Ok, ok, la notizia l’abbiamo letta tutti e non c’è bisogno che la stia a ripetere. Niente “case”, almeno per adesso, poche informazioni e due occhiaie pari a quelle di Sallusti per gli italiani rimasti desti a seguire la conferenza.
A dire il vero la mia prima sensazione è stata decisamente deludente: non mi aspettavo un prototipo di HAL 9000 però qualche effetto speciale sì. Speravo in una presentazione più muscolare, magari artefatta ma esplosiva. Così, indubbiamente non è stato, anzi, va detto che ci sono stati anche dei momenti decisamente
Uno per tutti: la tech demo del Luminous Engine, riproposta da una Square-Enix in manifesta difficoltà creativa.
Proprio quando mi sentivo pronto a sintetizzare la conferenza Sony con un “si stava meglio quando si stava peggio”, questo articolo, molto intelligente e ragionato, è venuto in mio soccorso.
Infatti, mi trovo a concordare con l’autore sul fatto che, in effetti, Sony qualche innovazione silenziosa, nella sua presentazione, l’ha mostrata: con l’architettura di Ps3 avevano fatto a botte molte software house, voce di popolo la presentava come una console difficilmente gestibile e arcigna da programmare. Proporre un hardware più user friendly, magari rinunciando a un po’ di potenza, è una mossa sensata, utile anche ad avvicinare gli sviluppatori third-party che necessiteranno di meno personale (e quindi di budget più contenuti) per avviare i loro progetti.

Un po’ meno Apple e un po’ più Steam. Non male come idea.
Parlando invece dell’aspetto sociale, tanto pubblicizzato dalla società, il discorso mi sembra più complesso: al contrario di quello che può sembrare a una prima impressione, spingere l’acceleratore sullo share gaming è, in realtà, un modo per catturare e stimolare l’utenza (autonominatasi) hardcore. La condivisione di dati, stastische e graduatorie è alla base dei processi che hanno decretato il successo di MMORPG, First-Person Shooter competitivi online e simil-Diablo, imperniati sulla caccia all’equipaggiamento migliore, al posizionamento in classifica più alto e sul PvP.
Perché si definiscono generi hardcore? Perché necessitano di allenamento, dedizione, farming e di una mole notevole di ore di gioco. Incentivare le potenzialità di condivisione tra giocatori non è altro che puntare su questo tipo di titoli e su questa utenza.
Il problema è che non so quanto il messaggio sia riuscito a filtrare per adesso e non so quanto Sony sia riuscita a rendere manifeste le sue intenzioni, che non si limitano a dare, ai giocatori, la possibilità di aggiornare il profilo Facebook con il DualShock (‘na cosa indispensabile direi, praticamente vitale).
Anche vero che per fare questo c’è ancora tempo e non mancheranno altri appuntamenti (uno su tutti: E3) per mostrare in maniera più massiccia le funzionalità del nuovo tasto “Share“.
Terzo, e sicuramente più controverso punto, è la questione Ps Vita.
La possibilità di giocare in remote play alla Play4 utilizzando Vita è suggestiva, fisiologica risposta a Nintendo e al suo nuovo controller, il problema è che questo non risolve un altro problema fondamentale: PS Vita deve diventare un console autonomamente degna di essere acquistata e non una sorta di controller di lusso.
Non è sbagliato dire che Vita sia fondamentale per il destino di Sony, anche perché le sue vicissitudini si legano a doppio nodo con la condizione del mercato Giapponese: Sony, per vincere la scommessa Vita, ha il compito di convincere e dare la possibilità alle case sviluppatrici di proporre nuovi brand, magari studiati appositamente per il mercato portatile. In particolare, è necessario per le software house orientali uscire da un’ottica di mercato regionale e conservativa: la PSP, principale contenitore di JRPG e di altri titoli pensati unicamente per il mercato giapponese, è L’esempio più fulgido di questo modo di fare.
Vita può diventare l’arma migliore per fidelizzare ulteriormente l’utenza e portare avanti un progetto solido di mercato, o, al contrario, trasformarsi in un Titanic economico per la sua casa produttrice. Il primo anno non è stato dei migliori, ma le possibilità per migliorare ci sono.
L’ha ribloggato su AppleSpace BLOG ®.
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