Abbiamo tradotto per voi l’intervista che Newsrama ha fatto a Scott Snyder (scrittore della testata “Batman”, e delle storie La corte dei Gufi e Morte della famiglia) riguardo il ciclo di storie che sta scivendo ora e di cui già vi avemmo parlato: Batman ZeroYear.
Buona Lettura!
Scott Snyder è passato da recluta della Vertigo ad superstar in soli 3 anni. Iniziando con “Detective comics” e “ Batman”, lo scrittore si è fatto un nome grazie al nostro uomo pipistrello preferito lavorando con Greg Capullo.
Batman è ora nel mezzo di un arco narrativo che durerà un anno, “ANNO ZERO”, che aiuterà a ridefinire le origini di Batman nell’universo post-reboot “New 52”. Nonostante Snyder rispetti le origini classiche del personaggio (e Batman: anno zero di Millar) al Comicon 2013 ha spiegato che sarebbe importante dare una rinfrescata alla storia, focalizzandosi su come Batman sia riuscito a superare la tragedia che lo ha spinto a diventare l’eroe che conosciamo.
Newsarama: Scott, com’è arrivare ad una convention quando stai iniziano una saga come Anno Zero?
Scott Snyder: Oh, è davvero stressante, soprattutto avere Anno zero, Superman e The Wake che escono nelle stesse due settimane. Per me è davvero eccitante ma richiede un sacco di duro lavoro. Sono davvero stressato e nervoso, ma soprattutto duro con me stesso, mi chiedo “sono queste storie buone abbastanza?” in continuazione. Ho lavorato davvero duro su questi primi numeri, cercando di fare il miglior inizio possibile, ma ero davvero spaventato! Se devo essere sincero, quando lavori su certe cose devi sempre chiederti se sono abbastanza buone, non puoi dire “Si, questo è perfetto!” quando lavori con materiale “sacro” come il rilancio di superman o le origini di Batman. È il lavoro più eccitante e più spaventoso del mondo. Mi sento davvero bene qando almeno le prime copie sono uscite, così posso rilassarmi un po’, e anche se le persone le odiano, mi sento sollevato. Ho davvero apprezzato la fiducia che la DC ha riposto in me, soprattutto su Batman, dove devo misurarmi con materiale davvero sacro, nel cuore del personaggio e della sua mitologia. Avere tutta questa fiducia e supporto significa molto per me, darò tutto quello che posso. Non lo avremmo voluto fare, ma Batman è davvero l’unico personaggio che nei new 52 non ha avuto le sue origini rebootate (Silwe37: neanche Green Lantern). Era chiaro a noi della DC che c’erano dei cambiamenti che andavano fatti, come Catwoman, Jim Gordon, la famiglia Falcone e questo ha portato gli editori a chiederci “abbiamo bisogno delle nuove origini, lo faremo, volete essere voi a farlo?” e noi “ovvio, non lo lasceremmo fare a nessun altro!”. E avevo un’idea su come l’avrei fatto. Ho sempre fatto un gioco con i miei amici: come avrei gestito un film che rilanciasse Batman?
Ecco quindi una lunga e complicata risposta a “come mi sento ad essere al comicon”.
Nrama: In un modo o nell’altro hai avuto una serie best seller per due anni! Non ti toglie un po’ di pressione?
Snyder: Non lo fa. Giuro, le vendite sono ottime. Per me il fatto che voi leggiate e ci supportiate vuol dire tutto, ma io e Greg siamo davvero duri con noi stessi. L’ho già detto quando è uscito il primo volume e lo penso anche per superman: farò solo le storie che reputo più importanti. Lo so che le persone chiedono “perché continuo a fare questi lunghi archi?” ma io credo che se facessi una storia più piccola e semplice tanto varrebbe passare oltre e farla fare a qualcun altro, poiché ci sono tante persone che desiderano e meritano di scrivere Batman. Io non voglio scrivere storielle che vanno di mese in mese e che non sono importanti. Mi piace farlo di tanto in tanto, ma credo chela regola generale debba essere il grande arco. Non grandi vendite, grande personalità. Prometto, quando non ne avrò più, lascerò la serie. Fortunatamente per me, ho ancora idee in mente, quindi se le persone ci terranno in Gotham starò felicemente fino al numero 50 ed oltre. Ma al momento in cui non ci vorrete più, me ne andrò tranquillamente. Mi sento davvero fortunato di poter fare quel che faccio.
Nrama: In questo periodo, nell’universo DC, abbiamo un trailer di “Batman: Arkham Origins”, qualche anno fa abbiamo avuto “Batman Begins”, e più recentemente “Batman: terra uno” e, come tu stesso hai citato, “Batman anno uno” che è diventato un lungometraggio animato… Cosa c’è di così accattivante e attuale nelle origini di Batman, nei suoi primi anni, che permette così diverse interpretazioni?
Scott Snyder: Questa è una bella domanda, e a dire il vero ci ho pensato sù a lungo, perché è come se ciascuna di quelle origini prenda un elemento della sua maturazione e lo renda il nucleo della storia. Per “Anno Uno”: a dire il vero è più di una storia su Jim Gordon, ma è una storia su quanto sia alienante essere un eroe in una città corrotta e su quanto si possa essere soli in un mucchio di modi. “Batman Begins” parla di come superare le proprie paure, e usarle.
La cosa che penso renda le sue origini così attuali è che c’è una paura primitiva nel perdere i propri genitori. L’avrai sempre, da bambino. Anche da adulto, continuerai a provarla, o la paura di perdere le persone vicine a te, coloro che ti supportano o la tua famiglia: non c’è niente di peggio. Così è questo che è attuale, perché lui ha superato tutto ciò ed è diventato questa sorta di apice delle capacità umane. È il miglior detective, il miglior chimico, il miglior inventore, il miglior combattente. Vedere qualcuno superare questa tragedia e trasformarla in un trionfo – non importa quanto patologico e strano questo trionfo sia – è una storia da cui tutti ci sentiamo ispirati. Ed è questo, a dire il vero, ciò che stiamo facendo con Anno Zero: partire da questa idea di lui che è il “demone oscuro”, l’interpretazione di Miller e tutto il resto, che io adoro. Ma, avendolo sempre oscuro e terrificante, riconoscere anche che lui è un simbolo di ispirazione a Gotham, e di speranza. È una città continuamente minacciata dal crimine e dalla corruzione e dalla paura del terrorismo… Tutto ciò che vedete oggi, noi intendiamo metterlo nella città.
La banda di Cappuccio Rosso vuole in effetti rappresentare la paura di una moderna New York. Per me, crescere a New York, vuol dire decadimento urbano, prostituzione, droghe: questo è crescere a New York! Avevo paura della periferia, di Central Park e di tutte queste cose. Ora non è più così. Ma per me, era questo a terrificarmi della città., da cosa siete spaventati voi?
Questo è ciò che la banda di Cappuccio Rosso dovrebbe rappresentare. Così il modo in cui Batman cresce nella nostra storia, è il modo in cui lo farebbe se si fosse formato al giorno d’oggi. Nemmeno sei anni fa, ma oggi, come sarebbe? Cosa farebbe, e chi affronterebbe? Come sarebbe la sua attrezzatura, la sua macchina e la caverna? Tutto questo è ciò che abbiamo considerato nel ricostruire la mitologia in un modo che mantenga gli elementi oscuri, terrificanti di Batman, ma che anche faccia di lui una figura di resistenza, un fuorilegge, un ribelle, che ispira le persone a combattere in un modo quasi Punk – Rock. Sta in piedi e dice: “Non ho paura di essere la persona pazza per cui sono venuto in città”.
In realtà, la chiave di tutta la storia è la domanda: “Cosa significa per te Gotham?”, “Bruce, perché proteggerla?” “A chi importa di Gotham? Tu non sei cresciuto lì, ed i tuoi genitori sono stati uccisi in quella città! Perché la ami?”
Così io ho mostrato come, da ragazzino, sia andato in quella città e l’abbia amata.
Nrama: Sì, ho proprio sentito questa domanda che veniva posta mentre leggevo, come se fosse una domanda a voce.
Scott Snyder: Esatto! E tornerà prepotentemente in “Batman” #24. Questo è un po’ uno spoiler, non dovrei dirlo, ma sono stanco e tutto ruota intorno agli spoiler!Lui chiede alla città, Bruce Wayne chiede alla città: “Cosa ami di Gotham? Perché sei qui?”. Dice: è costosa, è cupa, ci sono tutte queste bande in giro…
Nrama: Mi stai facendo venir voglia di trasferirmi da New York…
Scott Snyder: Esatto! Ma lo sai perché vivi lì? Perché tu sei andato lì per diventare quell’eroe che nel tuo profondo sapevi di poter diventare ma che qualcuno nel mondo ti ha detto che non potevi. Magari tu stesso te lo sei detto. Sei andato lì per essere bruciato fino al nucleo più puro, fino all’eroe più puro che sai essere dentro di te, anche se quell’eroe è un totale stupido, un pazzo che fa qualcosa che nessuno pensava tu potessi fare, o qualcosa di così comune ma che tu vuoi fare.
L’idea è che la città ti testa. È lì che c’è il tuo nemico, il tuo antagonista. Ma se tu sopravvivi alla prova del fuoco, diventerai quella versione di te che tu sai di poter diventare. Questo è, in fondo, ciò di cui parla la nostra storia, perché tutti noi siamo Gotham. L’ho sempre detto ai fan, ma ora sto provando di spiegare questa tesi: tu sei Gotham, tutti noi lo siamo.
L’ha ribloggato su The law of news 2.
grazie =)