La fonte meravigliosa Corbaccio cover

Autore: Ayn Rand
Traduttore: G. Colombo Taccani, M. Silvi
EditoreCorbaccio
Prezzo di Copertina: 24,00 €
Anno di Pubblicazione: 2009
Pagine: 683 p. , Rilegato

«Quando ha deciso di diventare architetto?»
«A dieci anni.»
«Be’, gli uomini non possono decidere del loro destino così presto. Sono inesistenti a quell’età. E perché ha deciso di dedicarsi a questa professione?»
«Forse (questo certo non lo sapevo, allora) perché non credo in Dio. E amo le cose della terra. E detesto la loro forma. E desidero cambiarle.»
«E per chi?»
«Per me stesso.»

Howard Roark, architetto di genio, viene espulso dall’Istituto della Tecnologia di Stanton: la lunga lotta per l’affermazione del suo ideale è agli albori.

Frank Lloyd Wright - Wiki
Il romanzo si ispira alla vita dell’architetto-genio Frank Lloyd Wright

In un mondo costituito da individui non pensanti – primo tra tutti Peter Keating, suo vecchio compagno di corso privo di talento – Roark innesca un conflitto tra la visione artistica di stampo modernista e la società stagnante, con tendenze architettoniche del passato ormai prive di funzionalità: un duello tutto futurista. Incorruttibile, non manovrabile, fedele al proprio ideale, Roark viene ostacolato duramente dalla collettività standardizzata e standardizzante di cui l’antagonista Ellsworth Tookey – giornalista, scrittore e dichiarato uniformatore di gusti, giudizi, pensieri – si fa portavoce rappresentando l’etica altruista e massificata in cui Ayn Rand vedeva l’incarnazione di ogni male, poiché repressiva delle velleità individuali. I progetti di Howard Roark, dall’integrità ferrea, sono costantemente rifiutati: non accetta di creare edifici privi di anima.

 

 

…Spiegò perché un edificio che abbia del carattere e una dignità – come un essere umano pensante – debba avere una sola unità e una sola fede e un aspetto omogeneo, coerente. Spiegò che cosa costituisce la fonte della vita: l’idea che esiste, la personalità che vive non solo in ogni creatura umana, ma anche in ogni cosa inanimata della terra… e affermò che se qualcosa tradisce quella fonte, quella personalità o quell’idea le cose o le creature che le danno vita debbano morire. Disse che quello che c’è di buono, di alto, di nobile sulla terra è solo ciò che mantiene la propria integrità.

Roark fa la fame; la banalità di Keating, in cui non v’è idea né talento, trionfa. L’eroe allora si estranea, momentaneamente, dal suo ambiente lavorativo, auto-esiliandosi in una cava di granito. Lì incontra Dominique Francon – dura, cinica, ironica, contorta – che, riconoscendo in lui l’ultimo baluardo di un’umanità forte, pensante e senza timore, farà di tutto per contrastarlo, così come anni prima aveva distrutto in Europa la statua di Helios, un pezzo da museo di raffinata bellezza, di cui si era innamorata: non voleva che fosse vista da altri. Un mondo tanto mediocre non potrà mai comprendere l’operato e il genio dell’architetto che ama.

Howard Roark ha costruito un tempio dedicato allo spirito umano. Egli ha visto l’uomo forte, saggio, generoso, puro, eroico… e senza timore. E ha costruito un tempio per l’uomo come lo vedeva lui. (…) Io condanno Howard Roark. Un edificio, dicono, deve far parte del luogo sul quale sorge. Su quale mondo Roark costruì il suo tempio? Per quali uomini?

Ma l’implacabile, l’Oltreuomo, non demorde e, nella guerra serrata che ingaggia contro la collettività, la fiamma ardente del pensiero, del genio, non potrà essere soppressa.

Gary Cooper - Howard Roark
Gary Cooper veste i panni di Howard Roark, nella trasposizione cinematografica del 1949, diretta da King Vidor
La virtù dell’individualismo

La Fonte Meravigliosa è la mente umana che, libera da vincoli e fedele alla propria integrità, è capace di creare e innovare. Un’opera dalla grandezza spropositata che va a celebrare l’essere umano libero dalle catene della morale comune. La scrittura disinvolta, elegante, ricca e dotata di viva forza persuasiva serve efficacemente la controversa ideologia individualista dell’autrice che fu, del resto, principalmente filosofa.

Non si tratta di scegliere tra il sacrificio di sé e il dominio sugli altri, ma tra indipendenza e dipendenza (…) L’egoista è colui che ha rinunciato a servirsi in qualsiasi forma degli uomini, che non vive in funzione loro, che degli altri non fa il primo motore delle proprie azioni, dei propri pensieri e desideri, che non ripone in essi la fonte della propria energia.

La Rand dispone le pedine sulla scacchiera: re e regina contro l’intero esercito avversario. Singolo contrapposto a collettivo; la lotta vede il genio opporsi a una società, intesa nella sua concezione più negativa, spersonalizzante e livellatrice di conoscenze.

Homo homini deus est – La fonte meravigliosa di Ayn Rand
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