Scusate il ritardo, MAOS è ripartito già da 7 puntate e noi arriviamo solo oggi a svarionare sul pilota, ma com’è che si dice? Meglio tordi che mais.
Ma veniamo a noi.
Avevamo lasciato lo S.H.I.E.L.D. tra i casini più vasti, fra cui: un Coulson senza mano sinistra, l’abbandono di May, La contaminazione delle falde acquifere con il mutagene che risveglia il genoma inumano in chi ce l’ha (oppure ti uccide carbonizzato) e, ultimo ma non meno importante, quel passerone-hipster di Simmons risucchiata da un monolite alieno e teletrasportata su chissà quale pianeta disperso nello spazio.

Insomma, il mondo dei nostri eroi è sempre il solito schifo, ma noi – abbandonati con un hype gigantesco per questa terza stagione – abbiamo grandi aspettative per questo primo episodio.
E come è andata?
Attesa vana.

Se anche l’Orianona nazionale fa quella faccia chi siamo noi per contraddirla? Ma diciamoci la verità: i primi episodi di Maos hanno sempre fatto cagare.
Il pilota era carino, quello della seconda stagione già meglio, questo forse il peggiore dei tre, ma il punto è sempre un altro: il primo episodio serve sempre ad apparecchiare la tavola. Fosse stata la prima stagione mi sarei arrabbiato perché nel pilota oltre che apparecchiare devi anche incuriosire; ma arrivati alla terza stagione di un telefilm che ha già il suo seguito e un certo successo, ti puoi permettere il lusso di fare un episodio dove semplicemente si dice: guarda, questo sarà il cattivo, questo durante le vacanze si è fatto quella, quest’altro è diventato più cazzuto, Coulson ha un braccio robot… Ma come sempre, la cosa che più mi rode è il grande assente di Maos, colui che quando sorride o ti scopa o ti pugnala, colui che anche se non lo vedi sai che c’è e anzi è ancora più figo per questo: GRANT WARD.

Cerchiamo comunque di dare un senso all’articolo e di spiegare brevemente se i nostri accaniti fansss devono continuare a seguire Agents of S.H.I.E.L.D.
Risposta: sì. E di brutto anche.
È vero, questo primo episodio non era un granché, ma gli sceneggiatori lo hanno sfruttato al massimo per dare un sacco di informazioni su quel che verrà, e hanno introdotto anche diverse novità davvero interessanti. Per la prima volta infatti Maos ha deciso di prendere le distanze dal mondo Marvel classico e, sta cominciando a creare un universo suo, con personaggi ed entità mai esistite sui fumetti. Ad esempio il nuovo “capo dell’esercito che poi tanto diventa alleato di Coulson”, Rosalind Price e il suo ATCU (Advanced Threat Containment Unit) che sono stati appositamente creati per il telefilm. Questo passo, molto coraggioso e innovativo, mi galvanizza altamente e mi porta a pensare che saranno tante le novità create ad hoc per questo show. Non solo, mi dà l’idea che agli showrunner sia stato finalmente concesso di osare sul serio, tanto che in questo episodio facciamo la conoscenza di José “Joey” Gutierrez, il primo gay dichiarato nel Marvel Cinematic Universe, nonché inumano, nonché altro personaggio inventato apposta per Maos.
José è l’unico momento intrigante della puntata e la sua storia devo dire che mi affascina: può offrire un punto di vista fresco sulla storia, nonché alternativo.
Mi fa davvero piacere che ci siano tutte queste premesse (e molte le sto tralasciando per ragioni di spazio e anche perché voi sarete ben più avanti di me con la visione) significa che i supereroi potrebbero finalmente subire quel processo di svecchiamento che nei fumetti tarda ad arrivare e che nel cinema è completamente assente (Film degli Avengers divertenti, per carità, ma niente di più di quello).
Che resta da aggiungere? Niente, direi, ci vediamo con la recensione della seconda puntata molto presto.
Bentornato Maos.