi sarei infatti stupito del contrario; la colpa è piuttosto dell’agnello che in questo momento mi sta belando nello stomaco.
Scrivere dopo i bagordi pasquali, con centinaia di varietà alimentari che stanno tentando di scalare le pareti esofagee per evadere dalla stessa entrata che le aveva condotte al tuo interno, è una prova ai limiti dell’umano, ma quando il dovere chiama gli agenti di TNE rispondono (ma da quando?!?) e quindi è tempo di andare a vedere che ci propone la Marvel con il suo nuovissimo Hawkeye:
Il rilancio di Hawkeye firmato Fraction e Aja è stato un unanime successo di critica e pubblico: il duo di autori è riuscito ad accattivarsi i lettori grazie a una rilettura giocata su un’ambientazione metropolitana, un linguaggio grafico improntato al minimalismo e una caratterizzazione dei personaggi vicina a quella tipica delle sitcom americane. I 22 numeri che compongono la serie si sono rivelati un mix riuscito di freschezza e originalità, lasciando un’eredita pesante al nuovo team creativo che ha ereditato le redini della saga.
Fortunatamente i due loschi figuri chiamati a occuparsi di questo gravoso incarico si chiamano Jeff Lemire e Ramón Pérez; più che due nomi, due sinonimi di garanzia.
Nel primo arco narrativo, pubblicato in Italia da Panini su Marvel Select 22 e 23, ritroviamo le dinamiche relazionali fra Clint e Kate che avevamo imparato ad apprezzare nel precedente ciclo, ma un repentino twist della storia dona subito un sapore diverso alla produzione.
La vicenda si dipana su due piani, alternando al presente flashback dell’infanzia di Clint e del fratello Barney. Gli stacchi temporali sono distinti da due diversi stili di disegno adottati da Pérez (da recuperare assolutamente il suo Tale of Sand): uno più vicino allo stile di Aja per il presente e un altro meno definito, dai colori quasi acquarellati, per il passato.
La duttilità del disegnatore si presta bene a una narrazione che riesce a coniugare brillantemente momenti di introspezione a passaggi più concitati, mostrando aspetti sconosciuti dell’infanzia del Vendicatore e legandoli indirettamente al presente, senza dimenticarsi di dosare sempre il ritmo di lettura in maniera bilanciata.
Lemire, chiamato ancora una volta a raccontare le disavventure di un arciere dopo il lavoro su Green Arrow per la DC, in collaborazione con Andrea Sorrentino, prosciuga al massimo i balloon di testo, delegando gran parte del suo lavoro alla chiarezza esplicativa dell’immagine e focalizzandosi su pochi elementi, messi però tutti correttamente a fuoco.
A scombinare po tutto, ci pensa un riuscito colpo di scena finale che apre prospettive interessanti per i futuri sviluppi.
Pur inserendosi nel solco scavato dalla precedente gestione, l’esordio di All-New Hawkeye convince per personalità e per la capacità di tracciare subito una precisa linea narrativa.
È ancora troppo presto per sbilanciarsi con un giudizio, ma la sensazione è quella che il nostro arciere sia riuscito di nuovo a fare centro!