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La politica americana non sta dando bella prova di sé in questo periodo: la situazione è confusa e non si capisce bene cosa potrà succedere.
Negli ultimi anni, forse proprio in conseguenza di questi tempi incerti, molti autori del mondo del fumetto sono tornati a praticare la critica sociale nelle loro opere, servendosi di uno dei generi più adatti allo scopo: la fantascienza distopica a breve, lungo e lunghissimo termine.
Di seguito vi proponiamo una selezione di opere recenti che, in modi diversi, offrono spunti di riflessione interessanti per riflettere sulla contemporaneità:
– Sentinelle d’inverno (di Brian Vaughan e Steve Skroce, Image Comics/
Bao Publishing): 2112, L’America invade il Canada dopo un attentato alla Casa Bianca. Qualche anno dopo, un’improbabile cellula di ribelli cerca di sabotare le operazioni militari americane. Una versione di “Quella sporca dozzina” rivisitata in salsa Netflix. Ci si diverte e il finale colpisce più duro del previsto.
– Undiscovered Country (di Scott Snyder, Charles Soule e Giuseppe Camuncoli, Image Comics/Saldapress): In corso di pubblicazione sia in patria che in Italia, UC racconta un futuro apocalittico dove l’umanità sta venendo sterminata da una pandemia – déjà vu – e l’America si è isolata dal mondo rinchiudendosi all’interno dei suoi confini.
Una critica all’isolazionismo americano che poggia su un immaginario davvero ricco e una trama da tecno-thriller. Per adesso non si capisce bene dove voglia andare a parare ma che disegni!
– Days of Hate (di Aleš Kot e Danijel Zezelj, Image Comics/Eris Edizioni): Storia di un’America in un futuro davvero prossimo (2022) scossa da suprematismo bianco, violenze e attacchi terroristici. Kot ci racconta il presente strizzando l’occhio a True Detective e alle produzioni HBO, Zezelj rende il tutto più cupo e malinconico.
– Il Nuovo Mondo (di Aleš Kot e Tradd Moore, Image Comics/Saldapress): Un hacker vegano sobillatore si innamora di una poliziotta edonista star di un reality show votato al massacro. L’intera Repubblica della Nuova California non la prenderà bene e darà loro la caccia.
Stavolta è Moore il mattatore e le sue tavole gommose e cinetiche guidano le danze, ma Kot ne approfitta per dirci due o tre cose sulla voglia matta che hanno gli americani di alzare barriere.
La politica americana a fumetti