Voglio Crederci. Ed ho fatto bene

Quando hanno annunciato la nuova miniserie di X-Files sono (s)venuto dalla gioia. Poter vedere nuovamente  Dana e Fox risolvere misteri sul piccolo schermo era una delle cose che meno mi aspettavo da questo 2016 iniziato non tanto bene.

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Dopo la gioia iniziale però sono stato assalito da una serie di dubbi che si possono riassumere in un unico grande insieme…Sarà come le vecchie stagioni??…. Vi risponderò con la mie personalissime recensione dei primi tre episodi.

Il primo episodio è ricco di ottimi espedienti per mettere lo spettatore a proprio agio. Scully, sin dall’incontro con Sveta, si mostra estremamente razionale e a tratti fredda: la donna decide di condurre dei test su Sveta, per svelare l’eventuale presenza di DNA alieno. Ovviamente i risultati saranno  negativi, ma Scully che si trova sempre tra il ci credo ed il non ci credo fa ripetere gli esma per trovare finalmente il DNA alieno tanto desiderato. Tracce di DNA che trova anche su se stessa ( viene rapita anche lei se vi ricordate, si becca anche un cancro).

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Al contrario, come da manuale, è Mulder che, crede a qualunque cosa gli venga detta da chiunque, a credere al mega complotto raccontatogli da O’Malley. Dopo aver appurato che i ladri dei feti di Sveta non sono alieni, ma umani in carne ed ossa, e dopo aver visto con i suoi occhi le esatte repliche dei veicoli spaziali utilizzati dagli alieni, l’agente speciale si convince delle teorie del giornalista. Ed eccolo riversare su una scettica Scully la visione di O’Malley delle indagini aliene: tutto ciò che l’FBI ha fatto loro credere in questi anni è falso, perché il governo conosce e ha pieno controllo degli alieni, tanto da avere in mente di sfruttare le loro tecnologie per causare l’estinzione del genere umano. Neanche a dirlo, Scully non crede ad una sola parola: ma quando il giorno dopo Sveta viene minacciata, costretta a mentire e infine uccisa, e la web-tv di O’Malley viene chiusa, a Dana viene il dubbio che sia tutto vero ( che strano).

Come da manuale il primo episodio X-Files ci mostra le sue mezze verità.. lasciandoci sempre col dubbio che tutto sia una verità parziale oppure un’immensa bugia ( io tendo più verso la seconda ipotesi dopo aver ri-visto l’uomo che fuma nel finale…che doveva essere molto morto e di sicuro non doveva più fumare)

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Non facciamo neanche in tempo a riprenderci dallo shock che il secondo episodio ci mostra il bizzarro suicidio di un ricercatore scientifico: frastornato da un suono acuto che apparentemente solo lui riesce a sentire, il dottor Sanjay si infila un oggetto contundente nell’orecchio, perforandosi la corteccia cerebrale e morendo poco dopo essersi scritto sul palmo della mano le parole “Founder’s Mutation”.

Se il primo era prevalentemente statico, con niente di troppo nuovo da mostrare, il secondo entra nel vivo dell’azione e, pur ancora intervallato da momenti di spiegazione per neofiti della serie, ci mostra direttamente come agiscono i “nuovi” Mulder e Scully. I due in effetti ci mettono poco ad apprendere degli studi sui bambini affetti da malattie genetiche a cui il dottor Sanjay stava lavorando prima di morire, ma Mulder è vittima di un incidente di percorso: si trova vittima dello stesso suono penetrante che aveva indotto il ricercatore al suicidio, e nello straniamento che questa situazione gli comporta riesce a distinguere una sola parola, “trovala”. Gli agenti si ritrovano dunque ad investigare l’operato dell’apparente benefattore dottor Goldman, che guarda caso conduce proprio esperimenti su bambini affetti da malformazioni e malattie genetiche.

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Se ognuno ha i suoi lati oscuri, quello di Goldman risponde al nome di “impiantare geni alieni nei figli che sua moglie porta in grembo”: grazie ad un colloquio con la signora Goldman, Mulder e Scully scoprono che la sua primogenita è in grado di respirare sott’acqua e che anni prima, in un tentativo di allontanarsi dal marito e di liberarsi del feto alieno di cui era incinta di nove mesi, la donna era rimasta vittima di un incidente stradale e si era quindi auto-praticata un cesareo, durante il quale il terribile bambino era uscito da solo dal suo grembo, allontanandosi e lasciandola lì morente in preda all’emorragia.

Proprio il secondogenito della famiglia Goldman è la chiave per risolvere il mistero del suicidio di Sanjay: salvato e adottato da una donna in seguito all’incidente ( o che bel feto sanguinante vieni ti crescerò come se fossi mio), Kyle è ora un teenager e sta cercando di ritrovare la sorella che ha da poco scoperto di avere. Per farlo, si affida agli unici e alieni metodi che conosce: il suono acuto avvertito da Sanjay e da Mulder non è altro che la “voce” del ragazzo che cerca di entrare nella mente delle persone per chiedere aiuto.

Agli agenti non resta che cercare di farlo ricongiungere alla sorella, senza neanche lontanamente immaginare le conseguenze. Molly, la primogenita di Goldman, è prigioniera del padre che la sfrutta ancora per i suoi esperimenti: ritrovatisi dopo tempo, i fratelli del terrore annientano temporaneamente Mulder e Scully, fanno esplodere il cervello di Goldman, i cui occhi schizzano dalle orbite in una sequenza amabilmente splatter, e si danno alla macchia. ( un lato negativo è che molti di questi collegamenti li dobbiamo fare noi, perchè vengono dati per scontati).

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Dato che in questo episodio si parla di figli, sono stati inseriti dei “flashback immaginari“, sia di Fox che di Dana, basati sul rapporto che avrebbero voluto avere con il loro figlio, dato in adozione e forse nelle mani di qualche balordo. Entrambi i nostri eroi si immaginano una tranquilla quotidianità che viene, però, spezzata dalle loro paure sull’avvenire di quel figlio tanto sconosciuto quanto amato.

Ora dopo la serietà di questi primi due episodi, passiamo al terzo che è tutto un programma. Vi ricordate gli anni 90 dove ogni tanto in una serie da ventiquattro episodi ne veniva inserito uno, un po’ meno… bhe diciamo serio. Ecco è questo il caso dell’uomo lucertola, però non fraintendetemi a me è piaciuto un botto.

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Mettetevi nei panni di Fox, torna dopo quattordici anni e metà di quello che riteneva un X-Files era una boiata oppure una trovata pubblicitaria (oddio l’uomo armadillo, ci poteva arrivare anche da solo). Si mangia vaschette di gelato mentre piange la sera guardando Mistero, chiedendosi perchè non può andarci lui a cacciare lo gnomo armato con ascia.. no aspettate non voglio andare fuori tema. Comunque Fox è un po’ depresso perchè il bigfoot forse non esiste e non crede in questa nuova creatura che assomiglia ad un lucertolone schifoso con l’abilità di sparare sangue dagli occhi.

La trama è a dir poco allucinante, in pratica  la lucertola viene morsa da un serial killer ( un tipo indiano che più che paura fa tenerezza) e si trasforma di giorno in un essere umano acquisendo poco a poco i bisogni ed piaceri che caratterizzano la nostra specie:  lavorare, mangiare, vestirsi, scaricare la libido…mentire. Quando racconta la sua storia a Fox, questo ci rimane di sasso non credendo ad una sola parola di Tizio (si questo è il suo nome). Il tutto però si risolverà grazie alle informazioni dategli dalla razionale Scully, che porteranno Mulder a cercare di nuovo Tizio ed a credere ancora.

Questo terzo episodio è il più geniele ed il più nostalgico dei tre.. ( quando Fox fa le foto con il cellulare, sembra il nostro Dylan Dog) Le vicende più importanti passano tutte in secondo piano( gli omicidi, l’investigazione, il killer…) l’unica cosa importante è voler vedere Mulder credere di nuovo e noi con lui. Quindi ringraziamo la lucertolona che c’è pienamente riuscita.

Quindi si dai per ora è figo!!!

 

X-Files 10 – Recensione prima parte
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