Harvest moon (letteralmente “luna del raccolto”) è un’espressione idiomatica della lingua inglese per indicare la luna piena più vicina all’equinozio d’autunno.
Bene, ora che Wikipedia ci ha illuminato con la sua immensa saggezza procedo a illustrarvi un gioco di cui pochi conoscono l’esistenza e che invece è uno spasso.
Correva l’anno 1996, com’ebbi a dire in un mio vecchio articolo il primo del “magico triennio del videogioco” (’96, ’97, ’98), in Giappone le Console si evolvevano come i Pokémon (anch’essi del ’96!) e si cominciava a sperimentare di tutto. E con tutto intendo i videogiochi più improbabili, tipo Parappa The Rapper, che ha avuto pure un seguito (Parappa the Rapper 2) e su cui un giorno vi farò una recensione da lacrime agli occhi.
C’erano videogiochi d’azione, di strategia, di ruolo, dell’orrore… ma nessuno aveva pensato a un simulatore di vita agreste.
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Ecco a voi il primo, e penso unico, contadino della storia dei Videogames.
La trama è semplicissima: siete un contadino (il nome del protagonista lo scegliete voi) appena giunto in un paesello di campagna un po’ particolare; avete ereditato un piccolo fondo sgangheratissimo da un parente di cui non mi ricordo esattamente il tipo (nonno/zio/babbo) e decidete di rimetterlo in sesto coltivando la terra e allevando simpaticissime bestie. Unica compagnia, oltre al bestiame, il vostro cagnolino a cui potete scegliere il nome. Per la verità potete scegliere il nome a quasi qualsiasi cosa nel gioco, e questo rende l’esperienza ancora più divertente.
Tutto qui ciò che vi serve sapere, d’ora in poi comincia l’avventura.
Sì, perché non è facile come sembra coltivare un orto. Come diceva mio nonno:«l’orto vuole l’uomo morto» e così è davvero. Il vostro omino ha un livello di resistenza limitato, non vi è un indicatore preciso, per regolarvi dovete interpretare le espressioni del vostro omino che, piano piano, diventerà sempre più stanco in volto e sudato. Per recuperare forza dovrete mangiare qualcosa, ma mangiare significa consumare prodotti che potreste invece vendere, per cui non conviene sforzarsi eccessivamente perché diventerebbe controproducente.
Il gioco è strutturato in base alle stagioni, come per un vero contadino: ogni stagione richiederà particolari sementi, tranne quei pochissimi vegetali che possono crescere tutto l’anno ma che hanno un prezzo ovviamente inferiore. D’inverno poi la neve rende spesso impossibile coltivare qualsiasi cosa mandando a monte interi raccolti (per questo conviene ogni mattina controllare il meteo del giorno dopo alla tv). Una soluzione può essere costruire una bella serra, ma questo richiederà molti soldi, e non è quindi una cosa che potrete fare subito.
Un’altra peculiarità sono gli animali. Potrete allevare tre specie solamente: mucche, pecore e galline.
Dalle prime ricaveremo il latte, dalle seconde la lana e, dalle terze le uova. Le galline rappresentano una garanzia: costano poco e, se non raccogliete le uova per venderle o mangiarle dopo qualche giorno nasceranno i pulcini che dopo poco muteranno in galline. Durante la cova le galline continuano a fare uova ogni giorno, a differenza di pecore e mucche che durante la gravidanza non daranno più latte né lana.
Facendo soldi si possono comprare degli ulteriori macchinari per raffinare questi prodotti e ottenerne di più pregiati – e quindi costosi – come ad esempio il burro, il formaggio e i gomitoli di lana.
Se il migliore amico dell’uomo per antonomasia è il cane in questo gioco sarà invece il cavallo.
Il cavallo permetterà di muoversi a velocità supersonica per i campi e per il paesello adiacente senza consumare le energie dell’omino, sarà quindi un ottimo investimento anche se un po’ costoso, ma più utile in un primo momento di un’eventuale macchina per il burro.
Detto questo passerei a parlare del Paesino.
Il paesino accanto alla vostra fattoria, come detto a inizio articolo, è un po’ particolare.
Non tanto per la gente che lo abita ma per una casetta poco nascosta in cui abitano… dei folletti!
Se il gioco li chiami gnomi o folletti non lo ricordo benissimo, ma sarà comunque importante stringere amicizia con questi Umpa-Lumpa perché, proprio come gli schiavi di Willie Wonka, questi omuncoli in cambio di qualche oggetto (di solito pietanze) svolgeranno per voi alcune faticosi mansioni agricole.
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Nel resto del villaggio ci sono vari artigiani che vi aiuteranno vendendovi utensili, sementi etc, tutti muniti di graziose figliole che voi potrete spudoratamente lumare sotto al naso dei loro bolsi genitori e, se giocherete bene le vostre carte, addirittura sposare. Sappiate che neppure in questa circostanza il vostro omino si toglierà il cappello.
Altre attività interessanti sono la pesca, partecipare alle feste di paese e cucinare. In effetti potrete cimentarvi in diverse ricette utilizzando gli ortaggi e gli altri prodotti della vostra fattoria (che potrete conservare nell’apposita dispensa dentro casa vostra).
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Il videogioco è uscito per numerose piattaforme (all’epoca ovviamente Super-Nintendo, Game-Boy e PlayStation) e ne sono state fatte numerose versioni e remake, il più famoso per Game Cube.
Purtroppo per il momento né su GoG né su Steam si riesce a trovare una qualsiasi delle mille versioni di questo gioco (grossa mancanza), per cui o avete la fortuna di possedere una delle vecchie console sopra indicate e cercate su e-Bay, oppure ci date di buon vecchio emulatore. A voi la scelta.
Ma se credete che Farm-Ville o City-Ville siano la stessa cosa siete pesantemente fuori strada, fidatevi del vostro Grande Capo Penna Stanca.
Al prossimo Venerdì, Retrò ovviamente.
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