La JLA di Morrison é la mia Justice League. La JLA che leggevo da bambino, quella con il mio Flash (Wally West) e soprattutto la mia Lanterna Verde (Kyle Rayner). Era una Justice League con un Batman solitario, non quello attuale della bat-family allargata, un Aquaman ignorantissimo e un Marthian Manhunter cuore del gruppo, ormai cancellato dal New 52.

Immaginate quindi la mia felicità quando Panini ha annunciato la ristampa in bonellide della saga completa!

Poche cose fanno anni ’90 come il mullet di Superman

Un po’ di storia: sulla JLA di Morrison sono stati scritti migliaia di articoli quindi cercherò di farvela breve, anche perchè una minima introduzione ve l’avevamo già fatta quando vi abbiamo raccontato di Atzek, che apparirà nei prossimi volumi. Siamo nel 1995, la testata Justice League sta vendendo davvero pochino ed é usata più per dar spazio a personaggi secondari piuttosto che per narrare le gesta del supergruppo per antonomasia di casa DC. il 1996 é l’anno che rimette la JLA al posto che le spetta, con Incubo di mezza estate Waid riunisce infatti il roaster che sarà poi utilizzato da Morrison: Superman, Batman, Wonder Woman, Green Lantern, Flash, Aquaman e Martian Manhunter. La miniserie é ovviamente un successo e la DC mette ufficialmente in cantiere JLA1.

Tutto bello, ma com’è questo primo numero della JLA? Con le prime vignette Morrison ti fa capire subito l’andazzo della storia: c’é un’astronave aliena sopra la casa bianca, come nel più classico dei film di fantascienza. Pagina dopo, entrano in scena gli eroi. Da notare come Morrison non perda neanche un minuto per presentarteli: il lettore deve già sapere chi sono i membri della JLA, cosa fanno, dove vivono e tutta la lista dei comprimari. Linda é la fidanzata di Flash, Aquaman vive in fondo al mare e la JLA é già formata ed operativa. Non si sacrificano pagine della JLA per armonizzare i componenti, se vuoi sapere perché un personaggio fa una certa cosa o indossa un costume diverso comprati la sua testata. Questo sarà l’approccio di Morrison per tutta la sua run e, devo dire, funziona alquanto bene. Al lettore viene presentato come status quo il presidente che chiama Superman in caso di invasione come Batman che appare dal nulla quando c’é bisogno di lui. Perché lo accettiamo senza fare domande? Perché loro sono i migliori.

In tutto quest Aquaman parla coi pesci – e Momoa muto!

La storia é impreziosita dal tratto di un giovane Howard Porter che si diverte nel disegnare i nostri eori come statue greche pronte all’azione, in un tripudio di muscoli e moscoletti che avremmo accettato solo negli anni 90. Tutto in questo fumetto deve urlare “Sono gli eroi più forti di sempre”. Molto bello il suo Batman demoniaco. Forti le influenze manga, come in molti disegnatori in quegli anni, ma a a tratti mal digerite: questo risulta evidente nella sua Wonder Woman che sembra francamente uscita da Sailor moon:

Da notare il Batman Demoniaco e le menzionate pose statuarie

Ovviamente il mio cuore di fan si scalda nel vedere il vecchio Kyle Rayner, con il primo costume (anche se in questa edizione viene usato il nuovo logo delle Lanterne Verdi e non quello degli anni 90 ndr). Nella sua run Morrison gioca molto sul fatto che Kyle sia la rookie di questa JLA, iconica la battuta “é come suonare con i Beatles”. L’autore scozzese integra anche l’amore/odio Flash/Lanterna Verde in quegli anni magistralmente costruito dal duo Marz/Waid (recuperatevi Amici ad alta velocità per favore) rendendolo uno delle dinamiche cardine della sua JLA. A Kyle viene anche lasciato il ruolo di comic relief, rendendolo in mezzo agli dei il più umano del gruppo.

“é come suonare coi Beatles”

La storia: arriva sulla terra l’Hyperclan, una gruppo di supereroi spaziali che promettono di risolvere tutti i problemi della Terra, dalla siccità nel deserto alla povertà. Facendo questo mettono tutta l’umanità contro la JLA, che dovrà sventare i loro piani. L’Hyperclan si scoprirà essere un battaglione di Marziani Bianchi, ripescati nei meandri della continuity DC da Morrison, che dopo questa storia entreranno a gamba tesa nel pantheon dei cattivi classici.

Da questo primo volume possiamo già desumere un po’ di elementi che saranno pietra miliare della visione di Morrison dell’universo DC:

  • La JLA è formata dagli eroi più potenti della terra. Le sue storie hanno senso solo se in gioco c’é il destino del mondo
  • I nemici abitualmente sottovalutano Batman. Viene visto come il più debole, ma in realtà é considerato dai suoi compagni come il più pericoloso
  • Martian Manhunter é tenuto in gran considerazione da tutto il gruppo, al pari di Superman. Non si sente però davvero terreste
  • Aquaman si considera prima difensore degli oceani e poi della terra (ma non é la stessa cosa che dice anche Batman?)
  • Qual é il ruolo dell’eroe? Potrebbe fare di più? Se si, quanto? E quale spazio rimarrebbe all’umanità? Queste domande erano il cuore di un paio di storie della Golden Age di Supes e Morrison le riporta al centro della JLA. Influenzeranno enormemente gli autori negli anni a venire (qualcuno ha detto “Il potere di ION”?)

A Batman in particolare é dedicata una storia nella storia: lui non ha superpoteri come i suoi colleghi, solo le sue abilità affinate alla perfezione. Non ama lavorare in squadra…ancora una volta, sono ancora lontani i tempi moderni di Batman come team leader e mentore. Questo é ancora il Batman per il quale Gotham é la priorità numero uno e non ha tempo per formare le nuove leve. Si unisce alla JLA solo se in gioco c’é il destino del pianeta. Se non sbaglio, questo tono fu usato anche per il cartone della Justice League.

L’albo si conclude con una chicca: la JLA costruisce la Torre di Controllo sulla Luna con i pezzi dell’astronave dei marziani cattivi. Non ricordavo che ciò avvenisse sotto la gestione Morrison, che creò così un elemento talmente potente della mitologia DC da resistere ancora oggi.

Adoro kyle!
Rileggendo la JLA di Morrison
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