Leggendo la Platinum Edition (una raccolta di storie di Casty apparse precedentemente sul settimanale di Topolino, in diversi periodi) quello che mi ha maggiormente sorpreso è stata la capacità di Andrea Castellan, in arte Casty, di declinare la sua fantasia debordante rispettando la grammatica Disney con una semplicità rara, oltre che invidiabile.
Veniamo trasportati in dimensioni oscure, esotiche mete africane, località ignote ai margini del mondo; viaggiamo a bordo di baleniere, di aerei o di altri macchinari impossibili e Topolino risulta comunque essere il nostro avventuriero naturale: l’unico protagonista adatto cimentarsi in simili imprese, magari accompagnato da Pippo, fidato compagno di mille scorribande.
E allora ecco perché quando inizio a leggere questa fiaba – Topolino e l’Impero Sottozero, pubblicata su Topolino n. 3092 e 3093 – dalle tinte quasi mitiche, con protagonista un fantomatico popolo che ha calcato il suolo terrestre molti anni prima dell’uomo stesso e la presenza di un tenebroso conte alla guida di un misterioso paese situato ai confini della profonda e innevata Russia, sono lieto di avere Topolino al mio fianco.
Una storia incentrata su fascinose pattinatrici, territori pericolosi e inesplorati, tecnologie avanguardiste e tanta fame di avventura, mi sembra l’ecosistema più congeniale allo scaltro topastro, soprattutto se di mezzo ci sono anche l’umorismo surreale di Pippo e le impossibili trovate di Atomino Bip Bip.
Appassionato sfoglio gli albi con voracità, senza lesinare sorrisi e ghigni compiaciuti, spalanco la bocca quando la cavalcata arriva al suo culmine e mi sciolgo in una placida espressione soddisfatta quando la scritta “fine” compare in coppia alla promessa di prossime imprese.
Solo a quel punto riesco a riporre il fumetto e ad accingermi ad affrontare il resto della giornata:
<< E sentiamo, a cosa dobbiamo quell’aria beata e quel musetto un po’ ebete? >>
<< Diciamo solo che ho appena concluso una bella avventura con un vecchio amico… e non vedo l’ora che ne inizi un’altra! >>
Con la speranza che a raccontarla sia sempre Casty.
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