Benvenuti a un nuovo capitolo dell’unica vera e insostituibile guida per sopravvivere al catalogo, ogni giorno più vasto, di Netflix.
Qualche giorno fa ho letto un dato interessante: su YouTube, in un giorno, vengono mediamente caricati contenuti equivalenti a oltre 65 anni di vita. Non so come stia messo Netflix, ma personalmente vi dico che ho cominciato a guardare Game of Thrones per la prima volta questa settimana.
Cosa possiamo dedurre, oltre al fatto che sono molto, molto, pigro? Che non vivremo abbastanza a lungo per vedere tutte le serie che ci piacciono, né i film o i libri.
Resterà sempre fuori qualcosa.
Ecco perché noi siamo importanti per voi.
Ma perché tutto ‘sto very big pippons introduttivo?
Perché la serie di cui parliamo oggi non è esattamente un must-see, piuttosto qualcosa da vedere in compagnia (amici, pupe, bulli…).
L’ideale per staccare la spina la sera dopo una brutta giornata o una giornata faticosa e guardare qualcosa comunque di ben fatto, avvincente e ben scritto.
Sto parlando di una nuova serie originale Netflix, sto parlando di Travelers.
Travelers è una serie thriller-fantascientifica creata, scritta e in parte anche prodotta da Brad Wright per Netflix e Showcase.
L’idea di base è che nel futuro tutto è andato a puttane, per questo alcune persone vengono rimandate indietro nel tempo, ai giorni nostri, per modificare il corso della storia e raddrizzare il futuro.
Fino a questo punto, niente di nuovo. L’idea di base è esattamente quella di Terminator e di cento altri film di fantascienza. Dov’è la scintilla allora? Cosa rende Travelers diverso?
Indietro nel tempo non ci tornano le persone del futuro, o meglio, non lo fanno col proprio corpo. Le persone del futuro sostituiscono la propria coscienza a quelle del presente, ritrovandosi così in corpi non propri, con vite non proprie, con tutti i vantaggi e svantaggi che ne conseguono.
Ad esempio Marcy, interpretata dalla bellissima MacKenzie Porter, si ritrova nel corpo di una minorata mentale, e questo le provoca crisi epilettiche, ma soprattutto un disfunzione cerebrale che la porterà alla morte in breve tempo.
Il protagonista, Grant MacLaren (interpretato da Eric MacCormack), che sarebbe meglio descrivere come primus inter pares – Travelers è una serie che tende alla coralità, cercando sempre lo spazio per narrare le vite di ciascun personaggio – si ritrova sposato a una donna che non ama, mentre nella sua squadra c’è un’altra donna (anche lei in un corpo non suo) che invece ama, o meglio vorrebbe amare, anche se non può per via dei “protocolli”.
I protocolli sono una serie di regole imposte dal Direttore per regolamentare la vita dei travelers nel XXI secolo. Regole come: anteporre sempre la missione a tutto, ma anche continuare la vita dell’ospite, facile a dirsi ma per niente da mettere in pratica.
È proprio tale complicazione, conciliare le missioni per modificare il futuro con le relazioni e la vita quotidiana dei corpi ospiti, che genera la forza di Travelers. I punti più interessanti del racconto si hanno infatti quando la vita privata dei viaggiatori si sovrappone alle incombenze per salvare il futuro.
Trattandosi di una serie Netflix l’inizio è lento, le basi per la storia vengono gettate con calma, tant’è che si ha la sensazione, a volte, di stare guardando una serie via cavo americano come potrebbe essere Law&Order, col tipico caso di puntata e loro che ammattiscono per risolvere tutto nell’arco di 45 minuti. Dopo poco – per fortuna – ci si accorge che non è così: le domande aumentano, così come i problemi, e si fanno sempre più interessanti.
Il futuro non viene mai mostrato. I travelers parlano continuamente delle strutture sottoterra in cui devono vivere; si stupiscono di fronte a un hamburger o al caffè, e ci suggestionano con accenni minimi a un mondo di cui vorremmo sapere tutto. Anche la figura del direttore è equivoca e misteriosa, con il colpo di scena finale in cui se ne rivela l’identità.
Il meglio di questo show però si ha sempre dalla sovrapposizione di vita privata e missioni. Vedere come fa un estraneo nel corpo di un altro a cavarsela è troppo più affascinante di qualsiasi asteroide pronto a impattare sulla terra o di qualsiasi ordigno nucleare voglioso di saltare in aria.
D’altronde pensateci, un individuo esterno si insinua nel vostro corpo sostituendovi: siete sicuri che qualcuno noterebbe il cambiamento? Esteriormente siete voi, la voce, la forza, gli occhi… tutto uguale. Ci crediamo unici e insostituibili, ma lo siamo davvero?
Questa domanda però è lasciata a noi spettatori, Travelers è più diretto all’azione e allo sviluppare processi di tensione emotiva per tenerci col fiato sospeso ben ancorati alla poltrona, con la voglia di bersi un episodio dietro l’altro fino allo stupefacente ultimo episodio.
Tranquilli, Netflix ha già confermato per una seconda stagione. Anche perché altrimenti ammazzavo qualcuno.
– Traveler 3468, welcome to the XXI century. Good Luck with saving the world!
– No pressure.