Bentornati a #MaCheNeSanno, la rubrica dove, ogni quando ne abbiamo voglia, rendiamo giustizia agli idoli dimenticati della nostra infanzia.
Potete recuperare qui e qui gli articoli passati.
Adesso invece prendete uno zaino bello capiente, perché stiamo per fare il pieno di nostalgia.

Ovviamente noi consigliamo caldamente il Jolly Invicta, ma anche lo zaino dei Power Rangers con le briciole di merendina rimaste sul fondo dalle elementari è apprezzato.

Accidenti come sei bianco, pari un fantasma!

– Amico simpatico nel 1994 a caso che nota la tua poca abbronzatura il 15 di agosto

Accidenti come sei bianco, sembri Casper

– Chiunque, notando che sei bianco cadaverico dopo il 1995

il 16 novembre 1995 esce in Italia (a maggio negli USA) il film di Casper, un simpatico fantasmino che invece di spaventare il prossimo, vuole fare amicizia.
Il film ebbe un successo strepitoso, vista anche la produzione di un certo Steven Spielberg che i soldi li ha sempre saputi fare. Dal film nacque un sequel e una serie tv animata, anch’esse di discreto successo. Eppure oggi, come tutti i protagonisti dei nostri melanconici pezzi, nessuno si caga più il piccolo e bianchissimo Casper.

Non è un caso che abbia aperto con una “citazione” in cui sicuramente vi sarete riconosciuti, Casper è stato veramente un fenomeno mondiale. Non era neanche un film banale come credevo di ricordare; in Casper si tratta un tema forte come la morte e la difficoltà di accettarla, sia per quel che riguarda gli altri (la morte di un parente o di un amico) sia la propria (andarsene lasciando «faccende in sospeso» fa diventare automaticamente fantasmi). Non solo, il protagonista è un bambino morto. Incredibile quanto una sceneggiatura ben scritta faccia passare in secondo piano elementi drammaturgicamente pesanti.

La trama di Casper è ricca di elementi densi di dolore e di molteplici chiavi di lettura: Casper muore bambino in seguito a un’influenza causata da assideramento (Casper è nato nell’800), alla prematura scomparsa segue la non-accettazione del padre e la decisione di creare un machinario per riportare in vita il figlio (il rifiuto di una morte ingiusta, quella di un bambino, si traduce in una hybris frankensteiniana, con l’uomo che sfida Dio giocando a creare la vita); il padre di Kate cerca di rimettersi in contatto con la moglie morta attraverso gli zii fantasmi di Casper – i magnifici Ciccio, Molla e Puzza – in cui si possono riconoscere centinaia di genitori soli, vuoi per lutto o per divorzio, che devono crescere i propri figli con la costante paura di non esserne in grado; e poi c’è Kate, che non riesce ad avere un ragazzo e l’unico che trova è un fantasma, cos’è questa se non la vittoria del fantastico sul reale? Quanti di noi hanno sognato qualcuno da amare senza trovarlo?
Casper aveva davvero qualcosa di grande in sé, ecco il perché del suo successo.

Quel che molti non sanno è che Casper non è nato nel 1995, bensì nel 1945, dalle idee e dalle matite di Seymour Reit e Joe Oriolo. Pare che il figlio di Seymour Reit sia morto prematuramente e questo ne abbia dato l’idea all’autore e che infatti all’inizio il personaggio dovesse chiamarsi Benjamin anziché Casper, ma la conferma di questa notizia sono riuscita ad averla solo in parte, per cui prendetela con le pinze.
Credendo inizialmente potesse essere lo spunto per una storia per ragazzi, non c’era in questo progetto molto interesse e mentre Reit era al servizio militare durante la Seconda guerra mondiale, Oriolo vendette i diritti del personaggio alla Paramount Pictures, famoso studio di animazione, per il quale aveva lavorato saltuariamente.
The Friendly Ghost, il primo cartone animato in cui compare Casper, fu realizzato dalla Paramount nel 1945. Nel cartone, Casper è un tenero, grassottello fantasma-bambino, che preferisce farsi amiche le persone piuttosto che spaventarle. Egli lascia la sua casa ed esce per farsi degli amici. Tuttavia, ogni persona o animale che incontra lo guarda terrorizzato e scappa via. Disperato, Casper tenta invano di suicidarsi (dimenticando stranamente di essere già morto), ma dopo incontra due bambini che diventano suoi amici. La madre dei bambini prima rifiuta Casper, ma in seguito lo accoglie nella famiglia dopo che lui fa fuggire un avido proprietario.

Come vedete già il primo Casper affrontava temi forti, addirittura il suicidio da solitudine, meravigliosamente risolto con un “Ah! mi ero dimenticato di essere già morto!”. La Paramount realizzo altri due cartoni di questo Casper preliminare (There’s Good Boos To-Night e A-Haunting We Will Go), prima di dare il via alla serie Casper, l’amichevole fantasma negli anni cinquanta. In ogni caso la struttura rimase invariata: Casper lascia la sua ‘vita’ di normale fantasma, prova a farsi degli amici ma spaventa quasi tutti, e alla fine trova un piccolo e tenero amico che Casper salva da qualche tipo di sventura.
Una domanda legittima è come sia possibile che ogni volta Casper si faccia degli amici per poi ritrovarsi solo nell’episodio successivo; be’, questo dubbio è stato sollevato anche nella serie televisiva Cin cin, dove Cliff Clavin risponde a Norm Peterson che in realtà Casper vuole solo estinguere la sua sete di sangue.

Bene, anche oggi tristezza e nostalgia hanno riempito i nostri cuori, possiamo tornare alla vita reale, che è una merda.
Per rendere meno traumatico il ritorno eccovi una delle mitiche primissime puntate di Casper (in italiano pure! E poi non dite che non vi si vuol bene) ovvero A-Haunting We Will Go.
Vi avverto: sono necessari i fazzoletti.

PS: ma il cacciatore che riesce a remare sull’asfalto? Poesia.

#MaCheNeSanno vol. 3: Casper
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