Io mi considero un lettore selettivo: è ormai finita quella fase della mia vita in cui potevo permettermi di leggere qualunque “cagata” – brutta storia, questa – che passava dalla fumetteria, e quindi tento di scegliere con cura le mie letture.
Però, ogni tanto, passo davanti a un volume di cui non avevo mai sentito parlare, di autori che non conosco e sento come una voce che mi chiama e mi dice “comprami, comprami”; allora scatta la pazzìa: non so perché, non so percome, ma lo compro.
Così me ne sono tornato a casa con Symmetry (Hawkins/Ienco, 19€, Panini) intuendo solo che si trattava di una storia sci-fi che poggia su uno dei concetti cardine del genere fantascientifico: ovvero la società perfetta/utopica con qualcosa, al suo interno, di marcio.
Concetto trito e ritrito, direte voi, e in parte avete ragione ve lo concedo ma nonostante questo, Symmetry mi ha colpito positivamente.
Ora, io non so chi sia Raffaele Ienco (nel caso, google ha le risposte) ma il suo tratto mi piace: luminoso, dettagliato al punto giusto; costruisce tavole, mi verrebbe da dire, “cinematografiche” seppur poco affollate: anche se come dice il proverbio non si giudica un libro dalla copertina, ammetto che senza di essa, probabilmente, non mi sarei mai soffermato sul volume e non avrei valutato l’acquisto.
A impressionarmi maggiormente però è stata la costruzione del mondo narrativo e dello scenario in cui la storia è ambientata (il worldbuilding direbbero gli hipster come giocatoresingolo): senza scendere troppo nei dettagli, in questo mondo “perfetto” l’umanità è divisa in quattro gruppi razziali (bianchi, latini, africani ed asiatici) che quasi non hanno interazioni tra loro.
Sol, l’intelligenza artificiale che da generazioni gestisce questa società, fornisce ad ogni individuo tutto ciò di cui ha bisogno: cibo con apporto nutritivo personalizzato (ed arricchito con ormoni ad-hoc per l’umore), educazione, addirittura si può scegliere il proprio genere… Le persone comuni vivono felici e solo gli “anziani” hanno un livello di consapevolezza superiore e possono interagire con Sol – che in questa storia assume, di fatto, il ruolo di divinità.
Una divinità il cui obiettivo è quello di far evolvere la razza umana, seppur dovendo sottostare alle decisioni del consiglio degli anziani e non potendo in alcun modo nuocere agli umani.
Con tali obiettivi e limitazioni, quali occasioni può sfruttare Sol per raggiungere il suo scopo?
Il concetto base di Symmetry è tutto qui e se proprio dovessi trovargli un difetto direi che la conclusione è un po’ troppo veloce, ma ammetto che probabilmente si tratta di un mio limite: quando vedo un mondo così ben costruito (e su cui si sono spese buone pagine) mi dispiace sempre vedere quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Una cosa è certa: Simmetry si conclude prima di diventare ripetitivo o banale, e non fa letteralmente in tempo a cadere nei cliché classici del genere fantascientifico (cioè descrizioni pseudo-scientifiche, falsi tecnicismi o altre amenità simili): si limita a una critica della società moderna, interrogandosi sui rapporti umani e i desideri che stanno alla base della società stessa.
Insomma: ve lo consiglio?
Se siete appassionati del genere utopico, decisamente si.